Utilizziamo i cookie strettamente necessari per il funzionamento del nostro sito.
Opzionalmente si possono abilitare i cookie usati da Google per offrire annunci pubblicitari personalizzati.
Per informazioni più dettagliate sui cookie che utilizziamo, e per cambiare in futuro la tua scelta, puoi consultare la nostra pagina Privacy
I cookie strettamente necessari abilitano le funzionalità principali del nostro sito web e
consentono statistiche anonime. È possibile
disabilitarli solo modificando le impostazioni del browser, ma ciò potrebbe influire sul corretto funzionamento
del sito stesso.
Imposta cookie di terze parti per ricevere una pubblicità
mirata ai tuoi interessi. Se questa impostazione è spenta, riceverai pubblicità generica.
Quando arrivammo in California la guerra tra gli Stati era finita da un pezzo, ma Esther ed io ci portavamo dietro i nostri morti. Lei aveva perso padre e fratelli in quel disastro che nessuno aveva voluto e che tutti, in un modo o nell'altro, avevamo combattuto. Io non potevo perdere nessuno perché figlio unico e i miei genitori erano mancati a distanza di un mese quando avevo otto anni. Prima mia madre, di parto. Al quinto tentativo di far nascere un altro figlio se n’era andata con una sorella che non avrei mai conosciuto. Poi mio padre, di fatica. Massacrato dagli orari imposti dal proprietario terriero per cui lavorava, era morto chinato su quelle zolle maledette da Dio e da me. Il padrone mi aveva tenuto in azienda: portavo da bere nei campi, pulivo le scuderie e dormivo sulla paglia con i cani da guardia. Mi davano pane, latte e un pezzo di carne secca una volta al giorno. Dopo una settimana per tutti ero “il randagio”. A scuola non c’ero mai andato, in chiesa neppure e a dieci anni avevo già le mani coi calli di un uomo. La mia vita era lì, tra fame, sudore e merda. Ogni tanto rubavo un po’ di frutta o m'imboscavo nelle baracche dei negri per avere del lardo, parlare con qualcuno e imparare a scrivere. M’insegnò tutto “il dottore”, un negro con le catene ormai tatuate che conosceva le erbe mediche e sapeva leggere libri e persone con la stessa facilità. Gli unici che incontravo tutti i giorni erano i ruffiani del capo. Cinque mostri, mercenari pagati per esser carogne. Venivano la mattina e la sera per prendere e lasciare i cavalli. Erano feccia d’umanità, distruggevano tutto il poco di bello e buono che c’è nel mondo. Picchiavano uomini, donne e bambini e spesso con la stessa forza. Due di loro, un irlandese e un texano, vivevano nell'azienda e giravano coi fucili per sparare a chiunque tentasse di andarsene. A volte si sentiva urlare dai campi. Ero sollevato se a gridare era un uomo, di solito se la cavava con calci e frustate. Se era una donna invece era perché la stavano stuprando, le urla mi ferivano le orecchie come il vento d’inverno. Tanto meglio se restava incinta, garantivano un servo in più al padrone. Erano liberi di fare quello che volevano, se decidevano di scoparla non importava quanti anni avesse. Mary era morta così. Le erano saltati addosso in tre mentre gli altri frustavano a sangue il padre che aveva cercato di fermarli. L’avevano lasciata sotto a una quercia, stracciata come i cenci che indossava, la avevano aperta con un coltello per non fare fatica a penetrarla. Mary aveva nove anni e gli occhi grandi. Dopo avevano impiccato il padre alla stessa pianta. Lo stato non permetteva più la violenza contro i negri, il padrone invece poteva permettersi di pagare qualsiasi multa e se arrivava a un processo veniva sempre assolto. I giudici erano tutti conservatori e lui aveva un bel numero di avvocati. Così ad alcuni degli uomini venivano tagliate le orecchie, ad altri i testicoli, ad altri ancora spaccavano le ginocchia. I più fortunati avevano cicatrici profonde due dita sulla schiena o sul viso o dovunque riuscisse ad arrivare la frusta. Ricordo un ragazzo che era stato colpito in faccia: il colpo gli aveva portato via un occhio e un pezzo di naso. Una notte fuggì, ci provavano in tanti, ma lui fu l’unico mai ritrovato. In fondo a me era andata bene, ero maschio, bianco, costavo niente, rendevo molto ed ero sano, magro ma sano. Ero una cosa lunga e secca come le canne della palude vicina, secco ma con muscoli forti e affamati, cuore compreso. Forse per quello m’innamorai di Esther la prima volta che la vidi. Arrivò un giovedì. Aveva accompagnato il fratello a comprare del grano ed era più bionda delle spighe di agosto. Anche lei andava nei campi, ma solo per portare il pranzo ai suoi fratelli.
