Premessa: questo è un racconto fantastico in cui si ipotizzano due mondi ultraterreni popolati da esseri antropomorfizzati in alcune delle loro caratteristiche. Viene scritto, come notato nei prequel di questo racconto, al pari degli antichi racconti satirici.
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Un giorno nel paradiso, gli angeli si misero in testa che avrebbero dovuto accoppiarsi anche loro, come facevano già i viventi.
Seguendo le fiscalissime regole e modi paradisiaci. Le coppie di angeli non si potevano scegliere a piacimento. Ma una delle poche soluzioni possibili sarebbe stato mettere in competizione ogni angelo maschio con gli altri maschi e ogni angelo femmina con le altre femmine. Per poi creare l’ennesima classifica per cui ogni angelo si sarebbe accoppiato con chi ricopriva la stessa posizione di ognuna delle due categoria.
A quanto pare, tutti gli angeli si trovano d’accordo con l’inizio di questa bagarre.
La maggior parte delle competizioni si risolve per questioni di millesimi.
Ovvero ogni competizione che mette in mostra le abilità e capacità angeliche in teoria dovrebbe essere presa sportivamente. Ma all’atto pratico è così inspiegabilmente serrata da stremare ciascun angelo partecipante.
Al punto da cambiare la qualità dell’aura degli angeli stessi, durante e dopo la competizione.
Nel frattempo, come se ciò non bastasse, dall’inferno si percepisce questa condizione di difficoltà da parte dei loro rivali.
Le compagne di due dei tre angeli caduti e quegli angeli caduti stessi, ne approfittano per dare sfogo alle loro voglie più recondite.
Che incredibilmente si scoprono consistere nel cercare di raggirare gli arcangeli del paradiso così stremati, per spingerli a fare ménage a trois con loro.
Per scriverla in breve, vi è poi Lucifero che in questo momento cerca di approfittarne dell’occasione per sferrare il suo personale attacco per la conquista del paradiso. Ma con sua disperazione e incredulità, l’effetto che provoca alla sua compagine di demoni il vedere angeli esausti in così siffatta maniera, è completamente opposto a quello immaginato nonché imposto loro come ordine.
I diavoli avvicinandosi agli angeli senza il pieno della loro aurea angelica cercano il dialogo con questi ultimi, li intrattengono e iniziano a fare comunella con loro.
Intanto Lucifero sbraita verso la propria compagine, mettendosi le mani nei capelli – ricevendo come risposta solo “Capo, in fondo siamo diavoli. Cosa ti aspettavi?”.
Quando dal basso appaiono dei barlumi di una luce assente fino a poco prima.
Uno alla volta, tutti i presenti in quello che non si direbbe più il paradiso, si voltano verso il basso ad osservare.
Incredibilmente, ora da lì, si vede in modo nitido il pianeta terra.
Dove vi è una scritta luminescente che ricopre i continenti: “Stop.”
Allora uno degli arcangeli riprende la lucidità e diretto verso il pianeta proferisce “Mi, sentite?”.
Dopo qualche vociare incomprensibile si sente in risposta “Sì, la sentiamo e abbiamo visto tutto.”
L’arcangelo allibito e preso impreparato da un tale risvolto completamente inaspettato, si sente come sprofondare. “Come è possibile che possiate vederci, sentirci e parlarci? Siete umani e poi vi trovate a una così grande distanza.”
Terrestri “E noi che ne sappiamo.”
Al che l’apostolo Pietro dal portone del paradiso “I regni ultraterreni durante questo periodo hanno smesso di curarsi dei viventi. Quando vi è un’assenza di attenzione pressoché completa verso il mondo terreno, il cosiddetto ‘velo’ che lo separa dai nostri mondi viene meno. Il che ha permesso il ‘disvelamento’. Si tratta di un peccato talmente esagerato, che non è stato nemmeno reso noto perché si credeva impossibile. Dovreste finirla di prendere decisioni in autogestione.”
Tutti i presenti rimangono a bocca aperta.
Al che dalla terra si erge un'altra affermazione “Però, ora che abbiamo visto cosa combinate, preferiremmo fare a meno di mondi ultraterreni fatti così.”