Carmen diciassette anni, studentessa. Orfana di padre. Vive con la madre in un appartamento nel centro storico di Napoli.
Fiduciosa nella vita e nel mondo vive la sua giovinezza in modo semplice e normale come accade a tutti i ragazzi della sua età: amicizie, conoscenze varie, discoteca, pizzerie e scorribande in motorino per le strade di Napoli-
Purtroppo, all'improvviso, questa esistenza adolescenziale, serena, semplice e felice viene offuscata dalla prematura scomparsa della mamma. Per Carmen è un dramma atroce. Crollano in lei tutti i pilastri della gioventù e i canoni del vivere felice.
Si sente invecchiare precocemente. Rimane sola ed indifesa. Costretta ad abbandonare la casa materna, la scuola, gli amici va a vivere in casa di una vecchia zia in un paese nell'entroterra napoletano. I cui abitanti, quasi tutti dediti alla coltivazione della terra, hanno delle regole, delle tradizioni ataviche. Idee e concetti lontani dall'evoluzione sociale, lontani dalla realtà. I rapporti con la zia sono ottimi anche se pure la zia è una donna fermamente conservatrice e a volte la rimprovera ricordandole che da una cattiva immagine di se e, che la gente del paese parla male di lei.
Ma Carmen vuole vivere come ha sempre fatto. Con l'aiuto di alcuni amici, che spesso vanno a farle visita, sia pure con grande difficoltà, cerca di riprendere la sua consueta vita.
Abituata alla civiltà cittadina, non riesce ad adattarsi, sia pur tentando, pienamente alla mentalità retrograda e ai pregiudizi della gente del paese. Non concepisce il loro modo di pensare e di giudicare.
Per il suo modo eccentrico di vestire, per gli amici che vengono da Napoli a farle visita, o per condurla in discoteca, Carmen è giudicata da tutti di dubbia moralità. Praticamente: una "puttana". Alcune mamme le vietano di frequentare le loro figlie. Altri la sfuggono quando la incontrano per strada. Carmen non si cura delle dicerie e continua la sua vita di sempre.
Conosce Marco, un giovane paesano che da poco è rientrato dalla Germania, dove ha lavorato diverso tempo, per sistemarsi in paese con una propria attività. I due si innamorano. Carmen sembra rinata. In Marco ha trovato il ragazzo che da sempre cercava- Si sente completamente diversa. Tutto si presenta splendido davanti ai suoi occhi. I due fanno progetti per il futuro della loro vita insieme. Vivono il loro amore nella felicità più autentica. Più stanno insieme e più sentono il bisogno di vedersi e di respirare ognuno il respiro dell'altro. Hanno bisogno l'una dell'altro.
Gli amici di Marco venuti a conoscenza della situazione, lo prendono in giro ed inventano strane storie su Carmen. Marco non crede a quanto gli viene riferito e litiga violentemente con gli amici. Gino, uno del gruppo, manda a chiamare Don Salvatore, un uomo sulla quarantina, spavaldo, sempre elegante, proprietario terriero, molto facoltoso, rispettato e ammirato in paese.
Un mammasantissima che controlla tutto e tutti, la cui parola è legge, e che più volte si è vantato di avere avuto favori sessuali da parte di Carmen. Don Salvatore, spavaldo più che mai, inventa e racconta a Marco di alcuni incontri avuti con Carmen sia in casa sua che in macchina. Siccome la parola di Don Salvatore è legge, e nessuno osa ribellarsi Marco rabbrividisce e scappa via. Deluso, avvilito amareggiato, rifiutando a sé stesso di incontrare Carmen, la sera stessa abbandona il paese ritornando in Germania. La ragazza non riesce a spiegarsi la fuga di Marco. Tramite un'amica viene a conoscenza di tutto e corre da Gino. Litiga. Lo provoca. Nasce una tremenda colluttazione. Carmen lo picchia. Lo graffia in volto e va via. Gino per non essere deriso dagli amici inventa che Carmen voleva fare sesso con lui, rifiutandosi lei lo ha brutalmente aggredito. La calunnia, che è un venticello che piano piano si insinua nelle orecchie della gente, ha il sopravvento sulla realtà dei fatti.
Carmen ha perso la sua personalità. La sua stessa identità. Da quel momento diventerà ciò che tutti vogliono essa sia: una prostituta. Ma le prostitute si pagano. E tutti dovranno pagare.