Hammel Forest, Inghilterra 1925
--- Il male assoluto o il bene assoluto esistono davvero? Pensateci!
Avete presente il lato malvagio o il lato buono che c’è in noi?
Non rispondete? Mi rendo perfettamente conto che non è un argomento facile da discutere, per cui lasciate che vi dica semplicemente questo: se conducete un'esistenza sempre nel giusto o sempre nel torto, vi mancherà di certo qualcosa che non avete fatto.
Infine, non dimenticate mai che una dei due orientamenti resta quello predominante, sta a voi decidere a quale affidarvi. ---
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Furono queste le parole che ritornarono in mente a Sir Lawrence, parole espresse diversi anni prima da Lord Baldric, suo maestro di spade ed anche mentore, in quanto, dopo essersi cimentato in un duello a suon di revolverate e avuto la meglio sull’avversario, il nobile fu assalito da un dubbio morale.
«Cosa faccio adesso? Lo uccido oppure lo risparmio?», si domandò con fare incerto, prendendo seriamente in considerazione il doloroso tradimento causato da Julia, la sua lady, con lo sfidante che aveva davanti.
Sir Arthur nel frattempo se ne stava riverso per terra, prodigandosi a tamponare con una mano la ferita al petto e gemendo a bassa voce dal dolore.
Qualche giorno prima, Sir Lawrence fece recapitare per posta al rivale in questione una missiva in cui gli scrisse di aver scoperto la tresca illecita e che, avendo macchiato il suo onore nonché quello della sua illustre famiglia, la questione poteva essere risolta soltanto tramite un combattimento mortale.
Inoltre stabilì la data, l’ora e il luogo dell’incontro senza possibilità di rinviare o rifiutare.
Sir Arthur sapeva di non aveva scelta e che non sarebbe stato consono da parte di un puro inglese come lui non accettare la sfida.
«Ve ne prego Lawrence, non freddatemi, sono troppo giovane per morire, vi chiedo perdono!», implorò Sir Arthur con le lacrime agli occhi.
Il nobile posò la propria Enfield nella fondina e lanciò la Webley dell’avversario sconfitto decisamente lontano.
«Oggi mi trovate in uno stato di grazia. Mi auguro per voi di non incrociarvi mai più sul mio cammino»
«Grazie, siete un gentiluomo!»
«Manderò qualcuno a recuperarvi, non vi lascerò marcire, sennò non vi avrei risparmiato!», concluse Sir Lawrence dandogli le spalle. Decise di avviarsi alla sua magione, ma alcuni secondi dopo udì armarsi un cane.
Capì all’istante e fece una capriola evasiva.
Sir Arthur teneva nascosto un piccolo revolver sotto gamba e lo estrasse con il chiaro scopo di uccidere ma i tre colpi sparati andarono a vuoto.
Ci fu un ultimo sparo e a cedere fu proprio l’infido dei due che venne colpito alla pancia.
«Non amate perdere!», esclamò Sir Lawrence con la pistola alzata.
A differenza di prima, senza alcun ripensamento sparò in testa a Sir Arthur, per poi restare a osservare per qualche istante il suo rivale deceduto.
«Vai a fare del bene!», pensò amaramente, per di più consapevole del suo cambiamento interiore.
Posò nuovamente l’Enfield nella fondina e una volta richiusa, a testa alta, con passo spedito tornò nella sua lussuosa dimora.