Una riscrittura del Vangelo in chiave forse polemica, narrata come un romanzo storico.
Un romanzo, appunto, dove ognuno può leggere le proprie convinzioni e/o idee.
Philip Pullman (1946) immagina che Maria partorisca a Betlemme due gemelli: Gesù, sveglio e vivace sin dalla nascita, e Cristo, smunto e attaccato al seno della madre per sopravvivere.
Da bambini, il primo continua a crescere scapestrato e combinando marachelle spesso e dovunque (aiutato sempre dal fratello che rimedia ai suoi guai), mentre il secondo è chiuso e spesso cagionevole di salute.
Col tempo arrivano altri fratelli e sorelle.
Dopo l'adolescenza Gesù inizia il lavoro di falegname con il padre, mentre Cristo staziona in sinagoga per studiare le scritture.
Le strade dei due fratelli sembrano invertirsi e allontanarsi.
Gesù inizia a predicare, facendo molti proseliti, mentre Cristo lo segue a distanza, senza farsi scorgere, un po’ inorgoglito, un po’ invidioso di tanto successo.
Spinto da uno straniero che lo va a trovare ogni tanto e all'improvviso, Cristo decide di scrivere e descrivere le gesta e i discorsi del fratello.
Verità o Storia da far conoscere e diffondere?
Questo, in fondo, il tema del romanzo.
Lo straniero spinge e consiglia Cristo a raccontare gli avvenimenti per quello che possano servire, il tutto per un obiettivo finale: la creazione di un organismo, anche extra-nazionale, che tuteli e preservi il verbo ad ogni costo e con ogni mezzo, chiamato CHIESA.
La fine è nota, ma la mente di Cristo è scossa da innumerevoli dubbi sulla propria missione e su quella del fratello.
Nel romanzo non esiste il personaggio di Giuda e sarà proprio Cristo a offrire Gesù al Sinedrio, per adempiere agli obiettivi di cui sopra.
La resurrezione avverrà spostando il masso che ostruiva il sepolcro e facendo sparire il corpo da parte di accoliti ben organizzati, mentre le apparizioni saranno effettuate a cura di Cristo, gemello del defunto e, quindi, non riconoscibile.
Cristo si sposerà, avrà dei figli, ma rimarrà con i dubbi che lo assilleranno per tutta la vita.
Un testo particolare e di non sempre facile scrittura e, di conseguenza, lettura, ma molto interessante al di là da ogni personale considerazione, credenza o giudizio.
P.S. Una curiosità che ho soddisfatto.
In tempi passati, mi sono chiesto, a volte, il senso del "bacio di Giuda".
Mi dicevo: "Se Gesù era conosciuto, perché mandare qualcuno ad abbracciarlo per farlo riconoscere e arrestare?"
Ho trovato risposta in questo libro.
Proprio perché Gesù era conosciuto e seguito dal popolo e, sicuramente, anche da alcune guardie del Sinedrio, non si poteva rischiare di creare scontento nel chiedere alle guardie locali di arrestarlo.
Per cui si fecero arrivare delle guardie di altre città e provincie, che non lo conoscevano, e di conseguenza si aveva bisogno che qualcuno glielo indicasse.