Anna e Andrea tornavano in macchina verso casa, nel tardo pomeriggio di uno di quei giorni di metà autunno in cui il buio invade il paesaggio troppo presto, togliendo luce alle ore e ai giorni, progressivamente sempre più corti.
Avevano passato insieme il fine settimana in un borghetto caratteristico, sulle montagne poco distanti dalle loro vite di tutti i giorni. Si erano regalati una briciola di vacanza lontano dal mondo.
Avevano fatto l'amore, quello vero.
Le scie luminose dei fari delle auto disegnavano a tratti scorci dei loro volti. Sorridevano.
Regnava un silenzio sereno. Abitavano una bolla di pace armoniosa.
Anna interruppe il fluire limpido dei loro pensieri.
"Non voglio regali per il mio compleanno quest'anno.", disse, dando forma sonora alle parole silenti. "Tu fai sempre così tanto per me, che ogni giorno è compleanno. E il mio regalo sei tu, Andrea."
Andrea, quasi stupito dall'argomento improvviso e inaspettato della conversazione che Anna aveva intrapreso, distolse per un attimo gli occhi dalla strada e, incontrando il profilo serio di Anna, rispose con un sorrisetto complice: "Beh, questo si vedrà."
Ammiccò divertito col volto disegnato dall'espressione di chi la sa lunga e ha già in serbo sorprese celate.
Anna si voltò a guardarlo e, con gli occhi sorridenti ma piglio autorevole, ribadì: "Non voglio regali per il mio compleanno, Andrea. Davvero."
E aggiunse: "Solo, rimani con me fino al compleanno del prossimo anno."
Andrea scoppiò a ridere e scherzando ironizzò, per prenderla in giro.
"Ah, allora intendi che il giorno prima del tuo prossimo compleanno posso ritenermi libero?"
"Eh, no! Intendo che tu rimanga con me fino alla fine del giorno del mio compleanno del prossimo anno! E sappi, che ripeterò il mio desiderio almeno per i prossimi venti anni!", rispose ilare Anna.
"Ma un regalo normale, un mazzo di fiori, un profumo... no? Nessun altro desiderio?", chiese ridendo Andrea.
"Rimani con me fino al compleanno del prossimo anno... e di tutti i miei prossimi anni.", ribadì Anna mascherando il sorriso con la faccia più seria che potesse concederle la sua felicità esondante.
"Ok.", rispose secco Andrea.
"Ok?"
Era stupita adesso Anna. La voce di Andrea non aveva più il tono scherzoso che l'aveva accompagnata fino a poco prima.
"Ok.", ribadì Andrea voltandosi di nuovo e incontrando gli occhi di Anna. Era serio.
Il silenzio colmo d'amore che li avvolse di nuovo siglò l'accordo giocoso.
Il regalo più importante dell'imminente compleanno di Anna aveva assunto la forma meravigliosa di una promessa: la felicità.