-Buongiorno, avete sogni?-
-Sì, ma non so se sono scaduti. Sa, ognuno ha i propri, non vengono mica a comprarli!-
-Ah, ho capito. Ma quanto costano al chilo?-
-È considerata merce di lusso, sono cari. Poi dipende: che tipo di sogno cerca?-
-Mah, non so… me ne basterebbe uno qualunque. Io, i miei, li ho esauriti tutti.-
-Bene, quindi li ha avverati?-
-No, li ho regalati a chi poteva realizzarli. Per esempio, una mia amica voleva sposarsi e io gliel’ho ceduto.-
-Ah, e si è sposata?-
-Si, ma si è separata. Del marito nessuna traccia e adesso vive da sola con i gemelli e la femminuccia di tre anni. Mi sento un po’ in colpa; forse le ho passato il sogno sbagliato perché, in fondo, io non mi volevo mica sposare, era un sogno che a sua volta mi era stato regalato.-
-Guardi, forse ho il sogno cha fa per lei. Se riesco a trovarlo le faccio pure lo sconto, tanto non lo vuole nessuno.-
-Posso pagare con il bancomat?-
-Ma i sogni non si pagano con i soldi, i sogni si pagano con la speranza e la voglia di realizzarli.-
-E quanta speranza devo darle per avere questo sogno?-
-Infinita, roba da milioni di zeri.-
-Adesso ho capito perché non è riuscito a vendere i suoi sogni. Nessuno è disposto a pagare così tanto.-
-E lei, se la sente?-
-È una cifra non indifferente; ci devo pensare.-
-Sì, ma non indugi a lungo. Se aspetta troppo tempo il sogno svanisce, non sta ad aspettare lei.-
-Va bene, mi ha convinto; lo prendo.-
-Allora glielo incarto, però mi raccomando; stavolta non lo regali a nessuno, ai sogni non piace essere ceduti. E se lo tenga stretto, perché io la speranza non gliela do indietro.-