29)
Filo di rame,
grezzo, stringo
alla mia voce, fame
attinge dalle corde
di voler dilaniare.
Frangere perché sordo
attendo in alto mare,
filo di rame, affligge
chi non fa altro
che muto urlare.
30)
Filo di rame, trancia
l’ego
di foga, spurga
e in grida affogo.
Filo di rame, raschia
nel catrame, crespa
il piatto mare
calmo, làmina.
Femmina, filo di rame,
femmina avida e pia,
fedele arpia
al dio maiale
che balla,
nel fango animale.
Filo di rame, invoco
il tuo fulgore:
che sia lesto, fuoco,
Eterno, letale.
31)
Filo di rame, a te
ultime parole,
prima che morte
diventi amore:
or’ che sono al bordo,
sopra il mondo e sotto
vuoto ingordo;
or’ che ho finito di lagnare
pene ombre e vagheggiate
or’ che son’ stele,
obelisco del passato;
fammi gioire, filo di rame,
fammi sentire tutto l’avvenire,
voglio godere,
mio giustiziere,
del fatale amore
in un secondo,
ultimo
respiro.
Filo di rame,
sii sereno,
fa il tuo mestiere:
stringimi
e buttami nell’oblio.
32)
Filo di rame, che ti muove?
Chi ti piglia per l’estremo
e ti tira per far male?
Nato inutile per difetto
d’esser forse troppo gretto,
filo di rame,
in un bisogno,
ti sei fatto duttile
come lama
limpida
di gogna.
Filo di rame, sono io,
Ale, il tuo padrone,
che ti fende in tensione
per soggettar il fervore,
di troppa emozione.
Son’ io a farti morte
di colore,
e sorte
e fato
di grigio mondo d’un condannato.