Varcherò tremante nell'ultimo passo
le soglie
che per cinque anni materne accolsero
gli occhi miei,
curiosi e inquieti, assopiti i giorni più,
e griderà in petto cupo un sussurro:
«Non tornerò quaggiù».
Giunge a fine un'era, appare già distante
e il coraggio della suola tremante
innalzerà crudele il muro
che separa inesorabile fu ed è,
abbandonando tormentato il cuore
alla collisione
con i mille miei perché.
«Ancora chi sono non so»
Sospirerò al cospetto dei mattoni
e nel silenzio del mio viso, opposta,
una voce da cinque anni fa
simile, a lei ignoto, a me si volgerà
d’ogni cosa rivelando il segreto:
niente cambia, eppure tutto cambierà.
Intingerò l’ultimo passo di un addio
a compagni e giovanili avventure
e ringrazierò
chi sapeva ascoltarne le sventure
offrendomi dolce riposo.
Segue all'ultimo sempre un passo primo:
varcherò soglie di imprese future
che ancora non so,
che temo anche un po',
ma a modo mio
anch’io vivrò.