Utilizziamo i cookie strettamente necessari per il funzionamento del nostro sito.
Opzionalmente si possono abilitare i cookie usati da Google per offrire annunci pubblicitari personalizzati.
Per informazioni più dettagliate sui cookie che utilizziamo, e per cambiare in futuro la tua scelta, puoi consultare la nostra pagina Privacy
I cookie strettamente necessari abilitano le funzionalità principali del nostro sito web e
consentono statistiche anonime. È possibile
disabilitarli solo modificando le impostazioni del browser, ma ciò potrebbe influire sul corretto funzionamento
del sito stesso.
Imposta cookie di terze parti per ricevere una pubblicità
mirata ai tuoi interessi. Se questa impostazione è spenta, riceverai pubblicità generica.
Fu alla prima e ingiallita pagina del "42esimo parallelo" di Dos Passos che sentii salire l'infezione, in quel fatiscente scantinato dove ero solito rifugiarmi per abolire dalla mia memoria qualcosa di cui adesso non ho più traccia nè ricordo (forse una donna?), mi ritrovai così:
Io, Dos Passos, l'infezione e l’uomo dal bisturi facile
Sapevo che nascosti da qualche parte c'erano degli antibiotici Zaxtim, ultima generazione, pronti e in attesa di essere pesantemente ingeriti, pasticconi giallognoli senza orma di scadenza sul retro della scatola, simili a supposte per balene. Ne mandai giù tre, quattro a secco. Gulp! ingollati come mattoncini di cemento armato. Svogliatamente sfogliai la seconda e terza pagina in attesa di una reazione anafilattica che almeno mi avrebbe messo K.O. momentaneamente senza possibilità di rialzarmi dopo la conta... di un arbitro di nome Malasorte. Sapevo che il peggio sarebbe stato trascorrere quell'estate nell'ammuffito scantinato con Dos Passos e l'infezione che non mi avrebbe lasciato scampo, con un decorso inesorabilmente lento come il torrido mese d'agosto. A volte cadevo in catalessi risvegliandomi solo a brevi intermittenze, come un televisore fuso, e ritrovandomi con brividi di freddo, sudaticcio, con denti serrati che emettevano sinistri rumori simili a squittii di roditori di fogna. A volte speravo di non essere io quello rannicchiato in un cantuccio, ma che fosse, chessò, il ricordo di una donna, il fantasma di Dos Passos, o la materializzazione dell'infezione... Ma quando lo Zaxtim fece il suo effetto intuii… che ero proprio io! Dopo che Dos Passos accennò uno sbieco sorriso all'infezione, lasciarono lo scantinato entrambi. Il sole d'agosto filtrò una luce salvifica attraverso le fessure proprio mentre le palpebre si appoggiarono stanche.
Fu soltanto allora che Lei entrò, gomma da masticare e sigaretta ben inserita tra le labbra. Questo binomio è solito per quelle donne che hanno poca dimestichezza con la nicotina e fumano soltanto per darsi un tono da suburbane femme fatale. Restò in silenzio osservando la cadaverica esalazione che fuoriusciva dalla bocca semiaperta di Lui. Fumo caldo contro fumo freddo. La stanza era vuota e satura di condensa e morte. Pensò quindi alla bocca di lui, immaginandola come un cratere di un vulcano semi attivo che si sarebbe presto spento, e poi leggiadra baciò le sue palpebre chiuse come si fa con i bambini dopo che si sono addormentati. Lei sapeva di cosa si era trattato: una donna da dimenticare? Non si trovava forse lì per quel motivo? Eppure l'atmosfera non era pervasa da quel senso di pathos e tragedia che situazioni del genere conferiscono come da prassi di ellenica memoria. Lei, immobile, lo fissava senza intensità dall'altro angolo dello scantinato, le ricordava un pugile malandato, andato giù proprio prima del suono del gong al suo ultimo e impari incontro d'addio con la Sorte avversa. Le scappava da ridere ma, contenendosi, sapeva che non avrebbe potuto, non in quel momento. Un'ilarità improvvisa l'avrebbe fatta sentire tanto sacrilega quanto cinica. La sua coscienza divorava illusioni e sguazzava negli altrui sogni. Carne onirica da macello, insomma. Lei, che era sembrata debole, stava trionfando, il suo perverso controllo su ogni dannata emozione non avrebbe dato scampo a nessuno: era un avversario invulnerabile e questo lui non poteva saperlo. Lui che era soltanto passione. Così quella femminea infezione che non leggeva Dos Passos spense la sigaretta, torcendola con decisione col suo tacco lucido e nero contro il pavimento. una risata fuori luogo echeggiò al di là dello scantinato, in lontananza si udì soltanto il lacerante atto chirurgico di un bisturi che sezionava carne.
Lawrence Dryvalley, 02 November 2024
La Rapina II
Tempo di lettura: 30 secondi
M sfrecciava nel traffico come solo un pilota può fare. Q seduto davanti teneva bassa la testa mentre io, fuori dal finestrino posteriore, sparavo alle volanti degli sbirri. Non so chi ha cantato, [...]
Lawrence Dryvalley, 12 November 2024
La Rapina III
Tempo di lettura: 30 secondi
L'automobile si ribaltò più volte prendendo fuoco. Q e M erano spacciati e io non ne avevo per molto. Meglio così che consegnati al Clan. Mi trascinai fuori poco prima dell’esplosione. Con l'ultimo [...]
Piccola stella, 03 November 2024
VERSI DI PROTESTA
Tempo di lettura: 30 secondi
PROFANAZIONE Il fracasso della banalità ha denti feroci che azzannano ogni alito di brezza. BUONE INTENZIONI Benpensanti comuni aspettano solo di averti sottomano per toglierti dignità. Reclamano [...]
