LA MEGLIO GIOVENTU’ (2003)
Fra il 1966 ed il 2003 si dipana la storia, privata e pubblica, di Nicola e Matteo, fratelli così diversi fra di loro eppure così vicini.
Promettenti studenti universitari, condividono sogni e speranze, fino all'incontro con Giorgia, ragazza psichicamente disturbata, che segnerà la loro vita.
Nicola diventerà psichiatra, mentre Matteo lascerà gli studi per entrare in polizia.
Il "personale" e il "politico", il gesto privato che diventa patrimonio pubblico.
La loro vita si incrocia con quella di un'Italia dal dopoguerra difficile e dalla ricostruzione, fisica e morale, forse ancora da raggiungere.
Famiglia, studio, lavoro, amori, figli. Intorno a loro anche la vita di tanti altri: parenti, amici, sconosciuti. Tutti alla ricerca di un senso da dare alla propria esistenza.
Cinema al cinema, di cuore e di cervello.
Anche se è stato pensato e prodotto per la televisione, LA MEGLIO GIOVENTÙ è film per le sale cinematografiche, dove ritrova la propria giusta collocazione.
Pur con qualche soluzione narrativa all'apparenza scontata o semplicistica, il tutto scorre con intelligenza e interesse e si lascia seguire tutto d'un fiato (nonostante le sei ore di durata, che non pesano affatto).
Condito da una sceneggiatura solida ed efficace, di due dei migliori scrittori del nostro cinema, Rulli e Petraglia; da una regia decisa e attenta ai volti, alle atmosfere, alle ricostruzioni storiche e d'ambiente; da interpreti di vaglia che si calano nei personaggi con convinzione e ce li mostrano per quello che sono, solo e soltanto delle persone con contraddizioni, slanci, afflati, alla ricerca comunque di una "vita" degna di essere vissuta.
Un plauso personale vorremmo farlo ad una Adriana Asti in una delle sue migliori prove, così sentita e convincente.
I protagonisti del film non sono eroi, sono italiani che hanno attraversato quasi 40 anni della nostra Storia fra molte sconfitte importanti e qualche vittoria, altrettanto importante, come tanti e tanti di noi.
La Storia non è sempre scritta dai "grandi" e, seppur forse permeato da un pessimismo di fondo, il film è "dolorosamente possibilista".
Il titolo della pellicola è ispirato alla omonima raccolta di poesie pubblicata nel 1954 da Pier Paolo Pasolini.
Marco Tullio Giordana, classe 1950, ha diretto, oltre ad opere televisive e teatrali, anche i film: Maledetti vi amerò - La caduta degli angeli ribelli - Appuntamento a Liverpool - La neve sul fuoco (episodio di La domenica specialmente) - Pasolini, un delitto italiano - I cento passi - Quando sei nato non puoi più nasconderti - Sanguepazzo - Romanzo di una strage - Nome di donna
Regia: Marco Tullio Giordana – Sceneggiatura: Sandro Petraglia, Stefano Rulli
Cast: Luigi Lo Cascio (Nicola Carati), Alessio Boni (Matteo Carati), Jasmine Trinca (Giorgia), Adriana Asti (Adriana Carati), Sonia Bergamasco (Giulia), Fabrizio Gifuni (Carlo), Maya Sansa (Mirella), Valentina Carnelutti (Francesca Carati), Andrea Tidona (Angelo Carati), Claudio Gioè (Vitale Micali), Lidia Vitale (Giovanna Carati), Riccardo Scamarcio (Andrea), Paolo De Vita (Don Vito), Mario Schiano (Professore di medicina), Giorgio Crisafi, Michele Melega, Pippo Montalbano