Quella mattina, espletate le funzioni di rito (caffè, sigaretta e giornale; assistenza all'ingresso delle alunne e degli alunni; verifica dei docenti da sostituire e assegnazione supplenze), il preside Marco Vitruvio si ritirò in presidenza per esaminare la scaletta delle cose da fare e decidere da quale cominciare.
Mentre era intento nella lettura, entrò nella stanza un bidello. Era quello che, di solito, si presentava a fine mattinata e rimaneva in piedi, silente, fino a quando gli arrivava addosso lo sguardo del preside; sollevava all'altezza del volto l'indice ed il pollice della mano destra uniti nei polpastrelli per dire:
- Vuole un goccio di caffè? -
Era sicuro di far piacere al preside offrendogli quel “goccio”, l'ultimo della mattinata, su cui poggiare l'ennesima sigaretta.
Il preside, stupito di vederlo a quell'ora, peraltro con una espressione preoccupata sul volto, chiese:
- C'è success, Pasquà? Ci sono novità? -
Con voce alterata il bidello:
- Preside -
- Sì? -
- Preside, fuori c'è una classe che dicono che fanno lo sciopero… -
- Sciopero? E perché? -
- Non zo … -
- Che vuol dire non zo? Dove sono? Sono andati via?-
- No, no, stanno qua fuori, stanno vicino all'ingresso -
A meno di un metro dall'ingresso della scuola c'era un gruppo di una ventina di ragazzi disposti in cerchio. Alla vista del preside il cerchio si aprì, qualcuno fece passi indietro, altri si mossero di lato.
Tra una ritrosia, un balbettio e un sorriso nervoso, uno dei ragazzi fece capire che non volevano entrare perché i gabinetti a loro disposizione erano sporchi, molto sporchi, tanto da essere inutilizzabili.
- Quali sono? -
- Quelli di fronte all'aula nostra.-
Avendo preso coraggio, ma con le guance infuocate, il ragazzo proseguì:
- Preside, sono in quelle condizioni da tanto tempo -
- Andiamo insieme a vedere? -
Il gruppo, con alla testa il ragazzo che aveva parlato, si accodò al preside.
Fu sufficiente uno sguardo veloce perché Marco Vitruvio si rendesse subito conto della situazione:
- Ragazzi, avete ragione –
Fatta una rapida riflessione, proseguì:
- Facciamo un patto.
- Quale? - chiesero ad una voce due ragazzi.
- Voi adesso entrate in classe. Se nell'arco della mattinata i bagni non saranno puliti, domani fate sciopero -
Il patto fu accettato.
Segretario e bidelli convocati in presidenza. Con piglio mussoliniano, mascella sollevata e voce stentorea, Marco Vitruvio ordinò:
- Provvedere immediatamente. Pulire i bagni. Entro due ore devono essere utilizzabili -
I bidelli si guardarono l'uno l'altro, in primo luogo stupiti dal tono e dalla perentorietà dell'ordine, mai utilizzati in precedenza dal preside, in secondo luogo perché nessuno si sentiva responsabile e quindi chiamato in causa. Segretario e capo bidello si consultarono. Dopo qualche minuto in presidenza arrivò il nome del bidello
Dopo un paio d'ore i ragazzi furono invitati a prendere visione di quel che era stato fatto: i bagni erano puliti a specchio.
L'episodio fu gratificante per i ragazzi: avevano, a ragione, protestato e la protesta era stata utile a eliminare il disagio. Fu gratificante anche per Marco Vitruvio: aveva stabilito un patto di fiducia con i ragazzi; ora sapevano che potevano fidarsi del preside e che potevano rivolgersi a lui quando c'era una lamentela da manifestare.