Amici lettori di Letture da metropolitana, benvenuti nel nuovo anno e prima di presentarvi l'artista e descrivervi la sua opera al buio naturalmente siano dedicati a voi tutti i nostri migliori auguri di buon anno con la speranza che questo 2025 sia finalmente un "buon anno" quindi attraverso i nostri più speranzosi e ottimistici auspici voglio aprire questa mia nuova serie con una donna, un'artista, scelta non casuale bensì dettata appunto dalla speranza che questo nuovo anno sia consacrato al valore delle donne, un nuovo anno dove non vorremmo più leggere e vedere notizie di violenze e drammi nei quali le vittime indifese e incolpevoli siano sempre le donne, un nuovo anno nel quale sia elevato finalmente il valore e il dovuto rispetto alle donne e così amici lettori voglio presentarvi l'artista Angie Macrì e la sua opera. Vado subito al sodo ed inizio a spiegarvi quel che ho di fronte. l'opera è una pitto scultura ecologista poiché realizzata con materiali di riciclo e consiste in un vero paio di scarpe da donna tacchi a spillo 18 in pelle e una giarrettiera rossa con bordo nero il tutto poggiato su una base in ceramica color latte, quindi l'opera è stata dipinta a mano in nero e in argento con la tecnica del dripping (la tecnica resa celebre da J. Pollock). Le scarpe sono poggiate una sopra l'altra a formare una figura plastica, fin qui per voi, amici lettori è tutto facile da immaginare ma il bello viene adesso quando vi racconterò la storia di queste scarpe e di come sono arrivate all'artista. C'era una volta una ragazza che lavorava in club in una cittadina di provincia, un club? Beh! Sì lavorava come spogliarellista non stupitevi è un lavoro che non esiste solo nei film e la ragazza, nome d'arte Wilma insieme alle altre vivacizzavano le serate del sabato sera in città. Oh! tranquilli no sex, no drugs, no super alcolici, solo buona birra artigianale, buona musica e divertimento con un sano e godibile buon eros. Wilma era bravissima, sexy al punto giusto e grazie allo speciale sond passato dalla casa da grande artista si muoveva su vertiginosi tacchi a spillo sul palco e in mezzo ai clienti. Per quello che riguarda la musica, tra i suoi cavalli di battaglia c'erano i Doors, Jimi Hendrix, Deep Purple, Led Zeppelin ed altri, oh! Dimenticavo! Che sbadato anche con i Rolling Stones Wilma andava alla grande, lettori mi state seguendo con la vostra immaginazione? Bene Giorgia nome d'arte appunto Wilma avrebbe voluto fare un'altra professione ma voi sapete come la pensa il destino e il suo è stato di tanti incontri andati male, se non credete a me, date un occhiata tutti i giorni ai tg e così la nostra bella giocoforza finì ad essere una star dello spettacolo, cosa che in fondo del suo lo possiamo benissimo affermare, wow! Era veramente spettacolare vederla ballare sulle note di musica straordinaria, per chi non la conosce, la musica, è meglio che si sbrighi a farsi una cultura e poi l'eros della Wilma era di un fascino estremo, mostrava le tette con eleganza, il lato B con ironia, il resto immaginatelo anche voi come gli altri spettator, LDM è gratis se volete sapere di più presentatevi alla cassa del club. Ah dimenticavo altra personale caratteristica della Wilma era che fosse cintura nera di judo e chi allungava le mani rischiava dentro e fuori del locale, sappiatelo un buon de-ashi-barai può evitare qualsiasi malaugurato guaio, donne che praticano arti marziali e difesa personale possono meglio difendersi acquisendo sicurezza e coraggio, anche questo è sicuro.
Amici lettori vi state chiedendo delle scarpe con i tacchi a spillo? Ma sì che facevano parte del repertorio e della scena, le gambe della Wilma ruotavano splendidamente e quelle scarpe ai piedi erano di gran classe, oh! Mamma mia se l'aveste vista, roba da perdere la testa, Wilma aveva 75 anni ma ne dimostrava 30, sorpresi? Ma no, ma adesso lasciatemi andare avanti nella storia che ora sta per prendere una nuova piega perché venne una sera che Wilma uscendo dal club al termine di una serata, oh! Scusatemi, altra dimenticanza, non vi ho detto come si chiamava il locale, beh! Aveva un nome che era una vera Americanata “Moving on club” insomma la Wilma uscendo dal Moving on quella sera parlava da sola e diceva a sé stessa che non aveva voglia di cucinare e lo faceva talmente a voce alta che la sentì un tipo sull'ottantina, un cliente che non andava lì per le donne ma per sentire buona musica, bere birra ghiacciata e sognare la California, beh! Quella sera invece il sogno si fece realtà perché sentendo lamentarsi la bella, da galantuomo la invitò a cena, non c'era affatto nulla di male, anzi, quindi Wilma anche se colta di sorpresa accettò e insieme a Renato (il nome del tipo) passarono una bella serata che terminò a casa di lei perché ormai di dormire entrambi non ne avevano voglia, avanti amici lettori fatemela quella domanda, fatta? Ma no quella, l'altra. Ebbene si, finirono a letto e si amarono con dolcezza e passionalità, poi teneramente stremati dopo aver fatto tutte le posizioni del Kama, non ci credete? Dai belli fate brillare l'immaginazione, bene dopo si addormentarono e Renato al risveglio, tenetevi forte, sul comodino trovò un bigliettino con su scritto "Amore è stato bello, scusami ho preso in prestito la tua Harley perché volevo fare un giro da sola, vieni a riprendertela al bar del porto che ti offro la colazione, ah! Portami anche le scarpe con i tacchi a spillo che per guidare ho preferito le Clark. Detto fatto Renato al volo raggiunse la bella, con lei non si arrabbiò per aver preso la Harley senza di lui, aveva con sé le scarpe di pelle ma…
-Renato non darle a me ma a lei.
-Lei chi?
-L'artista, eccola, hey Angie vieni qui per favore, prendi queste scarpe fanne arte come sai fare tu a me non servono più, tieni prendi anche la giarre che ti porterà fortuna e ricorda a tutte le donne che incontrerai nel tuo percorso che devono sempre farsi rispettare.
Angie prese le scarpe e la giarre rossa con il ricamo nero e volò a realizzare arte mentre Wilma e Renato salivano sulla Harley felici, la bella al centauro prima che indossasse il casco gli sussurrò in un orecchio..
-Renato dai sgassa, portami in California….
Amici lettori questa è stata la storia dell'opera d'arte realizzata da Angie Macrì prima da me descritta al buio, in finale ricordatevi di non dimenticarvi che nell'arte se non c'è fantasia che arte sarà?
P.S.
E per terminare la lettura in bellezza vi consiglio un film “ Indian - la grande sfida”.