Il Dipartimento di Restauro Architettonico era gremito di studenti, molti ormai afflosciati per terra, stremati dall'attesa che durava da ore. Era il giorno d'esame. Non ricordava neanche più perché si fosse svolto lì e non in un'aula, ma rammentava perfettamente il suo stato d'animo.
Per lei non si trattava di un esame qualsiasi. Al di là del fatto che per lei ognuno era stato speciale. A ben vedere non esisteva proprio il termine "qualsiasi" nel suo vocabolario mentale. Pur di studiare delle materie che non rientravano nel piano di studi della sua Facoltà, era andata a sostenerli a quella di Lettere Moderne, rimpiangendo di non essersi iscritta direttamente lì. Non sapeva ancora che quello sarebbe stato solo il primo di una serie ben più dolorosa di rimpianti. Ora le chiamava affettuosamente le sue vite parallele, sperando ci fosse ancora del tempo e l'occasione per riprenderne a percorrere almeno qualche passo.
Era il suo ultimo esame, con tutto ciò che questo comportava. L'aveva rimandato fino all'ultimo, dando la precedenza ad altri. L'aveva conservato come si conserva l'ultimo boccone di torta. Quello che non cederesti mai. Quello che ha, da sempre, il sapore più intenso.
Anche lei voleva chiudere in bellezza.
Difficile chiudere, a ogni modo. Per lei era sempre difficile mettere la parola "fine": a un ciclo della vita, a un amore, anche a un libro. Stava già pensando di rimanere all'interno dell' Università, facendo il Dottorato di Ricerca o la Scuola di Specializzazione. Lo studio le era congeniale. Era una storica, non una progettista. Dentro quelle mura si sentiva protetta e credeva che, prima o poi, ci sarebbe potuta essere lei dall'altra parte della cattedra. Sarebbe stata implacabile. Non avrebbe perdonato la superficialità e l'improvvisazione. Le sarebbe piaciuto vedere gli occhi dei suoi studenti brillare per l' entusiasmo e la passione durante le sessioni d'esame. Solo a quel punto anche lei avrebbe meritato una "lode".
Si guardò intorno. Cominciò a chiedere a che lettera erano arrivati. Si mise a contare quante persone l'avrebbero preceduta. Aveva voglia di sedersi, era carica della stessa adrenalina che sente il torero prima di entrare nell'Arena. Non aveva paura agli esami, anzi. Arrivava sempre talmente preparata che più di una volta aveva ricevuto gli elogi. Era addirittura accaduto che il Preside avesse chiamato a raccolta i suoi collaboratori e l' avesse presentata loro, come fosse uno di quei fenomeni atmosferici che si verificano ogni cinquant'anni. E tra poco sarebbe finito tutto. Ci avrebbe pensato la vita, d'ora in avanti, a darle il voto. Peccato che lì lo studio non sarebbe servito a nulla. Le carte da giocarsi sarebbero state altre, non certo quelle del sapere.
L'addome prese a contrarsi.
Non era solo l'ultimo esame. Era anche l'unico in cui rischiava che a interrogarla non fosse un esaminatore qualsiasi, ma lui: il suo correlatore. Il problema era che per lei non era un estraneo. Lo conosceva da diversi anni: stesso mare, stessi amici, stesso senso dell'umorismo. Solo molti anni dopo li avrebbe accomunati anche la fine dei rispettivi matrimoni.
In realtà non poteva dire propriamente di conoscerlo. Aveva imparato a prevedere quello che si sarebbe sentita contestare a ogni appuntamento per la revisione della tesi, conosceva il ritmo a cui faceva muovere le gambe sotto l'ombrellone e quel preciso rumore che emetteva con la bocca alla fine di ogni battuta. Aveva impresso negli occhi il suo sorriso, non tanto la risata, che lasciava intravedere i denti piccoli e regolari. Conosceva il modo in cui impugnava la matita e sapeva che per lui era più facile stuzzicare che parlare. Era oltremodo certa che se l'avesse interrogata, sarebbe stato come sostenere l'esame sotto i riflettori di tutti i loro amici. Sarebbe stata la versione di lei contro quella di lui. Non poteva permettersi neanche un minimo tentennamento.
C'era solo da sperare di essere interrogata da qualcun altro.
Era sufficiente che l'assistente di fianco terminasse prima di lui. Questione di attimi. Lui fu più veloce.
"Gianotti" sentì chiamare. Finse sangue freddo, mentre le sue guance infiammate tradivano l'agitazione. Anche lui sembrava stesse recitando una parte. Non ricordava neanche se le avesse dato del "tu" o del "lei". Era consapevole di essere alla resa dei conti, all'ultimo giro di giostra. Si concluse con un 29 e con un santino fuoriuscito per sbaglio insieme all'estrazione del libretto dalla custodia. Cercò di agguantarlo con una mossa fulminea tipo zampata di gatto, ma fu tutto inutile.
Non rammentava più quale Santo fosse, ma non dimenticò mai l'espressione divertita e ironica che si stampò sul suo viso.
Ripensò alla sua vita attuale, agli appelli a cui non si era presentata e a quante volte si era sentita impreparata davanti agli esami della vita. Spesso si era domandata dov'era finita la grinta che aveva sfoderato durante il periodo universitario.
Anche suo marito l'aveva bocciata. Anzi, l'aveva espulsa. Cartellino rosso.
Fece un lungo respiro e accese il computer. Aveva voglia di rimettersi nuovamente alla prova, di riuscire ancora a dare il meglio di sé, riscoprendo attitudini da troppo tempo accantonate. Rilesse i messaggi che si erano scritti poco prima, mentre si stava prendendo una pausa durante gli esami. Erano passati più di vent'anni, ma lui era ancora lì. Lei gli aveva suggerito delle domande, invidiando segretamente il fatto di non essere seduta al suo posto.
"Ci godi, Gianotti? Pensa che potresti esserci ancora tu davanti a me!" le rispose. Lei si lasciò andare a un ampio sorriso, rivivendo l'emozione di quel giorno.
"Prrrr....Già dato...Potrei scrivere un racconto, attento!" lo punzecchiò, immaginando l'espressione divertita sul suo viso.
Le frasi iniziarono a inanellarsi nella sua testa, ancor prima che riuscisse a dominarle. Sollevò leggermente il capo e chiuse gli occhi per concentrarsi meglio. Si passò come d'abitudine una mano tra i capelli e pensò:"Questa non te l'aspetti!"
"Il Dipartimento di Restauro Architettonico era gremito di studenti..." prese a scrivere di getto, pregustando già il momento del messaggio successivo.