È quasi ora di pranzo di un'anonima domenica di fine gennaio e Anita è di ritorno dalla solita passeggiata in via Toledo. Due chiacchiere col suo amico Gennaro incontrato per caso, poi a casa, con la prospettiva di trascorrere un pomeriggio solitario nel tentativo di studiare.
<<Ha telefonato un ragazzo per te, ha detto che richiamerà>>, le dice sua madre senza neanche guardarla.
Mentre apparecchia la tavola per il pranzo domenicale ripensa alla telefonata. Non impiega molto a capire chi può essere il misterioso ragazzo che ha chiamato. Sono passati i classici due giorni da quando aveva incontrato Michele nella segreteria dell’università, anche lui perso nella burocrazia dell’Ateneo. Unendo le forze erano riusciti a scoprire la data dell’esame di Diritto Privato. Ebbri di questa piccola vittoria, decisero di prendere un caffè insieme. Michele non era precisamente il suo tipo, ma le aveva fatto tenerezza la sua aria da bravo ragazzo e il modo in cui cercava di mostrarsi spigliato per nascondere la sua evidente timidezza. Trovò normale scambiarsi i numeri di telefono quando lui, con un complicato giro di parole, glielo chiese.
Anita aveva sottovalutato l’intraprendenza di Michele, non credeva che quel ragazzo dagli occhi imbarazzati potesse trovare il coraggio per chiamare; contrastava un po’ con l’idea che si era fatta di lui. “Un’ulteriore prova che i ragazzi non li capisco per niente”, pensa. Pur avendo il suo numero, non lo avrebbe mai richiamato, ma per tutto il pranzo attende con ansia lo squillo del telefono.
Non ha voglia di sentire nessuno, soprattutto non ha voglia di porsi il solito dilemma: essere sincera subito e rassegnarsi a vedere, quasi certamente, un altro ragazzo in fuga, o peggio ancora, vederlo cambiare atteggiamento e intenzioni nei suoi confronti per poi comunque sparire, oppure prolungare con il silenzio la fase iniziale di conoscenza, magari di corteggiamento e dei primi approcci, con il rischio che la verità poi possa risultare più bruciante e la reazione più umiliante.
Un fuoco in spiaggia e tutti intorno, Alex che cantava canzoni dei Cure, dei Nirvana e di Cat Stevens accompagnando con la chitarra la sua voce calda. Anita vicina a lui a fare il controcanto, come se si conoscessero da sempre. Stavano cantando 'Where Do the Children Play?' quando il temporale, senza preavviso, si scatenò violento, mettendo tutti in fuga alla ricerca di un riparo, in pochi minuti il fuoco si spense sotto la furia dell’acqua. Alex la prese per mano, corsero e trovarono rifugio in un piccolo capannone per il rimessaggio delle barche. Fu naturale per Anita abbandonarsi al vento delle Cicladi, ancora caldo nonostante la tempesta, e alle carezze di Alex, vivendo la sua prima notte d’amore.
Erano stati giorni esaltanti, un vortice di idee e di esperienze. I suoi genitori non avevano preso bene il progetto del viaggio in Grecia con le amiche Floriana e Bruna ma, non avendo argomenti validi da contrapporre, ben presto acconsentirono. D'altronde Anita, figlia unica, aveva sempre evitato eccessi e trasgressioni. In fondo era una ragazza tranquilla, amava leggere, studiare, non le piacevano le frivolezze, si sarebbe goduta un po’ di libertà lontana dai soliti impegni e finalmente si sarebbe sentita più simile alle sue amiche. Il viaggio per festeggiare la maturità era ormai una consuetudine, quasi un rito iniziatico per la piena maturità.
Alex sarebbe passato al B&B dove alloggiava per ritirare le sue cose e l’avrebbe raggiunta al porto per continuare il viaggio insieme. L’appuntamento era per le quindici all’imbarco. Alle sedici sulla nave per il Pireo s’imbarcarono Anita, le sue amiche e un enorme carico di delusione. Tornata a casa, Anita l’archiviò inizialmente come una bella avventura finita squallidamente con un’inspiegabile fuga, come inizialmente inspiegabile era il ritardo del ciclo. Ma non ci volle molto a capirne la causa.
Tra gli sguardi indiscreti dei vicini, i commenti maliziosi del parentado e l’abbandono di gran parte delle amiche, la gravidanza proseguì fino alla nascita di Alessio. Seguì ben presto il trasferimento della sua famiglia in un’altra casa, in un altro quartiere.
Alessio nacque nella clinica Villa dei Fiori, ma per Anita con ci fu nessun omaggio floreale, nessuna processione di parenti e amici. Solo una veloce visita delle amiche Floriana e Bruna.
Ora il piccolo Alessio è padrone della posizione eretta, si muove con una certa disinvoltura nella casa dei nonni, per lui immensa. Ama infilare le dita nei merletti del centrotavola e tirarlo a terra anche se poi il rumore degli oggetti che cadono lo spaventa un po'.
Anche la stanza da bagno è una delle sue mete preferite; quando riesce a entrare, il suo divertimento è aprire i rubinetti e far scorrere l'acqua. Ha imparato che quella con il pallino rosso è “cattiva” perché, prima è tiepida come la mamma, piacevole, ma poi fa fumo e brucia. La stanza di Anita è in assoluto la sua preferita; la sua occupazione è contribuire a perfezionare il caos esistente. Alessio per Anita è più un fratello minore che un figlio, ed è quello che credono i nuovi vicini, visto l’aspetto giovanile dei suoi genitori: la Signora Matilde e suo marito Giacomo. Il lettino in camera di Anita è uno dei pochi indizi che rivelano il loro reale rapporto.
Alessio ha gli stessi occhi verdi e gli stessi capelli castano chiaro della madre. Spesso lo portano ai giardini della Floridiana lasciandolo libero di rotolarsi nell’erba e di sperimentare le prime zuffe.
Non ci sono state telefonate e Anita si è tranquillizzata non dovendo porsi il problema di accettare o meno le attenzioni di Michele. La serata passa tra lo studio, la cena e uno stupido vecchio film in televisione.
La telefonata a casa di Anita aveva lasciato Michele negativamente impressionato. La madre, una vera megera con la voce dura come quella di un caposquadra tedesco, prima di informarlo che la figlia non era in casa, lo aveva sottoposto a un interrogatorio degno di un commissario di polizia: “chi sei? Che cosa vuoi da mia figlia? Siete colleghi di Università… e tu che anno frequenti?”. Ma lei gli è rimasta appiccicata addosso.
Decide di superare le sue insicurezze e concedersi un’altra possibilità, sfidando lo sbarramento della madre.