La mente umana è perennemente al lavoro… non si riposa e non sta zitta un secondo. Questo persistente chiacchiericcio è causa di stress, sebbene nessuno se ne renda conto. È uno stress freddo che alla prima difficoltà e problema si manifesta in forma di nevrosi, ansia, depressione, paura, e tanto altro.
Gli animali, diversamente, non conoscono questo stato, questa condizione, essendo limitati a una memoria fotografica. Gli animali sono senza pensiero. Osservate il vostro gatto! Eccolo, comodamente sdraiato su divano del salotto con gli occhi aperti. In quel momento non pensa, non proietta, non ha aspettative, ma semplicemente osserva e incamera immagini. Spesso è in contemplazione, altre volte ammira. Non formula ragionamenti, ma vive nella presenza dell’istante. Certo, il gatto come tutti riposa, ma il più delle volte, quando crediamo stia dormendo, in realtà sta meditando, è in ascolto.
I felini sono i più meditativi fra tutte le specie animali, i più liberi e indipendenti, perché più vicini all’essenza delle cose, al seme originario e in sintonia e armonia con il flusso universale.
Le civiltà del passato, sapendo di questa loro speciale caratteristica e prerogativa, ne avevano grande rispetto, al punto di rappresentarli come vere e proprie divinità e maestri spirituali.
Il gatto rappresenta la pace, la quiete, il silenzio, la non dualità, la non mente. Questo assoluto stato di profonda libertà gli consente, all’opposto, di essere attento, vigile su tutti fronti, pronto all’attacco e alla difesa qualora se ne presentasse la necessità… e con una capacità reattiva unica.
L’agilità del gatto e la sua elasticità sono proverbiali. Nessuno è come lui, come proverbiale è la sua apparente indolenza. Queste doppie nature convivono nel gatto in forma complementare, dove l’una alimenta l’altra, in virtù di una sorta di simbiosi energetica, di uno scambio compensativo.
Infierire su un gatto, torturarlo fino a ucciderlo, è la cosa peggiore che si possa fare. Il nostro karma ne sarà compromesso, e niente nella nostra vita sarà più come prima.
Tutti noi dovremmo tenere un gatto fra le mura domestiche, come era in uso un tempo, perché è il solo a potere canalizzare le frequenze positive nell’ambiente, assorbendo e metabolizzando quelle negative, oscure, per poi espellerne le scorie attraverso la meditazione e il suo metabolismo sottile.
Gianni Tirelli