25)
Fulgido mattino di
tenui colori,
anche se
picca la luce del sole,
gracchia un grillo
stonato,
che vuole dormire.
Svegliami d’assalto,
madido mattino,
fammi sentire
cos’hai da strillare.
26)
Leggo le strade
di tanti poeti,
i passi svariati
di letterati, le gride
che han riversato
sul mondo
quei dannati scrittori.
Peno per loro,
un po’ perché, meste,
le teste avean basse,
e un po’ perché, fosche,
avean le parole.
Da rivolgere mute,
perché inascoltate,
vuote,
perch’ esautorate
da gente
che piange per altro.
Il sole fuori splende,
e anche se scrittori son’ ombre,
passate, del futuro e presente,
il sole tende
anche grazie a chi parole
usa, come raggio
di sole fendente.
27)
Nell’arte nessuno decide niente.
È.
Perché al momento che uno la prende
finisce per perderne il rimanente.
È e basta.
Che sia,
allora,
in-totale e in-completa
poesia.
28)
Potrei parlar per ora,
eterno ascoltatore,
più sento più scrivo.
Tu, fantomatico amico,
perno del mio prosare,
futuro giudicante,
continua ad ascoltare
per rendermi importante.
Sono povero
di rabbia,
ma ricco
di frustrazione,
tu, mio paragone,
sii clemente e libero
da ogni situazione.
Sfogami e torcimi
dal veleno in circolazione,
sii mio antidoto
e mia calda pozione.
Credimi, anche menzogna,
ma credimi come persona,
che pensa al vero nella finzione
d’un’eterna costernazione.
Non ti chiedo niente,
se non di continuare
ad ascoltare,
e a far parole
tua arma di folle amore.