Giorgio passò una mano sulla fronte, immerso nei suoi pensieri. "Domani riunirò tutti i sospetti nel laboratorio, qui, davanti a te Giuliano. Voglio che tu riesca a ricordare ogni singolo dettaglio per smascherare chi ti ha tradito." Con queste parole, lasciò la stanza, e l'ologramma di Giuliano rimase solo, immerso nei ricordi e nell'ombra.
V
Il giorno dopo
Uno alla volta, i sospetti arrivarono. Giorgio li accolse nel laboratorio, dove un’atmosfera densa di attesa pesante come piombo li avvolse. Luciana, Marta, Giovanni Spadafora e Carlo Denadai si scambiarono sguardi preoccupati, l’ansia palpabile nei loro occhi. Si sedettero di fronte a una lastra di vetro semitrasparente, la luce fioca creava ombre inquietanti sui loro volti.
Dopo un lungo silenzio, Giorgio schiarì la voce, il suo tono grave risuonò nella stanza: "Vi ho convocati qui per farvi incontrare qualcuno che conoscete molto bene."
Con un gesto misurato, azionò un pulsante. Una luce azzurra vibrante inondò la stanza, e davanti a loro apparve l’immagine di Giuliano, sospesa e inquietante. L’ologramma sembrava osservare ciascuno di loro con occhi penetranti, carichi di emozioni non dette.
Il silenzio si fece teso come una corda di violino, finché Giovanni, con un filo di voce e lo sguardo terrorizzato, sussurrò: "Non… non è possibile... tu sei morto!"
Carlo Denadai sobbalzò dalla sedia, la sua reazione istintiva di voler fuggire bloccata dallo sguardo glaciale di Giorgio. Luciana e Marta rimasero immobili, i loro cuori pulsavano all’unisono in un crescendo di paure. Nei loro occhi c'era stupore, ma anche un’ombra di segreti condivisi, come cicatrici invisibili.
Giorgio prese di nuovo la parola. "Quello che vedete non è Giuliano in carne e ossa, ma è più di un’immagine: l’ologramma conserva frammenti della sua coscienza, le ultime memorie, i dettagli rimasti impigliati nei suoi pensieri più profondi." Giorgio si fermò, lasciando che le sue parole affondassero in quel mare di tensione. "Questa versione di lui vuole capire cosa l'ha portato alla sua tragica fine. Giuliano indagherà, qui e ora, come se fosse ancora vivo."
Giuliano avanzò di un passo, il suo sguardo penetrante scrutava i volti di quelli che erano stati suoi amici, la voce calma ma gelida. "Ricordo tante cose… segreti che non sapevo nemmeno di aver condiviso con alcuni di voi."
Giorgio si mise da parte, incrociando le braccia, come un giudice che assiste a un processo. Il silenzio si prolungò fino a diventare insostenibile, poi Giuliano si girò verso Giovanni Spadafora, la voce un sussurro accusatorio. "Giovanni… ti ricordi quando mi hai prestato quei soldi? Sapevi che sarei finito male se avessi continuato."
Giovanni distolse lo sguardo, le spalle rigide e tese come corde di violino. "Non ero io a trascinarti nei guai. Ti ho dato un’altra possibilità, ma non l’hai presa sul serio. Non ci guadagno nulla, Giuliano, a volerti morto."
Gli occhi dell’ologramma si spostarono lentamente su Carlo Denadai, che si agitava sulla sedia, le mani sudate sul bordo. "Carlo… quante volte abbiamo fatto affari insieme? Io mi sono preso la colpa per quella scommessa persa, tu mi hai abbandonato al mio destino."
Carlo si alzò, il viso contorto dal risentimento. "Tu hai accettato quel rischio, Giuliano. Io non dovevo salvarti, e non dovevo pagare per le tue decisioni. Ma non volevo certo questo."
Giuliano abbassò lo sguardo, un bagliore di rimorso attraversò il suo volto immateriale, un fantasma di emozioni che sfuggivano a ogni spiegazione. Poi si rivolse a Marta, il suo sguardo intenso come un raggio di sole in una tempesta. "Marta… mi dicevi di amarmi, ma volevi sempre di più. Volevi che fossi solo tuo."
Marta scosse la testa, la voce rotta, i ricordi affioravano come onde su uno scoglio. "Essere la tua amante non mi bastava. E ogni volta che chiedevo di più, mi respingevi. Era come se avessi scelto l'inferno per entrambi."
Un attimo di silenzio carico di tensione, la verità pesava come un macigno. Giuliano si voltò verso Luciana, la moglie, l’ultima a parlare. "Luciana… da qualche tempo tutto è cambiato. Cosa è successo davvero? Dove è andato l’amore che provavi per me?"
Luciana deglutì, evitando il suo sguardo, la sua voce tremava. "Non so di cosa parli," mormorò, ma c’era una incrinatura che tradiva il suo cuore. Giuliano continuò a fissarla, un’ombra di ricordo gli attraversò lo sguardo, il passato si mescolava con il presente. "Non hai mai voluto dirmi cosa ti aveva allontanata da me."
Luciana sembrava sul punto di rispondere, ma Giorgio non le diede tregua. Si avvicinò all’ologramma, la determinazione nei suoi occhi. "Questo è solo l’inizio," disse, mentre l’ologramma di Giuliano si preparava a riportare alla luce ogni frammento di verità sepolta. "Quello che avete condiviso con lui, e che vi lega, emergerà, e non ci sarà scampo per nessuno."
L’ologramma di Giuliano la guardava in silenzio, un misto di incredulità e rassegnazione nei suoi occhi. Il peso di quella verità, ormai emersa, sembrava gravare su tutti i presenti come una cappa soffocante.
VI
Giorgio si schiarì la voce e si avvicinò al gruppo con uno sguardo severo. “Voglio chiarire alcuni punti sull’omicidio di Giuliano,” disse, mentre gli occhi dei presenti si facevano attenti e tesi. “Giuliano è stato colpito alla testa più volte con un corpo contundente. Ma non è tutto: il suo corpo è stato trasportato e lasciato nel campo dove è stato trovato. Abbiamo rilevato le impronte dei pneumatici a circa un chilometro di distanza, il che ci porta a supporre che l’assassino non agisse da solo. E dato che Carlo e Giovanni si conoscevano grazie alle scommesse, i sospetti su di loro aumentano.”
Un brusio si alzò, ma Carlo Denadai alzò le mani, come a respingere l’accusa. “Aspettate! Non siamo gli unici a conoscersi qui… anche Marta e Luciana si conoscevano,” esclamò con voce accesa. “Mi è capitato di vederle insieme, in un bar vicino casa di Giuliano. All’epoca non ci feci caso, ma ora… beh, le cose cambiano, no?”
Giuliano si voltò verso Marta, fissandola con una luce glaciale negli occhi. “Allora è vero,” mormorò, con tono incredulo ma carico di amarezza. “Tu e Luciana… vi conoscevate ed io non sapevo nulla ?”