La Sibilla riposava comodamente sul letto del suo padrone, e non aveva altre preoccupazioni esterne che turbassero il suo sonno, così come tutti i gatti, allevati nell'ambiente domestico. Ma lei un tempo era stata selvaggia; era una gatta speciale. Il suo compito consisteva nel trarre a sé le anime, per portarle nel mondo dell'aldilà. E per fare ciò, le attirava tramite i sogni; in essi avvisava loro che sarebbero state traghettate di lì a poco nell'oltretomba; nel viaggio di sola andata senza ritorno, ma con tante possibili destinazioni, chiamato “morte”. Il suo padrone l'aveva trovata per la strada dieci anni prima, intrappolata e ferita da un filo spinato, posto al di sopra di una recinzione di una vecchia fabbrica abbandonata, nella quale viveva insieme ad altri suoi simili. Era davvero molto piccola allora, era completamente nera, con tre macchie bianche sulla pancia. Simone mai si sarebbe immaginato che quella gatta avesse dei poteri sovrannaturali. Era un uomo razionale, non poteva credere a queste sciocchezze : era un chimico, un uomo di scienza. Ma dovette ricredersi. Simone la chiamò Sibilla, per le innumerevoli profezie che lei stessa avrebbe sussurrato nei sogni, nella mente del suo padrone e delle persone a lui care, rivelatesi tutte corrette. Aveva già un'altra gatta di nome Linda, e temeva che si sarebbero scontrate. Invece le due gatte andarono d'amore e d'accordo. Simone, si aspettava un ring all'ultimo sangue tra di loro, ma fu smentito. La Linda da tempo si comportava in modo strano, era diventata apatica, mangiava a stento e si rintanava spesso dietro la tenda della camera da letto, come se volesse allontanarsi da Simone, per un torto o un capriccio. Ma quando vide la Sibilla si rianimò all'improvviso. Era ritornata quella di un tempo, vivace ed affettuosa. Ritornò a dormire accanto a lui, e Simone non poteva credere ai suoi occhi.
Quella notte, dopo averla presa in casa, la Sibilla, si manifestò in sogno a Simone, nella sua veste da “profetessa delle anime morenti”, così come la definì il suo padrone in seguito. Nel sogno, la Linda dormiva beata accanto alla Sibilla. Simone era accanto a loro, che le osservava, ma nonostante il senso di beatitudine iniziale che provava, confortato dalla placida tranquillità che solo i gatti sanno trasmettere, notò qualcosa di strano. La Linda non stava dormendo, non respirava più, era morta. Preso dal panico, Simone la scosse forte, ma il suo corpo era rigido e ormai privo di ogni sintomo di vita. La Sibilla lo guardava con quegli occhi color smeraldo, intrisi di tristezza e compassione per il suo padrone. Con il pensiero gli trasmise queste poche e semplici parole : “la tua gattina è morta, aveva un cancro. Ma stai tranquillo, io la trasporterò nell'aldilà e lei giacerà come spirito in questa casa, e per sempre rimarrà con te fino a che il tuo corpo fisico non morirà.”
Simone si svegliò, urlante e febbricitante. Accanto a sé la Sibilla stava dormendo. Controllò i movimenti del suo ventre, era viva. Ma non riusciva a trovare la Linda. Scese dal letto e la cercò in lungo e in largo, ma era scomparsa.
“Lindaaaa! Dove sei!!!”, gridava, nel silenzio irreale della notte.
Poi si ricordò di aver lasciato la finestra aperta e alla Linda piaceva tanto appollaiarsi in balcone per godere della brezza notturna. Era estate, era il 22 agosto 2013 e la Linda era stesa lì, morta.
Linda...perchè? Eri l'ultima cosa che mi rimaneva..di lei.
Quella gatta era della sua ex, Serena, e gliel'aveva lasciata dopo averlo abbandonato ed essersi trasferita all'estero, con un altro uomo. A quanto pare Serena si lamentava del fatto che Simone dava molte più attenzioni al suo animale che a lei. Ma questo era solo un pretesto, lei lo aveva tradito e voleva allontanarsi da lui, per sempre. Inoltre avevano troppe incompatibilità caratteriali ed esistenziali : lui era un uomo troppo analitico e privo di sentimenti, mentre lei era una donna passionale, spirituale che credeva nel misticismo e nelle cose che “vanno al di là della nostra comprensione”, come spesso lei gli diceva nelle loro innumerevoli discussioni, riguardo allo scontro tra scienza e sovrannaturale . Lui la derideva spesso per queste sue idee e la trascurava, mettendo al primo posto il suo lavoro.