La madre era partita e mai più tornata. Il padre passava il tempo nel saloon del paese vicino. Quando tornava a casa la riempiva di botte e gli altri facevano finta di niente. Era l’unica femmina rimasta, la serva. Esther si svegliava all'alba, si spaccava la schiena tutto il giorno e quando dormiva aveva gli incubi. Aveva la mia età e sulle mani i miei stessi segni. Forse per quello gliele baciai al secondo incontro. Al terzo la chiesi in moglie e lei accettò. Non avevamo trent'anni in due ma ne avevamo vissuti almeno il doppio e volevamo scappare da quell'inferno.
Garçon cassecouille, 13 December 2024
Burro e acciughe
Tempo di lettura: 4 minuti
Quella sera la città era avvolta da una cortina di nebbia spessa, densa e così umida che, passando attraverso i vestiti, inumidiva le ossa. La classica nebbia in Val Padana. Il tizio, lievemente [...]
La Gigia, 24 December 2024
La seconda
Tempo di lettura: 5 minuti
Quando il cellulare suona di notte non son mai buone notizie. E il mio sta suonando. “Che succede?” Sussurro. “Scusi l'ora Commissario, ma è successo qualcosa al locale di Charlie. Abbiamo trovato [...]
An Old Luca, 20 December 2024
Uomini
Tempo di lettura: 1 minuto
Se gli uomini fossero oggetti sarebbe tutto più semplice. Se fossero una fotografia, una chiave, un foglio dimenticato in un cassetto, sarebbe più facile ritrovarli. Ma quando scompaiono, gli uomini, [...]
Frank Cappelletti, 14 December 2024
GLI ANNI FOLLI
Tempo di lettura: 3 minuti
“Per fortuna ho la scrittura. “.Pensai. Guardai il foglio felice di ciò che avevo scritto, in barba a quel fanfarone da premio Nobel di Hemingway per cui, ” La prima stesura di qualsiasi cosa, è [...]
Tutti i racconti
Utente Anonimo
Per utilizzare questa funzione è necessario effettuare il login. Accedi oppure
registrati per avere la password
Parole d'amore viaggiatrici sul filo di internet fioriscono nelle ombre delle ansie a farle sussurrare quel ti amo, quel io ti amo da impazzire in quel mi manchi da morire! Non vi è destino più triste da rimandare carezze sulla pelle, dolci baci colmi di calore e strette di cuore fino [...]
Tempo di lettura: 30 secondi
Teo Bo:Mi sono lasciato andare per un attimo tra la poesia e la musica create dalle [...]
zeroassoluto:Conoscersi a distanza è stimolante, ma alla fine, se non ci di tocca [...]
Il condominio di via Garibaldi era un palazzone di sette piani a doppia scala per un totale di 60 famiglie. Vi abitava un concentrato di umanità che guardava il benessere passare veloce con i treni ad alta velocità e che facevano tintinnare i vetri delle finestre e le tazzine del servizio buono [...]
Tempo di lettura: 5 minuti
Teo Bo:Uno sguardo tra le cose di un mondo per molti lontano, raccontato solo da qualche [...]
zeroassoluto:Bravo, ben scritto... mi piace il parlare della donna mussulmana... spesso [...]
Le case dei nonni si trovano sempre al culmine di salite infinite. Chissà perché alla nostra età le salivano come ballerini e noi invece le soffriamo così tanto. Siamo pigri, grassi, ineducati al movimento. Non facciamo che passare il tempo a lamentarci. “Porca miseria!” “Boia d'un mondo!” Vorremmo [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
zeroassoluto:Grazie Sandro! Grazie di questo racconto e grazie di avermi fatto incontrare [...]
Lo Scrittore:brrrr! brividi, una descrizione così dettagliata che rende la lettura [...]
IL RANDAGIO Quando arrivammo in California la guerra tra gli Stati era finita da un pezzo, ma Esther ed io ci portavamo dietro i nostri morti. Lei aveva perso padre e fratelli in quel disastro che nessuno aveva voluto e che tutti, in un modo o nell'altro, avevamo combattuto. Io non potevo perdere [...]
Tempo di lettura: 3 minuti
zeroassoluto:È piaciuto anche a me e mi aspettavo un seguito... Il finale aperto, [...]
La Gigia:Grazie zeroassoluto, il finale aperto lascia anche la libertà al lettore [...]
