In questo periodo sembra ormai un folle pensiero quello di fare una serata all’aperto, tutta la notte. Proprio per questo quando si potrà vorrei proporti una cosa, che magari sembrerà per te una stupidaggine, ma per me è una cosa dolce e romantica se vogliamo dire, anche se non mi sono mai definito romantico perché romantico sembra automaticamente cioccolatini e fiori ed io non voglio essere così se devo definirmi. La cosa curiosa è che mentre scrivo questa cosa mi sono reso conto di come invece in una mia canzone mi definisco banale per via del fatto che comprerei dei fiori, ma questo è un altro discorso. Ma romantico mai ecco, su quello sono abbastanza sicuro.
Comunque dicevo.
Ti proporrei di passare assieme la prima notte in cui il governo eliminerà il coprifuoco e qualsiasi tipo di confine che attualmente limita gli spostamenti all’interno del nostro paese, possibilmente in tenda, in un posto tranquillo, e sicuramente con un bel paesaggio, perché intanto sto scrivendo io questo racconto, e posso scegliere. Ci sarebbero dei sacchi a pelo credo, con magari sotto qualche coperta, e sarebbe curioso per me sentire in quel momento la stessa sensazione che provo quando torno a casa e mi infilo nel mio letto, come in una sorta di protezione, a nascondermi da tutto.
E lì, a distanza di diversi chilometri da dove vivo e probabilmente da dove vivi mi sentirei a casa, nonostante quella non sia una casa, e nonostante il posto dove sono non sia mio, perché sarebbe semplicemente una tenda con dentro qualche coperta e cuscino, e due persone leggermente lì fuori che chiacchierano, mentre mangiamo una pasta fredda che ho fatto prima a casa mettendo pasta, un po’ di mozzarella, un po’ di pomodori e leggermente dell’origano sopra. Poi avrei comprato del vino, credo rosso, anche se io non bevo mai il vino, ma sono quasi sicuro di aver visto una tua foto dove hai un bicchiere di vino rosso in mano ed ho ipotizzato potesse piacerti, e credo lo berrei anch’io con te in quel momento, non avrei voglia di bere della birra. Forse mi meraviglierei dell’ordine con cui io sarei in grado di organizzare la cosa, per evitare di avere dimenticanze e situazioni dove mi sentirei in imbarazzo.
Mi compare proprio ora davanti agli occhi la scena dove apro la bottiglia di vino con un cavatappi infilato in una tasca dello zaino, tirando di conseguenza fuori 2 bicchieri di plastica, dicendoti che non ero riuscito ad incastrare due calici di vetro e avevo paura si rompessero, e allora tra "avere lo zaino pieno di vetro e dover bere vino dal collo della bottiglia" ed “essere meno elegante e portare due bicchieri di plastica che sicuramente però non si sarebbero rotti” ho scelto la seconda, e tu rideresti un po’ divertita rispondendo che non faceva nulla ed andavano benissimo i bicchieri di plastica, porgendomi il tuo bicchiere per farti versare appunto i primi sorsi di vino. Credo mangerei poco, perché quando conosco una persona ed essa mi incuriosisce non ho fame, e berrei un sacco, perché sentirei che il fatto di bere mi renderebbe in qualche maniera più empatico nei tuoi confronti, e mi farebbe soltanto piacere.
Finito di mangiare potremmo fumare un po’, mi piacerebbe con te, e sarebbe rilassante forse. Continuerei a volerti sentirti parlare, sentire la tua voce, vedere i tuoi sguardi, notare i tuoi dettagli mentre mi parli e mi guardi, guardare se ti s’inclina un po’ il labbro quando dici qualcosa, e da lì provare a dedurre in base a ciò che hai detto in quel momento che cosa potrebbe aver scaturito in te quel piccolo inclinamento del labbro. A luna sorta e notte fonda ti chiederei se ti va di dormire, solo un po’ abbracciati, mentre io fisso il “soffitto” della tenda, pensando che non sto per niente male, e tu potresti accovacciarti sul mio petto, sdraiandoti alla mia destra, e mettendo la testa e la tua mano destra con le unghie lunghe e ben pitturate su di me. Così mi piacerebbe addormentarmi, e penso starei bene.