Giuseppe Scilipoti, 02 November 2024
Gnocchi... alla romana
Tempo di lettura: 30 secondi
Pietanza divisa in due. Conto separato.
Tutti i racconti
Utente Anonimo
Per utilizzare questa funzione è necessario effettuare il login. Accedi oppure
registrati per avere la password
Siamo sette alla fermata, è umido ma i saluti fioccano. Siamo un gruppetto abitudinario nel quale Crocefissa spicca. Guarda le moldave, le russe e le africane con distacco. Se non avessi giurato sui miei figli di tacere le spiegherei che la fermata è il punto dove i mezzi pubblici stradali si [...]
Tempo di lettura: 2 minuti
Ellissa:la vita è un continuo ricercare un' equilibrio tra noi e gli altri. [...]
Ex alza il viso dal piatto al ristorante e la vita è cambiata in un solo istante. Il suo viso è una ridicola maschera tanto che immediatamente penso stia facendo lo sciocco, la ragione non vuole vedere l’abisso che mi aspetta se solo lasciassi entrare i pensieri logici. Poi tutto precipita. Capisco. [...]
Ho sempre odiato stendere i panni. Sempre. Lo faccio solo perché mi piacciono le mollette. Ho mollette sparse per casa e spesso ancora attaccate a lenzuola, pantaloni e camicie che ritiro e piego in modo rapido e ripongo in luoghi riparati e sicuri chiamati armadi. A volte indosso i miei vestiti [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
Ecate:Grazie!!! Mi fa piacere alleggerire i cuori :-) @Dario: un corso accelerato [...]
L’esilioDiRumba:Da bambino mi divertivo con i miei amici e parenti maschi della mia stessa [...]
È già da tempo che le persone non ragionano con la propria testa, ma con la testa degli altri. Cioè di quelli che manipolano gli individui per portarli a raggiungere gli scopi che si sono prefissati, e la gente crede che tutto si svolge nell'interesse e nel bene dell'umanità- (Praticamente schiavizzarsi [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
Gennarino:Rubrus: Si, vero, ogni epoca ha avuto il suo prodotto innovativo criticato, [...]
L’esilioDiRumba:Molti ragazzi di oggi riescono, ancora più di quelli ddella mia generazione [...]
È uno dei miei ricordi più belli. A prima vista può sembrare banale ma non lo è. Avevo preso l'abitudine, a metà mattina, di bere il caffè col papà. Ovunque mi trovassi per noi era un'appuntamento fisso. Se potevo andavo a casa dei miei, altrimenti lo bevevo con lui a distanza: dai clienti se ero [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
Lawrence Dryvalley:Ciao Dario, ho letto questo e le ultime tue proposte anche se non ho commentato. [...]
Dario Mazzolini:grazie Lorenzo. Ti leggo sempre volentieri pure io. Grazie ancora per il tempo [...]
Condanna Ad ogni battito di ciglia i suoi occhi indigo sprigiona in me ardente ardore. Ha dimenticato il mio sole caldo nel suo vascello come astro d'amore in quei fluttui delle sue tribolazioni. Ero al suo fianco come ancora di salvezza per non farla annegare, conficcata nella sabbia della sua [...]
Nomina Omina. C’è un destino nei nomi, come nelle collocazioni geografiche. Quella di Los Angeles, confinante con il mare del tramonto giustificava una nota malinconica e decadente, come le palme del vialone mi suggerivano con garbo. Forse avrei potuto inserire questo pensiero, che mi pareva passabilmente [...]
Tempo di lettura: 5 minuti
Rubrus:Un buon racconto, ben costruito, con una trama ben articolata e ben scritto. [...]
Fare il medico gli piaceva. Dopotutto non era un lavoro pesante come fare il fonditore. E lui per tanti anni di estate quando chiudeva la scuola il fonditore lo aveva fatto davvero. Dalla mattina alla sera insieme al suo babbo. Di quei giorni lontani gli erano rimasti sulla pelle del dorso delle [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
Cavallaselvatica:un goal indelebile, le emozioni che lo circondano sono infinite. complimenti
Adribel:Il passato, spesso si vorrebbe fare un rewind e si vorrebbero sistemare cose [...]
Ho scompigliato i tuoi capelli stelle filanti di argento e oro Ho baciato i tuoi occhi di mandorle e miele la tua bocca letizia di scandalosa grazia Ho baciato I tuoi seni che sono onde di mare Il tuo innocente candore di lussuria, estasi che trascende il corpo, in un triangolo oscuro di umido [...]
Tempo di lettura: 30 secondi
PRFF:Eros, Bacco, un goccetto di innocente perversione, un tocco di spiritualità [...]
Dario Mazzolini:grazie prff per il tuo commento spiritoso. Se vogliono pagano il biglietto [...]
La vita influenza il sogno. E viceversa. (Dialoghi Onirici, Thomas J. Plight) Era una mattina di uno splendido Luglio, mi sentivo molto vivo, immerso negli scarichi ignoranti di uno degli quattro letali serpenti di veicoli. Scorrevano affiancati e vagamente consapevoli l’uno dell’altro. Anche [...]
CICCIONE FA UN BUDDHA Hi, qui è la Centrale Paranoica, non siete ancora stufi di noi? Oggi è la volta di Archie, un gran predicatore ed un gran ciccione. "CICCIONE FA UN BUDDHA" sta scritto su una specie di arco sul vialetto che porta al suo bungalow a forma di Igloo. In effetti il suo giardino, [...]