Da cacciatore, sei adesso la preda.
Il cacciatore fuggì, e la bestia lo inseguì. Fuggì attraverso il bosco, senza guardarsi indietro. I suoi
compagni erano tutti morti. Ma cos'era successo di preciso? Una semplice caccia a qualcosa di
indefinito era diventata un incubo. Ancora lui non riusciva a capire cosa era quello strano animale
(sempre se era un animale), aveva ucciso i suoi compagni e lui era diventato una preda.
Per un cacciatore era assurdo, umiliante, soprattutto per uno con la sua esperienza. Era stato il primo, giorni prima, (che adesso sembravo secoli) ad avere avuto la bella idea. Letto sul giornale di strani incidenti avvenuti nel bosco, aveva così proposto ai sui compagni una caccia, di uccidere e fare una foto accanto al corpo dell'animale per far tacere le persone più fantasiose, quelle che
dicevano che non era un animale a causare le scomparse e i morti nel bosco. Che lassù, nascosto tra
le montagne, era presente un laboratorio, dove qualcuno conduceva esperimenti molto particolari.
Forse qualcosa era sfuggito ai creatori di quel fantomatico laboratorio? Possibile. Adesso ci
credeva anche lui, erano stati sorpresi e attaccati di giorno è già questo era un fatto inusuale, gli
animali non attaccano un gruppo di uomini di giorno. Si era salvato per puro miracolo perchè il
mostro aveva attaccato prima i suoi amici, in molti casi succede sempre così, quasi per caso lui era
più lontano, quindi per un fatto logico e di distanza muore prima chi è più vicino. La loro morte
gli aveva dato il tempo per fuggire.
In quei pochi minuti che aveva visto il mostro temeva di
impazzire (sarebbe stato meglio perchè così non si sarebbe reso conto delle urla dei suoi amici) o
peggio di restare paralizzato dal terrore. Per fortuna si era reso conto senza perdere lucidità che era meglio mettere le ali ai piedi. Inutile sparare al mostro, aveva visto i suoi compagni sparare con i
loro fucili, scaricare i loro Kentucky sulla mostro senza fargli nemmeno il solletico. Non era
servito nemmeno sparargli in testa, nemmeno un graffio.
A quel punto si era reso conto che le storie erano tutte vere. Sembrava un comune orso del Kentucky, ma un orso di grossa taglia in confronto a quel mostro faceva una pessima figura. In quei pochi minuti che aveva visto il mostro e il particolare che più lo aveva colpito erano i suoi artigli, sembravano rasoi giganti, aveva diviso a metà un suo compagno come un taglia carte, tagliandolo di netto a metà, un altro era stato
decapitato.
Adesso cercava in cuor suo, e pregava tutti i santi, di raggiungere al più presto l'elicottero, la sua unica salvezza.
Chissà, visto che era diventato meno scettico, in caso di salvezza, avrebbe potuto parlare ad altre persone di quello era successo? Sicuramente lo avrebbero preso per pazzo, adesso capiva cosa significava non essere creduto.
L'elicottero, eccolo, mancavano pochi metri grazie Dio, ma cosa c'era vicino all'elicottero, un altro uomo? Era vestito di nero e aveva in mano una piccola pistola. Un sibilo, una puntura sul collo del cacciatore, poi più nulla, era caduto e si era afflosciato inerme al suolo.
L'uomo vestito di nero si avvicinò al corpo del cacciatore, un'altra cavia, qualcun'altro per un altro
suo esperimento. Questa volta senza sbagliare come l'ultima volta, come l'esperimento denominato
orso938.
Questa volta aveva a sua disposizione un essere umano, avrebbe fatto del suo meglio per
non deludere chi lo aveva ingaggiato. Non era consentito sbagliare due volte, soprattutto con esseri che non erano di questa galassia.