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Sfollati da Milano in campagna, tra i boschi del Varesotto, durante la Seconda guerra mondiale io e i miei fratelli, spensierati e giocosi, coglievamo more, funghi, castagne, fragole, ciclamini, e tutto quello che la natura generosa metteva a portata di mano. Le escursioni in montagna, in fila indiana – con il babbo alpinista – sono ancora vive nella memoria. La natura proteggeva il nostro aprirci alla vita e cementava un legame che stava mettendo radici. La selva era il nostro terreno di giochi. Crescevamo all’ombra di una collina che ci pareva una montagna sacra e che dicevano frequentata da fantasmi. Dominare da lassù la vista sul sottostante lago di Lugano era la nostra meta preferita e l’orto della zia il nostro luogo di saccheggio. Da adulta la natura mi portò a giocare con lei a nascondino, quando contrassi il lupus. La mia fragile costituzione, dovuta alla malattia, si sentiva tagliata fuori dai suoi elementi: il sole faceva male alla pelle, l’acqua ai reumatismi, il vento agli occhi. Così arrivai a pensare che la natura fosse mia nemica. Fu poi durante un soggiorno in Bretagna – là dove il mare, il vento e la terra ne sono i protagonisti assoluti e incontestati – che la natura mi prese letteralmente d’assalto, tanto che, non potendomi sottrarre, mi lasciai frastornare dal vento, accarezzare dal sole, cullare dall’acqua, portare dalla terra al punto di sentirmi esausta dopo un incontro così importante e inaspettato. Lo assorbii in riposo sulla spiaggia, consolata dal verde delle alghe. Così la natura mi ha riconquistata, ma non mi ha guarita: devo ancora stare sempre attenta a tutto. Ma almeno ho fatto pace con la terra. Sono rimasta senza parole di fronte alla sua bellezza, alla sua potenza e al suo mistero. E soprattutto ho come avvertito la presenza di qualcosa di più grande di me, con cui sono tutt’uno, sorpresa di trovarmici perfettamente a mio agio e al mio posto. Ho toccato con mano che c’è qualcosa che sfugge all’uomo, che non nasce da lui, ma con il quale può allacciare un indissolubile legame d’amore. Fu dopo questa esperienza che sentii il richiamo di qualcosa di diverso, di esotico, di sconosciuto. Era il 1985. Dopo quel magico intervallo la ragazza di città riprese definitivamente il sopravvento. Ed esteriormente non è cambiato nulla: evito ancora il sole, l’acqua e il vento e quando cammino su un prato sono sempre mangiata viva dagli insetti. Ma ho ritrovato la natura dentro di me. Non sono a volte come terra arida e prosciugata in attesa di pioggia energetica rinfrescante? Non flirto anch’io con gli esseri viventi come fa il vento con le cime degli alberi? Non sono dolce e sinuosa come una distesa di colline? Bizzarra e imprevedibile come una notte di Luna piena? O come limpida acqua di sorgente quando in pace con me stessa? Non ho in me il furioso abbaiare di un cane di fronte all’ignoto? Non sono forse amante della libertà come un gatto? Materna come una mamma orsa? Soffice come una coltre di neve? Fragile come petali di papavero e sorridente come un sole di primavera? Gioiosa come il canto di un uccello e pungente e noiosa come una zanzara? Non ho in me la timidezza e la scontrosità di un animale selvatico e la leggiadria di una foglia che volteggia abbandonandosi languida al suolo? Il mio amore per la terra si è arricchito di una naturale incondizionata tenerezza per me e per la mia natura solitaria, qualsiasi cosa mi accada e in qualsiasi spazio mi possa trovare. Questo mi ha aiutato a orientarmi con pazienza verso ciò che più mi dà gioia e a privilegiare quelle occupazioni che mi vengono facili e mi fanno sentire completa e totale: quando scrivo ad esempio - il mezzo di condivisione che prediligo - quando scatta il mio clown con la sua birichineria civettuola, quando mi trastullo col cibo in cucina e cucio con ago e filo per tenere insieme i pezzi sciolti della mia vita. Non è forse questo parte della mia natura, quel qualcosa in me di unico, prezioso, insostituibile, inimitabile, incomparabile che esprime il mio modo di vedere, di sentire, di essere e che mi distingue da tutti nell’universo? E non mi sorprendo, in questi momenti, di riconoscermi nella perfezione di un’ape operaia indaffarata nel suo alveare.
