Nel cuore di una cittadina di provincia, si ergeva l’antico manicomio abbandonato da decenni, un edificio che ormai sembrava solo un triste ricordo di un tempo lontano. La gente parlava poco di quel posto, come se fosse meglio evitare anche solo di nominarlo. Tuttavia, le voci su ciò che accadde al suo interno non erano mai svanite, anzi, sembravano crescere di anno in anno.

Era una fredda sera d’autunno quando l’ispettrice Giulia Moretti ricevette una telefonata inquietante. Un giovane del posto, Marco, era stato trovato morto nei pressi del vecchio manicomio, in quello che sembrava un incidente. Ma qualcosa non quadrava. L’ispettrice, con anni di esperienza alle spalle, sentiva che dietro a quella morte c’era qualcosa di più sinistro.

Giulia arrivò sul posto con il suo collega, il sergente Luca Rossi. La scena del delitto era desolante: il corpo di Marco giaceva a terra, coperto di foglie secche, con una strana espressione di paura sul viso. Non c'erano segni evidenti di violenza, ma la posizione del corpo suggeriva che fosse stato gettato brutalmente.

"Ha fatto qualcosa che non doveva", mormorò Giulia, osservando i dintorni. Il manicomio, chiuso da anni, si stagliava oscuro contro il cielo plumbeo.

Luca la guardò. "Che cosa pensi che sia successo?"

Giulia scrutò le finestre rotte dell'edificio. "Penso che Marco abbia trovato qualcosa. Qualcosa che doveva restare nascosto."

Decisero di entrare. Nonostante il pericolo di crolli e la natura inquietante del luogo, Giulia sentiva che la risposta era lì, tra quelle mura fatiscenti. Si avventurarono all'interno, armati solo di torce e determinazione.

Il corridoio principale era oscuro, con le pareti coperte da muffa e vecchi manifesti dei giorni di gloria del manicomio. Mentre camminavano, Giulia notò una porta socchiusa, la luce della torcia riflettendosi su una targhetta arrugginita: “Sala Psichiatrica 3.”

Entrarono con cautela. La stanza era in rovina, ma qualcosa attirò subito l’attenzione di Giulia: una vecchia cartella, abbandonata su una scrivania. Sulle prime pagine, legò un nome a quei documenti: Dr. Roberto Piersanti, uno dei medici più temuti e discussi del manicomio.

"Un altro dottore", disse Giulia, mentre sfogliava le pagine. "Sembra che ci fosse un trattamento speciale per alcuni pazienti."

Piano piano, la storia del manicomio veniva fuori. Il Dr. Piersanti aveva condotto esperimenti su alcuni pazienti, praticando trattamenti poco ortodossi. Alcuni di questi erano scomparsi misteriosamente. Altri, secondo le testimonianze, erano fuggiti dal manicomio, parlando di "luce accecante" e di voci che li chiamavano verso il bosco.

"È possibile che Marco fosse alla ricerca di qualcosa legato a questo dottore?" chiese Luca, avvicinandosi alla scrivania. "Magari ha scoperto qualcosa che non avrebbe dovuto?"

Giulia annuì. "Probabile. Ma c'è un dettaglio che non mi convince. Non è normale che una persona muoia per un incidente in questo posto. Dobbiamo scoprire cosa c'è dietro."

Ad un tratto, un suono improvviso li fece sobbalzare. Un rumore metallico proveniva dal piano superiore.

"Qualcuno è qui con noi", disse Giulia, afferrando la pistola.

Con cautela, salirono le scale scricchiolanti, seguendo il rumore. Quando giunsero al piano superiore, trovarono una porta semiaperta. Dentro, un uomo, vestito con un vecchio camice bianco macchiato di sangue, stava sistemando un vecchio registratore.

L’uomo si voltò di scatto, rivelando il volto pallido e inquietante. "Non dovevate venire qui", disse con voce tremante. "Non dovete sapere nulla. Non è mai stato pensato per voi."

Giulia si avvicinò, con il cuore che batteva forte. "Chi sei? Cosa stai facendo?"

L’uomo sorrise, ma il suo sorriso era vuoto, privo di emozioni. 
"Sono l’ultimo paziente. Il dottore… ha visto qualcosa. Non dovevo sopravvivere, ma ho visto… ho visto cosa hanno fatto. Io sono… l’esperimento finale."

Con un rapido movimento, l’uomo afferrò un martello da tavolo e si avventò su di loro. Giulia e Luca si rifugiarono dietro una vecchia scrivania, ma l’uomo era troppo veloce. Con una forza soprannaturale, si scagliò verso Giulia.

Improvvisamente, un colpo secco risuonò nell'aria. L’uomo cadde a terra, colpito alla spalla. Luca aveva estratto la sua pistola e aveva fatto fuoco.

Il corpo dell’uomo giaceva immobile, ma Giulia non si sentì sollevata. Al contrario, capì che quella morte non era che un pezzo di un puzzle ben più grande. Una storia di esperimenti umani, segreti sepolti nel passato e orrori che nessuno avrebbe mai dovuto scoprire.

Quando tornarono al quartier generale, la relazione sulla morte di Marco venne archiviata come incidente. Tuttavia, Giulia non poteva dimenticare le parole dell'uomo. Il dottore, i suoi esperimenti… Marco non era stato solo una vittima. Aveva trovato qualcosa di terribile. E lei era certa che il segreto del manicomio fosse ancora vivo, nascosto da qualche parte.

Nel buio, dietro le mura del vecchio edificio, qualcuno stava aspettando.

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