L'incontro con Carolina fu emozionante, così come con tutti gli altri beati del suo rango. Si meravigliò di non incontrare nè il cardinale Ruffo nè il boia di piazza Mercato, suoi compagni di merende, collocati nel profondo dell'Inferno senza possibilità di salvezza insieme a tanta altra gentaglia che gli aveva fatto compagnia nelle sue scorribande notturne. Il lavoro del Cherubino, però, non poteva considerarsi ancora concluso: egli sarebbe rimasto costantemente al fianco del suo assistito per stroncare sul nascere qualsiasi voglia che, improvvisamente, si fosse manifestata. Un'eventualità molto remota ma possibile.
Dopo alcuni giorni di soave beatitudine, Ferdinando cominciò ad essere nervoso: dimenticava di recitare le glorie al Signore, non accompagnava volentieri Maria Carolina a passeggio nei giardini del Paradiso, si svegliava di soprassalto durante la celeste pennichella ed evitava lo sguardo del Cherubino. Era successo quello che non doveva succedere: gli era tornata la voglia di genovese, la voglia per eccellenza, il cui profumo gli penetrava nel nasone e lo inebetiva. La genovese, per chi non la conoscesse, è un sugo che si prepara facendo cuocere le cipolle di Tropea tagliate finemente insieme a un pezzo di carne di manzo precedentemente rosolato con carote e altri odori e sfumato con vino bianco. Con questa bontà si condiscono i paccheri, le mafalde, le pennette e così via. Ferdinando ne era ghiotto e, come sappiamo, apprezzava in particolar modo quella che gli preparava Nanninella di San Leucio.
Il Re non sapeva come fare, era in profondo imbarazzo, temeva che lo rimandassero in Purgatorio perciò si decise a parlare con il Cherubino: - Cherubino mio, mi è tornata prepotentemente la voglia di genovese, aiutami, io non voglio tornare in Purgatorio! -
Maestà- rispose il Cherubino - io avevo capito da un pò che qualcosa non andava per il verso giusto, ma aspettavo il vostro atto di umiltà. Ormai siete in Paradiso, indietro non si torna, il problema si risolverà definitivamente soltanto quando avrete soddisfatto questa voglia, quindi non c'è tempo da perdere: domani torneremo insieme sulla terra, voi mangerete una bella genovese e poi di nuovo in Paradiso. Adesso andatevi a roposare e mettete la sveglia "dindondan" perchè domattina si parte presto. -
La celeste accoppiata formata da Ferdinando e dal Cherubino si avviò di buon ora all'eliporto di Paradiso Sud a bordo di una comoda nuvoletta biposto. Su consiglio del Re si fece rotta su San Leucio. Non è che Ferdinando sperasse di rivedere Nanninella, ormai defunta da oltre un secolo, ma si augurava che ci fosse almeno qualche bettola, come ai suoi tempi, dove si diceva sicuro di mangiare un'ottima genovese.