Utilizziamo i cookie strettamente necessari per il funzionamento del nostro sito.
Opzionalmente si possono abilitare i cookie usati da Google per offrire annunci pubblicitari personalizzati.
Per informazioni più dettagliate sui cookie che utilizziamo, e per cambiare in futuro la tua scelta, puoi consultare la nostra pagina Privacy
I cookie strettamente necessari abilitano le funzionalità principali del nostro sito web e
consentono statistiche anonime. È possibile
disabilitarli solo modificando le impostazioni del browser, ma ciò potrebbe influire sul corretto funzionamento
del sito stesso.
Imposta cookie di terze parti per ricevere una pubblicità
mirata ai tuoi interessi. Se questa impostazione è spenta, riceverai pubblicità generica.
Aveva moti fluttuanti. Ogni suo respiro altro non era che un gesto mirato. Sapeva esattamente dove colpire. Ti avvolgeva con le sue parole. Gesti suadenti. Occhi brillanti ma, nello stesso tempo, colpevoli. Solevano dire “è colpa mia”. E così trovavano rassicurazione. Si faceva cucciolo indifeso per trovare accoglienza in un corpo ansimante d'amore. Era così brava a manipolare pensieri, sussurrando parole calde e voluttuose. Il suo corpo sinuoso, sapeva come muoversi. Era coinvolgente e sapeva trascinarti in danze di passione. Non c'era tempo per provare a sottrarsi. Lei insisteva, insisteva, insisteva, finchè ogni tuo gesto non diveniva manifestazione, inconsulta, della sua volontà. Lei voleva. Lei diceva. Tu, non potevi sottrarti al suo potere. Occhi color del cielo che nuota in un mare d'erba, sapevano rapire l'essenza del tuo cuore. Tempo ci metteva. Carezze provocanti, ispirava. Eppure trovava sostanza fertile, dove gettare il suo amo. In breve tempo tutto di te era in suo possesso. Perchè era capace di entrare nella tua anima. Nei tuoi pensieri. E così facendo, non ne usciva più. Ed era già quello l'inizio della fine. “Ti amo” - diceva. Tu non le credevi. Non potevi crederle. Non volevi crederle. Sapevi che non era possibile. “Ti amo” - continuava a ripetere, per minuti, giorni, mesi. E i suoi occhi ti guardavano come se fossi l'unica cosa al mondo. “Ti amo”. Alla fine non potevi non crederle. Le sue mani si inabissavano in ogni angolo dei tuoi respiri. Non potevi farne a meno. Volevi, volevi quel corpo. Lo volevi a tal punto da mandare a puttane tutto il tuo destino. Non credevi di essere capace di dimenticare tutto. Non supponevi di poter vivere una vita priva di pensieri, gettandoti in un mare in tempesta. Eppure era quello che stava accadendo. Ogni istante della giornata, era un desiderio ardente. Lei si era davvero impossessata della tua essenza. Lei ti voleva. E tu volevi lei. Ma non potevi ammetterlo. Te ne allontanavi, nella speranza di poter vivere senza. Ma era come essere senza fiato. Un dolore inspiegabile. Tornavi da lei. Lei sapeva di averti. E per questo era capace di provocarti. Di schiacciarti. Tu eri là, capace di sottometterti ad ogni suo volere. Come se fossi in possesso di una forza superiore. Di un inganno lontano anni luce dal possibile. Eppure era questa la realtà. Tu avevi bisogno di quel corpo. Di quelle labbra. Di ogni curva di quel tenero fiore. O almeno, così, talvolta, appariva. Credevi di poterti prendere cura di lei. Ma lei voleva solo averti. Per poco? No. Per sempre, anche senza averti. E poi? Finito il gioco? Questo era il dubbio. Questo era quello che ti frenava. Ma come si può darsi totalmente a qualcuno, lasciando l'anima a casa? Non si può. E non lo credevi nemmeno tu. Eri come una calamita, attratta da quel corpo e nello stesso tempo respinta da quell'anima bruciante di passione irrefrenabile. Se non ti aveva, ti desiderava. Se ti aveva, ti allontanava. Che strano gioco. Ti circondavano specchi che rimandavano il tuo volto deforme e il suo senza senso. Non riuscivi a ponderare più nulla. Non riuscivi a emergere dagli abissi di quella storia senza senso. Tu eri là dove era lei. Ma lei era altrove. Era sogno e maledizione.
