Attenzione: Questo racconto di tali mondi è fiabesco e i suoi personaggi antropomorfizzati. Nella fattispecie viene immaginato un mondo ultraterreno dove i suoi abitati possono procreare a prescindere dal proprio genere di appartenenza. Buona lettura.
Incipit: C’è una coppia di diavolesse dell’inferno che ha una relazione, in cui entrambe si odiano e si sono sempre odiate. Come vuole l’usanza dell’inferno.
Ma anche loro come gli altri sentono la necessità di procreare.
A differenza degli angeli e degli umani, per i diavoli questo avviene solitamente come causa e successiva alla condizione di sfiancamento. Generata dai quotidiani infernali scambi di opinione dei coniugi. I quali per sfinimento arrivano al punto in cui le loro energie psico-fisiche vengono meno, così come la loro lucidità mentale diavolesca. Momento in cui, per qualche legge fisiologica, incomincia il loro accoppiamento senza sapere bene quello che stanno facendo né il motivo.
Però la coppia di diavolesse in questione è diversa dal comune, con loro lo sfinimento e l’assenza di lucidità non funziona.
Così il loro terapista di coppia infernale le consiglia di andare in un ristorante francese che si trova sulla terra, nel giorno di San Valentino.
Durante il giorno degli innamorati, ovviamente, in quel ristorante sono presenti parecchie coppie di terrestri - accorsi per celebrare un tenero giorno di San Valentino con la propria metà, come vuole la tradizione - e addirittura una coppia di angeli, come loro in incognito.
Dopo essere state accolte e fatte accomodare le diavolesse si sentono subito a disagio come dei pesci fuor d’acqua. Perciò incominciano a guardarsi attorno e a osservare il comportamento delle altre coppie.
Vedono angeli e terrestri scambiarsi tenere pacate effusioni durante la cena.
Alcuni prendono le coppe di Champagne e le incrociano per berle. Altri imboccano teneramente la loro metà passandogli il tovagliolo sulle labbra che poi sfiorano con un tenero bacio.
Una delle diavolesse si decide a prendere l’iniziativa e con la forchetta cerca di infilzare il cibo nel piatto dell’altra per poi imboccarla a sua volta. Quest’ultima scatta con le mani. Respingendola e sbraitando - Non toccare il mio cibo! Usa il tuo! -. E lei replica - Non ci penso neanche! Quello che c’è nel mio piatto mi appartiene! -.
Passa qualche minuto la diavolessa ci riprova. Riempie due coppe di Champagne. Si immagina la scena appena vista di loro due che incrociano i bicchieri perciò fa per porgerlo alla sua compagna. Ma prima che questa possa afferrarlo, viene come presa da un impulso che le fa cambiare espressione e trangugiare il contenuto di entrambi i bicchieri esclamando - Alla faccia tua! Non avrai mica pensato che ti avrei riempito il bicchiere! -
Poi tornano a guardarsi attorno e sentono una delle angelo femmina dire dolcemente alla propria partner: - Il solo sapere che vogliamo e possiamo starci accanto l’un l’altra è sufficiente a rendermi contenta. Per questa situazione rinuncerei a qualsiasi piacere terreno. Ti amo. - seguito da un lungo abbraccio.
Al che le due diavolesse tornano a guardarsi negli occhi con timidezza. Una delle due prende un po’ di coraggio e ripete all’altra le stesse esatte parole sentite dalle angelo, per filo e per segno.
Di tutta risposta l’altra diavolessa accenna un sorriso. Che però viene interrotto subito dopo da un sospiro e un’ammissione, come fosse stata riportata alla realtà, - Quantomai rinunceremmo a dei piaceri terreni? Dette da noi queste frasi non sono credibili e sembrano solo una grossa presa in giro. -
Così entrambe fanno cenno di assenso con la testa guardando il vuoto e tornando cupe in volto.
Comunque la cena continua. Come ogni pasto che si rispetti, dopo il primo piatto vi è il secondo e pure il dessert. I camerieri servono e riveriscono le due diavolesse con rapidità e discrezione. Vi è persino un violinista che passa dal loro tavolo suonando per loro ispiranti note d’amore.
Le due si limitano però ad accennare dei sorrisi di circostanza a coloro che le onorano di questo servizio così premuroso e professionale.
Finito anche il dessert e pagato il conto, si è fatta l’ora di ritornare alle proprie dimore. Attorno a loro le varie coppiette si alzano dai tavoli a bracciacollo o mano nella mano per dirigersi all’uscita. Invece la nostra coppia di protagoniste tarda ad alzarsi, come se tornare a casa così come sono decretasse il loro ennesimo fallimento con il romanticismo.
Sommessamente una delle diavolesse si accorge che sul tavolo di fronte a lei il tovagliolo usato e stropicciato assume la forma di un cuore.
Non fa quasi in tempo a rendersi conto di ciò che l’altra diavolessa prende il tovagliolo e lo appiattisce.
-Mio fuoco, perché hai spostato il tovagliolo? - Non lo so, così come era messo mi dava fastidio. - Lo sai? Ho sempre odiato i cuori e il giorno di San Valentino. - Lo so. -
Le mani delle due diavolesse lentamente si avvicinano, poi si toccano e si uniscono. I loro sguardi ora sono colmi di passione.