Ora avrebbe voluto dirle, “avevi ragione, perdonami”. Ma era troppo tardi.
Simone cercò di scacciare dalla sua mente questi pensieri; era furente con la Sibilla, pensò che quel gatto fosse il Diavolo e che avesse provocato la morte della sua Linda. Più volte la abbandonò nel posto in cui l'aveva trovata; ma la Sibilla ogni sera si presentava davanti a casa sua, miagolando disperatamente e grattando sulla porta.
Simone allora, dopo qualche giorno, in cui cercava di elaborare il lutto per la sua gatta defunta, fu colto da un improvviso e violento moto d'odio verso se stesso.
Come ho potuto farti questo e ritenerti responsabile della sua morte? Sono una persona cattiva, non mi meriti, dolce Sibilla. Ma se proprio insisti, ti riprenderò con me, spero mi avrai perdonato.
E la Sibilla l'aveva perdonato. Il suo padrone l'aveva riaccolta in casa, riempiendola di cure e di attenzioni, per cercare di eliminare quel senso di colpa che l'aveva avvolto.
Ma le tragedie non vengono mai da sole.
Era vero, “certe persone hanno la tragedia nel sangue”, così come aveva detto il personaggio di Gretchen a Donnie Darko, nell'omonimo film. Infatti, dopo la profezia di morte della Linda, se ne susseguirono altre in quegli anni, ma questa volta riguardavano gli umani.
Dopo qualche anno, Serena lo chiamò.
“Simone. Come stai? Questa telefonata ti sembrerà molto strana, ma ho fatto un sogno molto angosciante e ho sentito l'esigenza di chiamarti”.
“Si, posso immaginare di che sogno si tratta. Una gatta nera, ti ha annunciato che morirai presto...Non è così?”
“Ma come fai a saperlo???”
“Oh sono cambiate tante cose, in me, sono diverso da come mi hai conosciuto. Ho preso in casa una gatta, che ho chiamato Sibilla. Proprio perchè le sue profezie si avverano sempre, almeno così è stato per la Linda, in sogno mi disse che sarebbe morta, e così è stato. Mi dispiace Serena...”
“Cosa stai dicendo? Sei fuori di testa, intendi dire che morirò perchè la tua gatta me l'ha rivelato in sogno?”
“Si, proprio così”.
“Sei matto da legare. Riguardati Simone.”
E così accadde, il giorno dopo apprese della morte della sua ex.
Morta in uno scontro frontale automobilistico.
E avvenne la stessa cosa per i genitori di Simone, ai quali la Sibilla aveva profetizzato la loro morte in sogno, così come gli avevano spiegato nella telefonata. Il padre morì di infarto e la madre pochi giorni dopo, per cause sconosciute.
Simone era devastato dal dolore, tanto da non riuscire più a svolgere le normali azioni quotidiane : alzarsi, lavarsi, vestirsi, mangiare, uscire di casa, parlare. Sorridere...
Ma non riusciva a provare odio per quella gatta, in fondo non era colpa sua, lei era solo una mandante dell'angelo della morte.
Così in quel decimo anno di vita della Sibilla, e nel quarantesimo di Simone, avvenne l'ultima profezia.
Simone sognò la sua morte. La Sibilla gli aveva rivelato che sarebbe morto in un incidente ferroviario, nel treno che prendeva tutti i giorni per recarsi al lavoro. Così, per prevenire quella morte orribile e dato che la sua vita non aveva più alcun senso, decise di agire di anticipo. Prese la Sibilla e si recò sul Ponte di Mezzo. Da lì si buttò, e mentre si lasciava affogare nell'Arno assieme alla sua gatta, si chiese se quando il suo corpo sarebbe stato rinvenuto, ci sarebbero stati 21 grammi in meno del suo peso. Così come un quel film, che rivelava la teoria dell'anima : quando il corpo muore, pesa 21 grammi in meno. Si lasciarono trasportare dalle acque dell'Arno, aspettando di sfociare nel mare dell'aldilà, per ricongiungersi alle altre anime perdute.