Una, due, tre volte il mio sguardo si è fermato per caso, sulla sua figura. Esile e selvaggia mi è apparsa. Il tempo di accorgermi della sua presenza, ed ecco desertificarsi l'affollata strada che distrattamente percorrevo.
Indossava le vesti di una donna spenta.
Aveva una figura dismessa e trasandata, questo la rendeva irresistibilmente attraente. La non cura, era il suo punto di forza, era quello che la faceva essere desiderabile.
Gli indumenti che indossava, non le rendevano giustizia. Con le loro cadenti e goffe forme, nascondevano un corpo fatto per essere ammirato.
I capelli lunghi, biondi, arsi da una finta incuria, la circondavano come una brillante aureola.
Il viso, barattato con quello di un angelo, non indossava trucco; era bellezza allo stato puro.
Andando per la sua strada, spogliava di femminilità ogni donna che le si affiancava.
Non volevo accorgermi di lei. Non volevo che la sua figura, facesse propri i miei pensieri, le mie emozioni.
Il resto è storia comune, già accaduta. Il mio passeggiare, tranquillo e rilassato, si è presto trasformato in frenetica ricerca della sua persona, accompagnato dal terrore di ritrovarla, essendo confuso e disarmato, nella mia ansia di successo.
Se con la stessa rapidità con la quale è sparita, si dissolvessero i mali terreni, allora anch' io crederei all'eden; invece la ricompensa delle mie vicissitudini è la somma delle pene.
Vago, maledicendo la codardia che presto si impossessa di me, la paura di affrontare la bellezza in prima persona, come inizio delle cose.
La mia condanna è accontentarmi solo dei miei sogni; ma arrendermi alla mia fantasia, non mi sfama più.
Ora il mio sguardo si infrange contro mille volti di donna che incrocio sulla mia strada, tutti informi, senza espressioni, dove la bellezza è un optional che manca.
Il mio desiderio è: bisogno di rivederla, e va annoverato nella lista di quelli che mai si avvereranno.
La delusione, è quella che regna sovrana, è il despota al quale continuo a spianare la strada, mettendo in campo come unica arma, tutto il mio titubare, tutta la mia paura di vincere.
Percorrerò ancora le strade che mi hanno visto perdente, continuerò a vagare auspicandomi un incontro improbabile. Mi affiderò ad una casualità, alla quale non credo, ma che ormai racchiude le mie ultime speranze di rivedere quella donna che mi è apparsa con sembianze angeliche, e che non ho avuto il coraggio di avvicinare.