Lawrence Dryvalley, 12 November 2024
La Rapina III
Tempo di lettura: 30 secondi
L'automobile si ribaltò più volte prendendo fuoco. Q e M erano spacciati e io non ne avevo per molto. Meglio così che consegnati al Clan. Mi trascinai fuori poco prima dell’esplosione. Con l'ultimo [...]
Dario Mazzolini, 20 November 2024
Il caffè col babbo
Tempo di lettura: 1 minuto
È uno dei miei ricordi più belli. A prima vista può sembrare banale ma non lo è. Avevo preso l'abitudine, a metà mattina, di bere il caffè col papà. Ovunque mi trovassi per noi era un'appuntamento [...]
Dario Mazzolini, 18 November 2024
Sensuale
Tempo di lettura: 30 secondi
Ho scompigliato i tuoi capelli stelle filanti di argento e oro Ho baciato i tuoi occhi di mandorle e miele la tua bocca letizia di scandalosa grazia Ho baciato I tuoi seni che sono onde di mare [...]
Rubrus, 09 November 2024
Il vecchio col cappello (1 di 2)
Tempo di lettura: 3 minuti
«Succederà qualcosa di brutto». «Succede sempre qualcosa di brutto. I Maya hanno previsto la fine del mondo per domani». «Ma non era per il 2012?». «Pare che si siano sbagliati nel riportare i calcoli. [...]
Tutti i racconti
Utente Anonimo
Per utilizzare questa funzione è necessario effettuare il login. Accedi oppure
registrati per avere la password
La ciucca ti aiuta. Ti porta in un mondo instabile, pronto a capovolgersi in ogni momento e ti viene voglia di scrivere come ti senti. Vino bianco "Vecchia Torre" gelato su "linguine alle cozze in bianco, belle brodose con pepe a morire". Scivola giù che è una meraviglia, trasparente e fresco, [...]
Tempo di lettura: 2 minuti
Dario Mazzolini:come dici tu non si guida con la ciucca... con il nuovo codice della strada [...]
Teo Bo:Grazie Zero! Non ho mai preso in vita mia una 'ciucca' e tu mi hai [...]
Intrecciati tra le dita teneva i grani del Rosario. Ma la mente tumultuosa si affollava di pensieri tanto lontani da quella sacra preghiera. Un turbinio di immagini, senza un apparente collegamento, si proiettava sul grande schermo. Al cinema "Soul" quel giorno davano un film da Oscar. Il biglietto [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
Dario Mazzolini:mi è piaciuto caro PRFF, un racconto piacevole nonostante l'argomento. [...]
Tutta colpa del vento. Tre notti prima aveva soffiato con folate rabbiose e casuali come calci di un mulo imbizzarrito e il polacco era finito oltre le linee nemiche. Polacco, sì, perché mica erano tutti americani, gli Alleati, e solo quando ce se li trovava davanti, invece che sugli arei a bombardare, [...]
Tempo di lettura: 3 minuti
Lawrence Dryvalley:"Mamma mia" quante storie ci sono da raccontare ambientate nei periodi [...]
Call Center Mi sono alzata molto presto anche stamani Il buio sembra ancora più buio, quando fai una cosa che non piace Prendo il solito tram, il numero dieci, sempre pieno a quell’ora mattutina Volti di persone che sembra non dormano da giorni Ma in queste giornate fredde di Inverno, emanano [...]
Io sono nato in un piccolo borgo della bassa bresciana, in una vecchia cascina circondata da campi di grano e prati fioriti incorniciati da una rete di canali di irrigazione e fossati di acqua incontaminata, dove insetti pattinatori ed eterotteri, scivolavano danzanti sulla superficie. La felicità [...]