Aveva indossato un basco nero e dei Ray Ban verde bottiglia acquistati di recente. Si specchiò per l'ennesima volta e dedicò un bacio all'immagine riflessa. Qualcuno entrò per lavarsi le mani. "Ciao Petito". Era Big Panther. Capelli ricci e un corpo da urlo che ben si conciliavano con un completino [...]
Tempo di lettura: 5 minuti
zeroassoluto:Bravo Teo, ma qui scriviamo (almeno io) per puro diletto e non per vincere [...]
Teo Bo:Ciao Zero. Certo! In LDM si ambisce al massimo ad un like o a una nota di simpatia [...]
Ebbe così inizio la storia d'amore dei due ragazzi, perché a tutti gli effetti il loro era vero amore, nato grazie ad un rosario e proseguito con altra refurtiva, pardon, “doni”, sottratti clandestinamente dal negozio. Il babbo, che proprio stupido non era, si chiedeva dove fossero finiti alcuni [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
zeroassoluto:E bravi questi ragazzi che fanno 'gli atti impuri'... ma esistono ancora? Se [...]
Dario Mazzolini:grande zero assoluto questi cardinali mangiano troppo e ingrassano. ciao e [...]
Il viaggio è stato lungo e faticoso. Nemmeno Il maltempo è stato clemente. Pioggia, grandine e vento. A tratti era impossibile vedere la strada da percorrere. Ma ora, per fortuna, è arrivata a destinazione. Emily parcheggia la sua automobile nel vialetto di casa. "Nulla qui è cambiato " pensa. [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
Lo Scrittore:come spesso accade i ricordi sono sempre più vivi della realtà, [...]
zeroassoluto:Bella storia, in ricordo di chi non c'è più in questi giorni. A [...]
Quando Saverio si accorse di aver riposto “SÌ” a una mail rossa e bianca che chiedeva: “Vuoi ricevere una visita da Babbo Natale?” era troppo tardi. Non è una tragedia– pensò subito dopo –al massimo riceverò offerte lancio di panettoni, pubblicità di viaggi a Rovanjemi, richieste di donazioni a [...]
Tempo di lettura: 3 minuti
Dario Mazzolini:"Il sogno è magia. La speranza è magia. Il coraggio è [...]
Teo Bo:Cercavo difetti, sbavature, fragilità per dire a me stesso: vedi? anche [...]
Trascorro la cosiddetta “magia del natale", insieme a Bruna, la mia compagna, ai ragazzi della mia ex prima moglie defunta e al loro papà, gustando i piatti della tradizione cremonese. Più del natale però mi piace raccontare di Natale, uno dei pochi amici veri che ho. Natale è un po strano. A colazione, [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
Dario Mazzolini:ciao Lorenzo non ti sfugge nulla. Non ho scelto a caso infatti il none di Ester. [...]
Ornella:Caro Dario I tuoi personaggi hanno spesso un "sapore" antico e gradevole. [...]
Mangiato! Naturalmente i panini li ho preparati io, alla mia solita maniera e cioè con 5, 6 strati diversi: ne ho fatti 15! Francesco ha gradito! Pane bianco del tipo ‘Bauletto’, pomodoro tondo grosso tagliato sottile come fosse un salame, una spruzzatina di sale, sottiletta Kraft, fetta di [...]
Tempo di lettura: 5 minuti
Zio Rubone:Caro Zeroassoluto, ho letto volentieri questo tuo diario di viaggio con ricordi [...]
zeroassoluto:... scusate qualche errore di battitura, ma a volte, la foga di rispondere, [...]
Quando il cellulare suona di notte non son mai buone notizie. E il mio sta suonando. “Che succede?” Sussurro. “Scusi l'ora Commissario, ma è successo qualcosa al locale di Charlie. Abbiamo trovato Dora nel vicolo sul retro, è morta. L'auto arriva in 10 minuti.” “Ok.” Mi alzo con fatica. “Dove vai [...]
Tempo di lettura: 5 minuti
La Gigia:Grazie Zeroassoluto, molto gentile. Allora... Non so, forse, speriamo e all'ultima [...]
zeroassoluto:Allora 'femmina'... L'ho sempre detto: le femmine hanno una [...]
«Quale inestimabile dono ricevette l'umanità il giorno di Natale del 2063?» chiese la docente di Storia. «Il primo contatto con i Centariani, ora integrati sulla Terra da più di un secolo e la cui tecnologia ha salvato il vostro pianeta» rispose fiero J'oz. [pubblicato originariamente sull'account [...]
Tempo di lettura: 30 secondi
Giuseppe Scilipoti:'Il dono' è un gradito dono di Lawrence, l'ho trovato ben... [...]
Zio Rubone:Lawrence, ti preferisco quando scrivi storie più trucide... A meno che [...]