Il martello batte sul chiodo, oggi è stata una giornata dura, ho guardato nel cielo tra spiragli di luce in cerca di speranze che non trovo da tempo. Quando è giunta la sera ero stanco da far paura ma è stato bello tornare a casa tra le braccia del tiepido e unico amore, la certezza di essere vivo.
Tutto ha un inizio, tutto comincia da un semplice gesto, a volte da una lacrima che solca il tuo viso.
Era quasi l’alba quando come sempre, ho aperto gli occhi al mattino. Ho guardato la sveglia, erano le sei, lei dormiva ancora. Con dolcezza gli ho preso una mano e l’ho baciata per sentire il suo amore.
Ho detto: “Oggi sarà una buona giornata”, il tempo di preparami ed ero giù in cucina a fare colazione, ho guardato dalla finestra, il tempo era bello. Ho preso le mie cose e mi sono incamminato per andare al lavoro.
Che strano pensavo, guardo il mare e mi sento un gabbiano in cerca del vento, mentre la strada mi porta là dove il mio pensiero si ferma. Come sempre faccio sosta al bar, sfoglio il giornale più per consuetudine che per la reale necessità, prendo il mio caffè saluto i miei amici e come un automa riprendo il cammino. Ho la fortuna di andare al lavoro senza usare mezzi di trasporto, così l’aria del mattino mi sfiora il viso, mi accarezza, a volte perfino mi racconta storie, e giunto a destinazione mi spoglio dei miei pensieri e inizio la solita giornata. Ma oggi c’è qualcosa che mi tormenta, non so, anche se ho previsto che fosse un buon giorno, mi sento inquieto, e penso al mio amico, al mio sincero amico che ha intrapreso un lungo viaggio.
L’ultima volta era nel suo letto che mi guardava, accennava un saluto e con gli occhi ormai chiusi cercava il mio sorriso. Abbiamo camminato a lungo ci siamo fatti compagnia, abbiamo soprattutto sorriso della nostra semplice e unica fortuna. Quando ci siamo visti la prima volta quasi mi chiedeva, e tu chi sei? Che ci fai nel mio giardino? Ma è bastato un attimo e ci siamo ritrovati.
Io sono quello che ti accompagnerà per un po’ sulla tua strada, ma lui questo non lo sapeva, e a dire il vero non lo sapevo neanche io. Una stretta di mano e la promessa di rivederci dopo qualche giorno.
Abbiamo cercato e poi trovato la gioia di essere sinceri, semplici nei nostri gesti e con devota lealtà abbiamo gioito di ogni istante di ogni momento. Come quella volta che insieme ad altri amici ci siamo ritrovati a raccontare storie davanti ad una tavola più bella che ricca, o come quella volta che al mare tra il vento e barche in riposo abbiamo gioito anche se il sole faceva capolino. Ma soprattutto, quella prima volta che a squarciagola, insieme, abbiamo cantato a più non posso.
Dopo tutto questo un bel giorno mi ha chiamato e mi ha detto:
“Sandro devo partire, devo andare lontano, ti saluto, ma ti prometto che ci rivedremo” L’ho visto prendere il suo zaino e piegato al suo peso incominciare il suo viaggio. “Aspetta” gli ho detto, “Vengo con te, ti aiuto a portare il tuo zaino” ma lui con la sua semplicità mi ha risposto: “Pensi che non ce la faccio a portare il mio zaino?” - “No, non volevo dire questo e che volevo fare questo viaggio con te” - “E’ un viaggio che devo fare da solo, ma ti ho promesso che ci rivedremo”. Non ho ascoltato le sue parole e, anche se in lontananza, l’ho seguito finché ho potuto. Fino a quando un giorno freddo d’inverno ha bussato ad una porta, è entrato e non l’ho più rivisto.
L’inquietudine mi ha lasciato, e una lacrima ora solca il mio sorriso perché so che il mio amico ha terminato il suo viaggio e come mi aveva promesso è tornato a trovarmi. Sì, lo vedo ogni giorno, e ogni giorno mi dice la stessa cosa, “Sono felice perché per un po’ abbiamo camminato insieme, ci siamo fatti compagnia ma soprattutto abbiamo amato la vita.”
Il martello batte sul chiodo, oggi è stata una giornata dura, ma quando mi volto e vedo il mio amico mi pare più bello questo giorno che se n’è andato e domani, domani, un altro giorno che dedico al mare, al volo di un gabbiano, quel gabbiano che mi porta lontano, lontano dove il mio sogno si veste di speranza. Ciao mio caro amico, aspettami e non ti voltare. Io, non ti lascerò andare.