(... continua)
Suo fratello è più piccolo e merita di studiare... accidenti se lo merita... molto più di lei, forse.
E allora Clarissa decide di togliere un peso a quel bilancio familiare che comincia a dare segni di cedimento e che non può più permettersi di mantenere due figli all’università.
Clarissa inizia a lavorare nella ristorazione di un grande centro commerciale, e le sue giornate sono adesso lezioni, università, studio, esami… e lavoro, tutte le sere, dalle 20 a mezzanotte e a giornate intere nei fine settimana.
Usa la macchina che divide con suo fratello, la porta la mattina presto vicino al suo posto di lavoro, prende l’autobus, va a lezione, passa la giornata all’università, torna indietro in autobus al tramonto, riprende la macchina, va al lavoro, torna a casa, sistema casa, studia… se ce la fa.
E avanti così per mesi e mesi, si addormenta in aula un paio di volte, è costretta a saltare esami ed incontri coi professori perché non riesce tutte le volte a spostare gli orari dei suoi colleghi…
Clarissa accelera… lo studio rallenta.
Poi suo fratello comincia a brontolare perché Clarissa è costretta a tenere sempre la macchina, ma lui è un ragazzo giovane e ogni tanto la sera vorrebbe uscire con gli amici.
Ha ragione lui, ovviamente, e d’altronde lei lavora adesso e può comprarsi la sua prima macchinuccia tutta sua.
Così fa, Clarissa, e nello stipendio suo lavoretto part-time deve entrarci adesso anche la rata della macchina e l’assicurazione, oltre alle tasse universitarie e le spese per gli esami.
Sua madre sta un po' meglio, però, e Clarissa pensa che in fondo ce la po' fare ad andare avanti così, tra lezioni, università, esami, studio, lavoro, casa da rassettare e soldi da gestire.
Nell’estate dei suoi 25 anni, però, Clarissa, nonostante i suoi sforzi e il tremante e faticosissimo equilibrio che ha dato alla sua vita, si accorge che deve lavorare di più, perché a settembre ci sono le tasse universitarie da pagare e anche l’assicurazione della macchina, e tutti quei soldi lei non li ha. E a settembre il suo contratto scadrà.
Così le sue giornate diventano, in quell’estate calda, un nuovo lavoro la mattina, una corsa in facoltà, lezioni, studio, università, esami... sempre meno per la verità... poi una corsa al suo solito lavoro la sera, fine settimana compresi.
Non ce la fa più, Clarissa, non regge più quella vita, se ne è accorta da un pezzo, lo sa bene, ma deve andare avanti, le mancano così pochi esami a finire...sua madre sta meglio, deve farcela… anche per lei.
Arriva settembre e scadono i contratti, tutti e due... ma Clarissa deve lavorare, non può più smettere… chi può pagare le sue spese se smette di studiare? Chi pagherà adesso le tasse universitarie e gli esami, e le spese per la sua macchinuccia?
Arriva insperata una proposta di un lavoro nuovo, tutto il giorno, le classiche otto ore da passare in ufficio, bloccata dietro ad una scrivania.
Clarissa accetta, può continuare a studiare, andrà in facoltà molto meno di prima, ma se vuole ce la può fare.
Ci crede Clarissa, e continua a pagare le tasse universitarie per altri tre anni, senza più riuscire ad andare in università, senza più nessun esame.
Clarissa rinuncia agli studi, sono passati cinque anni dal giorno in cui è cambiato tutto, sua madre sta bene, è sopravvissuta al tumore e alla chemioterapia.
La sua vita ha cambiato strada… Clarissa è diventata grande, si vede che doveva andare così.
Forse, è così che si diventa grandi… scegliendo la cosa giusta da fare in ogni momento, l’unica cosa possibile per andare avanti.
(Fine)