Esco dal Centro Commerciale e non trovo più la macchina.
Mi sembrava di essere nel settore giusto.
Quando sono arrivato, ore fa, c'erano poche macchine.
Mi sono presentato a te in condizioni decenti, ma non è bastato.
Da tanto tempo ti eri staccata da me.
Hai seguito un tuo corso.
Hai cominciato a frequentare ambienti diversi.
Una volta ti ho vista, vicino al muro esterno di un locale.
Tu hai fatto finta di niente, ma sono sicuro che ti sei accorta di me.
Ho cominciato a seguirti. Ti ho vista, spesso in questo Centro Commerciale. Ti piace addentrarti tra i vari negozi e concederti una pausa in questo bar.
Mi sono presentato a te. Eri così piccola su quella sedia, vista da lontano. Poi, quando mi hai visto, hai cominciato a diventare sempre più imponente. Ti sentivi forte, potente. Ho cercato di parlarti, di spiegarti che è impossibile che noi si possa vivere separati, lontani l'uno dall'altra. Noi siamo indivisibili. C'è un legame che ci unisce. Tu non dicevi niente.
Diventavi sempre più maestosa.
“Lo so”, ti ho detto, ” mi rendo conto di aver dato per scontata la tua presenza. È un errore che fanno in molti. Ora però sei qui.”
Tu, sempre in silenzio, hai cominciato ad allontanarti, a scivolare via da me. Ti ho inseguita, urlando per il Centro Commerciale. Sono uscito fuori. Faceva freddo. Ho urlato il tuo nome. Eri scomparsa. Mi sono accasciato su una panchina con la testa tra le mani. Non so per quanto tempo sono rimasto lì. Poi mi sono ripreso. Solo in quel momento mi sono reso conto di non ricordare dove fosse la macchina.
Sono passate ore e ore e sono ancora qui. Aspetto che il parcheggio si svuoti. Passeggio lentamente, rasentando un muro. Ogni tanto do una sbirciata alla parete intonacata illuminata dalle luci del parcheggio.
Inutile.
Lei non c'è più.
La mia ombra mi ha definitivamente abbandonato.
Forse un giorno ci incroceremo di nuovo.
Lei incollata a un altro.
Ci scambieremo solo un cenno.
Niente di più.