Il villaggio è piccolo e chiuso in se stesso da anni.
Strade che corrono in circolo, e finiscono esattamente dove erano cominciate. Altre che attraversano i cerchi, ma non ne escono mai. Una ragnatela di apparente complessità, solo a prima vista.
Rah sapeva inconsciamente che esistono altre vie, che portano oltre. Vagava, senza cercare nulla, ma pronto – senza saperlo – a scoprire. Un giorno, durante le sue casuali peregrinazioni, trovò le Ali Magiche. Seppe fin da subito che non erano per lui, ma potevano essere con lui, almeno in parte, almeno per un po’ di tempo. Le indossò, si fecero indossare, e volò via, a mezz’aria tra cielo e terra.
E così scoprì l’Altrove che queste ali portavano con loro. Nuovi occhi, nuovi sapori, nuovi odori, nuovi pensieri, un cuore nuovo.
Ora è rimasto là, e non tornerà sui suoi passi. Le Ali Magiche non sono sempre con lui, ma dentro di lui si.
A volte si fanno vedere per qualche attimo, in un breve frullo di gioioso saluto, altre volte rimangono lontane e silenziose, altre ancora volano insieme a lui per qualche tempo. I momenti più malinconici sono quando queste rimangono immobili a distanza, e sembrano lanciare un monito: “Dovrai imparare a fare a meno di Noi”.
Rah conosce il peso delle rinunce, adesso ancora di più. Ma ci sono cose che entrano prepotentemente nella vita quando meno te lo aspetti, e la vita diventa quelle cose, insieme a tutto il resto.
Si può chiedere al respiro di rinunciare all’aria? O al cuore di non battere? Oppure ai pensieri di non correre sulle nuove strade che si sono parate davanti agli occhi? No, non si può.
E così Rah sorride, davanti ad una porta dietro la quale si nascondono meraviglie, ma che non potrebbe aprire nemmeno se ne avesse la chiave in tasca. Ma lui sa che cosa c’è oltre quel varco, e vede, e sogna.
Come tutti noi altri, passa giornate felici, e altre molto meno.
Ma quando è felice, lo è davvero.