Antonella, madre premurosa, dopo avere acquistato il suo bel pollo al supermercato, cresciuto ad estrogeni (una bomba chimica di tutto rispetto) lo inserisce nel suo bel fornetto a microonde, che in pochi minuti lo renderà “commestibile” e pronto ad essere divorato dall’inconsapevole famigliuola di zombi, annaffiato con una MAXICOLA rigorosamente ghiacciata.
L’allevatore di polli in batteria, che come tutti non vuole perdere tempo, né tanto meno sottoporsi a sforzi eccessivi, rimpilzerà i poveri pennuti di mangimi all’arsenico, di sostanze chimiche derivanti da processi di sintesi, e di antibiotici quanto ne basta.
Anche l’agricoltore, un po’ fannullone e furbetto, non è da meno. Diserbanti, pesticidi e una bella dose di fertilizzanti, gli assicureranno un raccolto veloce e abbondante.
Luca, dopo avere mangiato il pollo, avverte un senso di pesantezza alla bocca dello stomaco, un bruciore, e un forte mal di testa lo costringe a decidere di abbandonare l’idea della discoteca. Ma il “pronto intervento” della madre premurosa risolve la questione in un lampo, porgendogli una pastiglia di antiacido e due di antiinfiammatori non steroidei. (Negli effetti collaterali degli antidolorifici in genere, si parla di emorragie gastriche che possono portare alla morte).
Dopo poco, Luca si sente subito meglio, agguanta il giubbotto, si assicura di avere con sé il cellulare, ringrazia, e con un ritrovato sorriso, esce sbattendo la porta. La mamma, soddisfatta, si ritira nella sua stanza pronta a consumare un lungo sonno ma non senza avere preso la sua dose serale di barbiturici. (In molti psicofarmaci è bene evidenziato il fatto che possano, in alcuni casi, portare al suicidio – oltre al resto).
Ma ecco che subito squilla il cellulare posto sul comodino. E’ Franco, il marito ingegnere, che dal Sudafrica la chiama per augurarle la buona notte. Un’ora di conversazione dal contenuto retorico, dove la povera donna dopo essere stata bombardata per ‘60 lunghi minuti dalle “onde ionizzanti” del telefonino, conclude dicendo: “Che straordinaria invenzione.. ci possiamo sentire quando vogliamo, da qualsiasi posto e da qualsiasi distanza – ti amo amore.. chiamami presto”.