E ora dovrei scrivere di un amore appena nato? Potrei fare, per una volta nella vita - almeno una, non dico tanto! - quella che se ne infischia. Ovviamente non ne sono capace, ma almeno scelgo di andare di proposito un po' fuori tema, solo per il gusto di sorprendere e di sperimentare un tipo di scrittura più colloquiale.
Non me la sento proprio di descrivere il solito sentimento fatto di palpitazioni, nodi in gola, farfalle nello stomaco e notti insonni. Sto cercando di svuotare il cestino dei ricordi e, mentre riordino il caos che regna sovrano in casa, così come dentro la mia anima, prendo in mano l'ultimo libro d'arte appena comprato alla mostra di Medardo Rosso. Lo apro alla ricerca di una scultura in particolare: Madame X. E' un ovale in cera appena modellato. Si intuisce essere il volto di una donna. A parte il naso, occhi e bocca sono solo accennati.
In questi ultimi due anni mi sono trasformata anche io in una Madame X; mi guardo allo specchio e quasi non mi riconosco più. E mentre mi osservo e rifletto sull'ultimo uomo che mi ha lasciato atterrita, dico tra me e me: "Perché no? Perché non parlare della storia d'amore che sta nascendo con la mia nuova me?"
Non è mica scontato volersi bene, specialmente per me, che sono sempre stata più brava a dare piuttosto che a chiedere, a sopportare, piuttosto che a esprimere.
Ma imparare ad amarsi è imparare a vedere un insieme dalla prospettiva giusta, è un saper cogliere le sfumature, è dare il giusto peso a quel che mi accade, senza farmene travolgere.
E a questo punto i miei non sentirmi "abbastanza" si trasformano in "loro non erano capaci di". Finalmente posso mettere a tacere inutili sensi di colpa per non aver saputo trattenere chi, comunque, non sarebbe stato in grado di rimanere.
In questo volermi bene torno alla ricerca della mia vecchia me, di quella che è tutta contenuta in una scatola. Lì ho conservato le lettere più belle, le foto dei miei genitori bambini, il libretto universitario, dei vecchi disegni, le medagliette dei corsi di sci, il quaderno sul quale trascrivevo le frasi dei libri. C'è la mia storia. Il mio passato, le mie passioni, i miei sogni. Qualcuno è tornato a bussare alla mia porta.
Se c'è un amore che nasce, allora c'è una porta che va riaperta, un cammino che va intrapreso, magari anche sola, ma con almeno una penna in mano.