Casalpusterlengo, ridente località turistica della bassa padana, famosa per la nebbia fritta e per il sassofono fossile, tra una alluvione e l'altra, ospita il festival del gatto, dove tra centinaia di banchi di appassionati commercianti di felini da collezione e non, si potevano fare affari, adottare specie di altre nazionalità e conoscere bestiole alquanto singolari.
In giro per gli stand c'erano anche Adolfo e Enrichetta, un'anziana coppia proveniente da Masone, nota cittadina del bel tempo e del buon umore, che avendo perduto il loro animale da compagnia, un pappagallo bulgaro, volevano adottare un piccolo gatto, per sopire la solitudine del loro quotidiano. Dopo aver girato a lungo senza trovare quello che cercavano, stavano per rinunciare, quando Enrichetta notò un curioso esemplare in un banco di venditori dallo Sri Lanka… Era un gattino grigio con fiammanti occhi rossicci, una razza proveniente dall'Asia, poco diffusa nel resto del mondo e neppure troppo costoso per le loro tasche.
Appena comprato il venditore diede loro delle raccomandazioni, ma purtroppo, non parlando correttamente l'italiano, capirono poco o nulla. Solo una cosa rimase impressa: la parola NEBBIA.
Quando uscirono per tornare a Masone, a parte un traffico serale molto sostenuto, stava scendendo una fitta cappa nebbiosa che purtroppo rappresenta una costante consuetudine in quelle zone pianeggianti.
Il gattino all'interno di un trasportino cominciava a fare strani rumori e per timore che potesse stare male Enrichetta decise di liberarlo intanto erano in auto. Continuava anche in braccio a produrre versi strani e tremava in modo insolito, poi ad un tratto gli occhi divennero sbarrati e dalle zampe uscirono unghie lunghissime così come dalla bocca denti affilatissimi. Impaurita, la donna lasciò cadere in gatto sul tappetino della macchina, da dove schizzò sul povero Adolfo che venne aggredito selvaggiamente e tagliato alla giugulare. La stessa Enrichetta fece la stessa miserrima fine, mentre la vettura fuori controllo andò a cozzare contro altre auto per poi fermarsi a centro carreggiata. Il gatto uscì rapidamente sparendo alla vista di tutti.
Nei giorni seguenti un gattino così atipico suscitò la curiosità di numerosi amanti degli animali, che purtroppo fecero tutti una fine ingloriosa a partire da Gianni il ciabattino che lo aveva portato nella bottega, a Peppina la figlia del benzinaio trovata con la pompa del gasolio in bocca e la gola aperta, ai due omosessuali inteneriti da quello scricciolo che poi li ha quasi decapitati, per finire poi con la nonna Gina, che fu rinvenuta con una gamba al posto della testa.
Un identikit del gattino fu diffuso dalle autorità ed esperti gattofili erano concordi nel sostenere che si trattava di un Fufi-fuffa miciofilus, rara specie asiatica che già in India aveva combinato guai. Per una misteriosa mutazione genica, si suppone provocata dalla nebbia, questi miti animaletti si trasformano diventando belve mannare, assetate di sangue e violentissime.
Dopo centinaia di mortammazzati che avevano ridotto la popolazione della bella Casalpusterlengo, in cui non c'era verso di trovare un giorno senza nebbia, finalmente il tenero micetto fu avvistato tranquillo e beato a crogiolarsi al sole, per puro caso comparso, con altri gatti non criminali, tra cui si nascondeva. L'ispettore capo Carmelo Gargiulo, di lontane origini lodigiane, con un balzo felino che mostrava l'utilità delle sue lezioni di Zumba catturò' la bestiola, affidata poi alla polizia penitenziaria di Porto Torres, dove lo aspettava una lunga reclusione senza nebbia nelle galere feline, dove i gatti più lestofanti lo attendevano per sottoporlo a tanti giochini violenti.