14 luglio
Stamattina ti ho incontrata in metropolitana. Quando sono salito alla fermata di Loreto tu eri già lì, seduta con un libro in mano, totalmente assorta nella lettura. In un primo momento sono rimasto in piedi ad osservarti. Indossavi una canottiera bianca con una scritta che ho trovato non fosse adatta a te: "Le brave ragazze vanno in paradiso, ma quelle cattive si divertono un sacco". Tu non hai nulla della cattiva ragazza. Hai un viso angelico, come quello di una Madonna del Perugino. I capelli raccolti in un casto chignon, le unghie corte, senza smalto e un po' mangiucchiate, i pantaloni della tuta e quelle scarpe da ginnastica sporche e abbastanza consumate. Insomma, l'immagine della ragazza "acqua e sapone". Si è liberato un posto di fronte a te e mi sono subito seduto. Ho indossato gli occhiali da sole scuri in modo da guardarti, senza che tu te ne accorgessi. Sei scesa alla fermata di Cadorna.
17 luglio
Sono passati tre giorni e finalmente ti ho incontrata di nuovo. Sempre seduta e sempre intenta a leggere. Il libro è "Il giovane Holden". L' ho letto anche io e mi piacerebbe dirtelo. Vorrei chiederti che cosa ne pensi. Ti piace? Io lo trovo un libro sopravvalutato. Non c'erano posti per sedersi e così sono rimasto in piedi a guardarti da vicino. Hai un neo sopra le labbra, quattro piccoli orecchini al lobo sinistro e un tatuaggio sulla spalla che rappresenta un uccello o, forse, una fenice. Vorrei tanto parlarti ma mi manca il coraggio. Ad un certo punto hai alzato lo sguardo e mi hai sorriso.
Quindi non è tutto solo nella mia testa! Anche tu ti sei accorta di me e forse anche tu ti senti attratta da me... Come l'altro giorno sei scesa alla fermata di Cadorna.
18 luglio
Ti ho aspettata e ti ho cercata. Sono salito in metropolitana e poi sono ridisceso alla prima fermata perché tu non c'eri. Ero pieno di buoni propositi: oggi le parlo, mi dicevo. Poi ti ho vista, mentre il treno si fermava in stazione e sono salito di corsa. Per poco non cadevo ma tu non te ne sei accorta. Oggi non hai il libro ma scrivi qualcosa su un quadernetto. Appunti per un romanzo? L'elenco delle cose che devi fare? La lista della spesa? Ero troppo lontano e non riuscivo a leggere. Oggi sei scesa una fermata prima del solito. Mi sembra che prima di allontanarti ti girassi a guardarmi, quasi un invito a seguirti. Ma io ho tentennato. E le porte del vagone si sono richiuse.
28 luglio
Non ti ho più incontrata per tanti giorni. Ho aspettato un numero infinito di metropolitane. Sono salito, ridisceso, salito ancora. Per una settimana sono arrivato in ritardo in ufficio. Ma di te nessuna traccia... Temevo che fossi partita per le vacanze o, peggio ancora, che avessi cambiato lavoro o, addirittura, città. "Non la vedrò più e ho perso l'occasione di parlarle, di conoscerla...", così pensavo. E oggi, invece, quando mi ero quasi rassegnato all'idea di averti perduta per sempre, eccoti di nuovo. Sei radiosa, più bella del solito. È' un segno del destino che tu sia ricomparsa. Vuol dire che ti devo per forza fermare, che ti devo conoscere e che ti devo parlare. Si, sono timido, mi manca il coraggio per abbordarti e poi mi vergogno. Che cosa penserai? Che sono uno di quei dongiovanni da strapazzo che fermano le donne per strada? Non è così. Io non sono così e tu sei diversa da tutte le altre. Sento che tra di noi si è creato un legame, qualcosa di profondo, di magico. Ti alzi poco prima della fermata di Garibaldi. Mi alzo anche io e scendo dietro di te. Dove starai andando? Non so come fare per fermarti. Devo pensare ad un approccio garbato. Qualcosa che catturi la tua attenzione e accenda il tuo meraviglioso sorriso. Stai entrando nella stazione ferroviaria. Che fai? Parti? Per dove? Non ha importanza: ovunque tu vada io ti seguirò. È il mio, il nostro destino. Salirò sul tuo stesso treno, non importa quale sarà la destinazione. E, una volta a bordo, sarà facile trovare un pretesto per parlarti. "Anche tu qua? Dove stai andando? Ma pensa... Ci vado anche io. Possiamo fare il viaggio insieme".
Adesso stai guardando il tabellone degli orari. Non mi sento ancora pronto per affrontarti. Ti avvii verso i binari. È arrivato un treno. Salirai su questo treno e io con te.
Ad un tratto ti sollevi sulle punte dei piedi e saluti con la mano. Di fronte a te sta arrivando di corsa una ragazza. Sarà un'amica che sei venuta a prendere in stazione. Per un attimo ho pensato che fossi venuta per un uomo, magari il tuo fidanzato. No, è una donna... Vorrà dire che ti parlerò un altro giorno, quando sarai da sola. La ragazza adesso è a due passi da te ed ecco che si accende il tuo meraviglioso sorriso. Poi vi baciate appassionatamente sulla bocca.