Frammenti di vita come…
Fotogrammi di una pellicola lunga un’eternità
Le sequenze si accavallano o si intrecciano.
Tornare all’illusione della realtà
Quando il regista urlerà:
“Fuori le comparse!”
Titolo del prossimo film
“Ancora una volta il vento è tornato a soffiare… o no?”
Un altro salto, una canzone sarda
E tornare a volare o a pensare.
Ricordare il presente, la carta straccia nelle tasche
Le ore ed i minuti che arrivano e…
Un solo disperato e silenzioso urlo
“Ma… cos’è questa crisi?”
Un altro treno, come sempre
Un’altra sequenza…
Come uno ‘stalker’ alla ricerca di spazi vuoti
E di stanze della verità.
Come l’acqua di un mulino sotto i ponti
Così la pellicola sul carrello di un proiettore.
Era meglio dormire e continuare a sognare e aspettare?!?
L’abbronzatura è il tuo simbolo d’estate, figlia di Napoleone
Il mio sarà una cinepresa da trentacinque millimetri.
Gioventù
Incontrata troppo tardi o passata troppo in fretta per dimenticare.
Ancora il leone del deserto ruggisce di rabbia e di disillusione
Non vedrai la luce del tuono, figlio di Eolo
Non udrai il suono del lampo, figlio di Eolo
Ama ancora lo specchio, non solo il suo riflesso.
Le pellicole scorrono come le ore
Buio in sala. Silenzio!
Ventiquattro fotogrammi al secondo
E si sta a guardare.
Chi ha inventato questa ‘life-machine’?
Il tempo trascorre
Come la vita
Che continua oltre noi e le nostre illusioni
Noi ed i nostri ritardi, inesorabilmente.
Qualche ora, qualche giorno
Ed ognuno dimentica la festa
E la vacanza si esaurisce donando al mondo una strada abituale
Ed il solito suo percorso.
Il sogno del ragno
“Un ragno depose le uova sulla ragnatela
Ne vennero al mondo tanti
Che lo divorarono.”
Era un sogno mio o di altri?
PENSARE – AMARE
Due facce d’una stessa medaglia
O d’una stessa contraddizione.
Cosa potrebbe voler dire
Tornare alle origini
Dopo aver fatto spaziare il vento
Tra dirupi e facili sentieri?
Ancora una volta, figlio di Eolo,
La distrazione potrà esserti fatale.
Perché tornare a sognare
Quando non c’è sole?
Inciampare potrebbe esserti fatale
Con questa nebbia.
Intanto la pellicola continua a scorrere
L’operatore è impazzito
La lampada è troppo debole
Bisognerà cambiare film?
Scappare e aspettare!
Sembra il titolo d’un saggio di sociologia
Sull’arte di vivere… oggi!
E se cercassimo di correre
E di scoprire cosa aspettare?