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Sarah e Tony lavoravano insieme alla Marsh Inc. ormai da quasi un anno. Tony era arrivato come stagista ma, dopo soli cinque mesi, era stato regolarmente assunto e per lui si profilava una brillante carriera di consulente nel campo dei rischi ambientali. Sarah era una semplice segretaria e non aspirava a nessuna crescita professionale. Quel ruolo le bastava e quell’ impiego le consentiva di rimanere a New York e di coltivare la sua grande passione per il teatro. Si era trasferita nella Grande Mela otto anni prima sperando di poter diventare una stella di Broadway. Ad Albany,sua città natale, era una promessa del teatro off, ma, si sa , Albany non è New York e, a parte una particina marginale in una commedia per famiglie al Queens Theatre, le innumerevoli audizioni non avevano portato a nulla. Ma Sarah non disperava….…non ancora….. e continuava a sperare che prima o poi qualcosa sarebbe successo. . Poi era arrivato Tony e ora c’ era un motivo in più per restare lì. A 28 anni si era innamorata come un’ adolescente, come non le era mai accaduto prima e Tony sembrava ricambiare la sua passione. Sì, per Tony il lavoro era la cosa prioritaria : arrivava in ufficio prima dei colleghi e spesso si tratteneva fino alle dieci di sera ma, negli ultimi tempi, aveva lasciato intendere a Sarah che tra loro sarebbe potuto nascere qualcosa che andava al di là di un’ “affettuosa amicizia” o di una scopata occasionale. Quella sera sarebbero usciti presto e insieme dall’ ufficio e sarebbero andati a cena in un ristorante elegante dalle parti di Battery Park. Per evitare che Sarah dovesse rientrare da sola a casa in metropolitana, magari a tarda notte, Tony le aveva proposto di rimanere a dormire da lui, nel suo appartamentino sulla Lexington Avenue. E Sarah aveva accettato con grande entusiasmo e altrettanta agitazione. La stessa agitazione che provava ora mentre si guardava allo specchio e decideva come vestirsi e quale piccolo cambio portare con sé per il giorno seguente. La scelta dell’ abito e la cura più meticolosa del solito per trucco e pettinatura le fecero perdere tempo e la costrinsero ad uscire di casa di corsa per evitare di arrivare in ritardo in ufficio. Dal suo monolocale nei Queens al luogo di lavoro impiegava quasi tre quarti d’ ora, ben 24 fermate di metropolitana, dalla 67th strada al World Trade Center. Sempre di corsa e molto agitata, Sarah stava percorrendo i duecento metri che separavano casa sua dalla fermata del metrò. D’ un tratto si ritrovò seduta per terra senza riuscire a capire subito cosa fosse successo. Qualcuno, che arrivava correndo dal lato opposto, l’ aveva urtata facendola cadere e non si era fermato. Ancora frastornata e dolorante per la caduta Sarah si rese conto di non avere più la borsetta. Il tipo che l’ aveva investita l’ aveva fatto di proposito per scipparla. Sarah si sentì un’ idiota pensando che queste cose non dovrebbero succedere a chi vive a New York da oltre otto anni. Credeva di essersi abituata a tutto e di essere diventata una newyorkese doc….e invece ecco lì la ragazzotta di provincia a terra e senza borsa. E proprio oggi che sarebbe uscita a cena con Tony. Il pensiero la fece scattare in piedi come una molla per controllare di non essersi rotta o rovinata il vestito. E sì, c’ era uno piccolo strappo appena sotto al sedere ma non importava tanto sarebbe dovuta ritornare a casa, prima di andare in ufficio e dopo aver denunciato lo scippo. Per fortuna che nelle tasche della giacca aveva il cellulare e le chiavi di casa. Aveva conservato questa vecchia abitudine dai primi tempi a New York e, questa volta, si era rivelata utile. Si avviò a piedi verso il posto di polizia più vicino. Era senza soldi e quindi era impensabile prendere un taxi. In quel momento ebbe una strana e brutta sensazione, come se fosse accaduto qualcosa di irreparabile. Ma fu solo un attimo: era una bellissima giornata di sole e stasera sarebbe stata con Tony e poi avrebbe trascorso la notte con lui. Bastò questo pensiero a cancellare ogni cattivo presagio. Mentre era in attesa di sporgere la querela per furto Sarah chiamò Patty, la sua collega d’ ufficio e le raccontò del furto , chiedendole di dire al capo che sarebbe arrivata in ufficio in ritardo . Si vergognava a chiamare Tony e pensò che gli avrebbe mandato un messaggio più tardi, avvertendolo dell’ incidente. Non voleva distoglierlo dal suo lavoro e nemmeno preoccuparlo. Dopo due ore era a casa. Si cambiò velocemente , scegliendo il secondo vestito più bello che aveva dopo quello che si era rovinato nella caduta. Nuova borsa e via di nuovo verso la metropolitana, questa volta prestando la massima attenzione a tutti quelli che incontrava lungo la strada. Finalmente in carrozza prese il cellulare per mandare il messaggio a Tony. Questa volta avrebbe osato. Avrebbe abbandonato la sua consueta riservatezza e si sarebbe dichiarata. Scrisse: “Sei la cosa più bella che mi è successa da quando sono a New York”. Erano le 10.28 dell’ 11 settembre. Tony non avrebbe mai letto quel messaggio. Proprio in quell’ istante il secondo areo si schiantava contro la Torre Sud.
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Utente Anonimo
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