Tempo di lettura: 2 minuti
zeroassoluto:Caro Gianni, purtroppo è così dovunque e per la stupidità [...]
Si era inventato un mestiere per arrotondare una pensione sottile come un'acciuga e permettersi qualche fetta di prosciutto in più, magari accompagnata da una mozzarella minuta ma gustosa, con la goccia di latte che scivola verso il piatto simile ad una lacrima salata. Salì sull'utilitaria di sua [...]
E’ una caldissima domenica estiva. Sul furgone sto percorrendo le strade di campagna per affiggere i manifesti del caro nonno ‘Tonino’. Il sole picchia, l’asfalto della strada balla per la calura, l’aria condizionata del mezzo è fuori uso. La testa è coronata da perle di sudore. Nonostante tutto [...]
Tempo di lettura: 2 minuti
Lawrence Dryvalley:Bella questa serie "I Ricordi del Becchino"... Letti e like ai due [...]
zeroassoluto:Vespe, Tonino, Antonio, ronzio lontano... meglio scappare! Bravo.
Devo ammettere che ho fatto un ottimo lavoro. L'ho chiamato Lumiukko, che tradotto dal finlandese significa "pupazzo di neve." Ecco una descrizione veloce e sommaria di cosa mi sono servito per realizzarlo: innanzitutto, la materia prima cioè la neve, i due pomodori di Pachino ne ricreano gli occhi, [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
ducapaso:il primo appunto riguarda il pupazzo di neve: in otto mesi non si è [...]
Giuseppe Scilipoti:x Lawrence: Mai vista una puntata di 'Doctor Who.' Terrò in [...]
A diciassette anni ero seduto al secondo banco del quarto liceo. La matematica è sempre stata la mia passione… non avevo bisogno di studiare la teoria… e soprattutto non ne avevo voglia… teoremi, enunciati, postulati, mi sembravano cose ovvie e banali e non sopportavo di mandare a memoria quel [...]
Tempo di lettura: 3 minuti
zeroassoluto:Scusate, ma nelle prime due parti, ho dovute modificare di recente alcuni nomi [...]
zeroassoluto:Ma non so perché le prime due parti sono in programma il 20 e il 21 [...]
Uno dei luoghi più noiosi della terra suppongo che sia lo spazio dedicato agli uffici postali della mia piccola cittadina. Frustrato da una multa ricevuta poche ore prima mi avviavo, sconsolato, verso quel pezzetto di mondo in cui qualcuno sistematicamente sfoga ansie, rabbia e risentimento nei [...]
Tempo di lettura: 2 minuti
Lawrence Dryvalley:Grazie a te in anticipo per l'interesse ai miei testi, li trovi elencati [...]
zeroassoluto:Ciao Teo... nuovo anch'io, di ottobre 2024. Una tempo c'erano i [...]
Siamo sette alla fermata, è umido ma i saluti fioccano. Siamo un gruppetto abitudinario nel quale Crocefissa spicca. Guarda le moldave, le russe e le africane con distacco. Se non avessi giurato sui miei figli di tacere le spiegherei che la fermata è il punto dove i mezzi pubblici stradali si [...]
Tempo di lettura: 2 minuti
Ellissa:credo tu debba rileggere il racconto almeno tre volte. Il tuo commento [...]
zeroassoluto:Fatto... hai ragione: ho eliminato il commento inappropriato 🤗
Ex alza il viso dal piatto al ristorante e la vita è cambiata in un solo istante. Il suo viso è una ridicola maschera tanto che immediatamente penso stia facendo lo sciocco, la ragione non vuole vedere l’abisso che mi aspetta se solo lasciassi entrare i pensieri logici. Poi tutto precipita. Capisco. [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
Adribel:Mi sono venuti i brividi ma penso che il sig. Ictus sia un ver0 signore, determinato [...]
zeroassoluto:Il signor ICTUS è terribile e occorre essere molto vigili e capire subito [...]