Si racconta che quel giorno dell’anno Zero Dio si sentisse stanco, scarico, e una sorta di irritazione gli impediva di riposare.
Gli uomini sulla Terra lo stavano dimenticando, dando fondo ai loro peggiori istinti, vizi, perversioni e ogni sorta di aberrazione, intenti a soddisfare ogni debolezza, dipendenza e compulsione maniacale.
L’energia prodotta un tempo dalla fede (che come un faro alimentava il suo potere) si era ridotta a flebile fiammella, a tal punto che lo stesso Dio, precocemente invecchiato, rischiava seriamente di capitolare e cedere il suo scettro a Satana in persona.
Fu così che decise di giocare la sua ultima carta.
Chiamò al suo cospetto un certo Gesù Cristo, l’ultimo maestro, ordinandogli di scendere sulla Terra al fine di redimere gli uomini e indicare loro la via verso la salvezza eterna. Il Cristo obbedì, e, forte dello spirito divino, scese fra gli uomini deciso di portare a termine la sua missione.
Ma nonostante l’impegno, il coraggio e una sorprendente forza di volontà gli eventi precipitarono, e a nulla valsero le esortazioni e le suppliche dei suoi discepoli e della folla redenta per sottrarLo dall’atroce condanna della crocefissione.
Il Cristo morì dopo ore di tormento, consumato dal dubbio sull’effettiva, reale potenza e onniscienza di quel Dio che sempre aveva servito con spirito di abnegazione e una straordinaria fedeltà.
Dall’alto dei Cieli il sommo Creatore osservava interdetto, maledicendo gli uomini e la terra per averlo tradito e avere consegnato la loro anima nelle mani del suo peggiore nemico di sempre: la Bestia mefistofelica dalle mille teste di serpente.
Ma non si perse d’animo! Dio prese fiato, ed espirando con tutta a sua potenza soffiò nuova vita sul corpo morto del Cristo che subito rinvenne per poi palesarsi a suoi fedeli apostoli.
Un tale miracolo – pensava – avrebbe scosso anche i cuori più increduli e ottusi, e presto tutti si sarebbero arresi all’evidenza, pentiti e prostrati in adorazione e in preghiera del grande Signore Celeste, unico e solo vero Dio. Questo avrebbe alimentato di nuova energia la flebile fiammella del suo cuore per trasformarla in un immenso fuoco perenne che nessuno mai avrebbe potuto spegnere per le eternità a venire.
Nulla di questo accadde. Lo sconforto, la prostrazione e la disperazione si impossessarono del Grande Spirito Divino che, detto fatto e senza ripensamenti, si eclissò per sempre verso i confini dell’infinito universo lasciando il mondo fra le grinfie insanguinate del Signore del Male.
Era l’anno 2075, e gli uomini abbandonati a se stessi, avevano così perso ogni punto di riferimento oggettivo, valore e principio, e come vele nella tempesta procedevano a vista nelle fitte nebbie del “Tutto è relativo”.
Della terra non se ne ebbe più traccia, notizia, e nessuno mai da allora ne parlò più.
Oggi, anno 3013, gira voce che dopo la dipartita di Dio, un ateismo dilagante si espanse a macchia d’olio in tutto il mondo occidentale, fino ad infettare nell’arco di qualche secolo, ogni nazione, paese, città e rione.
Si racconta di una certa “rivoluzione industriale” che strappò gli uomini dalle campagne per asservirli ad assordanti macchine infernali che producevano cose che non servivano a niente e che tutti facevano a gara per possedere. Che sia vero o meno, non posso affermarlo, ma certo che è molto singolare.
Si dice ancora di guerre atomiche con milioni di morti, e di campi di concentramento, dove si uccidevano i diversi perché non uguali ad altri.
E’ difficile capirne il senso e le ragioni, ma in quei tempi sembra che tutto fosse veramente incomprensibile. Del resto senza parametri di riferimento non è facile decidere quale sia la cosa più giusta e sensata da fare.
C’è una cosa comunque alla quale non posso assolutamente dare credito: che gli uomini di quel tempo contaminassero l’acqua, l’aria e i loro territori con sostanze tossiche prodotte in strani ambienti che chiamavano “laboratori di ricerca”. Questa è sicuramente una bufala; troppo sporca! Quale uomo al mondo o nell’universo infinito, avvelenerebbe l’acqua con la quale dissetare i suoi figli, abbeverare i suoi animali, e irrigare i suoi campi? E’ una aberrante visione anti-materica, che può avere spazio solo in soggetti compromessi in forma irreversibile da una totale assenza di spirito, di anima e di coscienza. In breve, un’assurdità.
I più informati poi narrano di un certo “Liberismo” ma che non si è capito bene cosa fosse. Si tratta in sintesi di un grande mercato globale che si reggeva sul consumo sistematico di beni effimeri, dove in virtù di mezzi di persuasione (allora definiti Media) si condizionava la gente ad acquistare e consumare cose e oggetti di nessun senso, ritenendolo il solo modo per essere felici e liberi.
Di certo sappiamo che di questa civiltà non è rimasto nulla a testimonianza del suo passaggio su questa Terra.
E se fosse vero quello che si racconta… meglio così - che si sia estinta per sempre.