Garçon cassecouille, 13 December 2024
Burro e acciughe
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An Old Luca, 20 December 2024
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Frank Cappelletti, 14 December 2024
GLI ANNI FOLLI
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“Per fortuna ho la scrittura. “.Pensai. Guardai il foglio felice di ciò che avevo scritto, in barba a quel fanfarone da premio Nobel di Hemingway per cui, ” La prima stesura di qualsiasi cosa, è [...]
Tutti i racconti
Utente Anonimo
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Stavo tornando a casa. Dopo quattro anni di lontananza rivedevo le vette innevate dei monti sulla valle. Il tempo che ho trascorso, lontano da casa, è servito per tornare a casa. Non mi ero allontanato molto, solo due montagne più avanti, ma sembrava che fossimo chissà dove. Per attraversare [...]
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Teo Bo:Letto con piacere. Si quanto pesano quelle rate, il lato B di una vita 'normale' [...]
U1494:Nata di maggio: mi è piaciuto come ha reso l'elaborazione mentale [...]
Camminava di buon mattino con l'aria di chi ha sempre fretta, come avesse un impegno urgente al quale non poteva sottrarsi, o una donna da raggiungere in un amore lontano. Nessuna di queste cose. Cercava invece di fuggire alla vita che lo rincorreva, certo che prima o poi, stanca, si sarebbe arresa [...]
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Patapump:grazie prff, come diceva neil young rock & roll can't never died roberta [...]
L’esilioDiRumba:"We will rock you", ma perché proprio in francese?
Stiamo passeggiando lentamente tra i sentieri di una pineta, che mi ricorda l'infanzia. La pioggia è appena passata, ma le nuvole grigie sono ancora ad un passo da noi. L'aria tersa e pulita asciuga le mie ansie. Il respiro affannoso si rasserena . Stiamo guardando le farfalle volare. Dici che [...]
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Penetrai la sua carne senza alcuna fatica, succhiando avidamente il collo. Fui inondato da una sensazione prima di calore, poi di profondo piacere che si diffuse istantaneamente in ogni cellula del mio corpo, facendomi dimenticare chi ero, dove mi trovavo, cosa stavo facendo. Un momento di estasi, [...]
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"E tu che ci fai qui?" Freddo. In un attimo Sto sudando freddo ... "Io che ci faccio qui? Ci faccio quello che ci fai tu!" Non so cari lettori se mai vi è capitato di vivere una situazione del genere. Beccati sul più bello! Sgamati,quando alla fine dopo tanti ripensamenti, avevate deciso di percorrere [...]
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zeroassoluto:Una coscienza complice nella trasgressione è il massimo! Se poi [...]
Forza, presto, siamo già in ritardo", così urlava scendendo giù dalla scalinata appena fuori dal portone la simpaticissima Jane, tondetta e di bassa statura, aveva sempre un bel sorriso e due occhioni blu in cui ci si poteva tuffare dentro. Teneva un bauletto in una mano e la borsetta nell'altra, [...]
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PRFF:Piacevolissimo racconto. Credo non sia soltanto la cronaca festosa [...]
Adribel:Grazie EdR. Grazie PRFF, hai colto un aspetto davvero importante, sì, [...]
Giove, re degli dèi, si accascia sul trono al termine di una lunga giornata. << Giullare! >> bercia, << Fammi divertire. >> << Sire, penso che la storia di stasera vi piacerà. >> Lo rassicura il giullare, mentre posiziona davanti al suo padrone il grande specchio [...]
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Cordelia:Un modo interessante di raccontare la storia di un personaggio dell'antica [...]
Lo Scrittore:l'uomo per quanto si sbracci e si dia da fare per forzare il suo destino, [...]
Aisha rimase per un attimo sorpresa da quanto aveva detto Adele, poi sorrise e prese la mano dell’anziana Adele mormorando. «Hai ragione signora Adele, il sorriso dei bambini è la cosa più gradita per Allah. È giusto, la nascita del vostro profeta non è importante per noi come Maometto, ma portiamo [...]
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PRFF:Bello il racconto, bello questo tuo commento. L' Accoglienza, quella [...]
Dario Mazzolini:commento PRFF con poche righe. Carissimo hai sottolineato lo spirito vero [...]