«È pronto, sbrigati!»
«Ma mamma, sono le sette, non abbiamo mai cenato così presto!»
«Alle 7 e mezza inizia la diretta, non voglio stare in cucina in quel momento»
Poso sul mobile il mio LEM che ho costruito con il mio traforo, prendendo la foto dal Paese Sera, che poi ho incollato su un pezzo di compensato regalatomi dal falegname sotto casa, poi ho segato tutti i bordi, in seguito ho anche incollato la foto di Armstrong sull’oblò. Ne sono orgoglioso, il mio modulo lunare personale.
Si sente la voce di mio padre: «Che hai preparato di buono?»
«Una carbonara, così mi sono sbrigata e la finiamo subito, metterò i piatti sporchi nel lavello e poi mi potrò godere tutta la trasmissione»
Provo a chiedere di nuovo, per sicurezza: «Davvero potrò rimanere in piedi anch’io tutta la notte? Non mi manderete a letto prima?»
«Tranquillo, è un momento storico, dovrai ricordarlo tutta la vita»
Fra due settimane compirò 12 anni, sono quasi adulto.
«Ecco l’annunciatrice, zitti» mamma lo dice, quasi pretendendo il silenzio assoluto dopo quella dichiarazione.
Sono le 19.28 di domenica 20 luglio 1969.
Andrea Barbato è il primo ad intervenire: «L’uomo sta per violare il primo mistero dell’universo, sta per conquistare la Luna»
Iniziano le chiacchiere, il bisogno di far trascorrere il tempo li fa esagerare, sbuffo, papà mi lancia un’occhiataccia, recupero il mio LEM. Lo faccio arrivare prima di loro? Mio fratello si disinteressa della cosa, ha 5 anni ed un mese esatto, gioca per terra. Per tre ore anch’io mi disinteresso, sono tutte chiacchiere.
Verso le 10 di sera finalmente la cosa si fa interessante, il LEM sta allunando (non il mio), sono tutti tesi, a casa e in studio, Tito Stagno annuncia l’avvicinamento, le immagini sono sfocate, ci fidiamo di lui e di Ruggero Orlando che è collegato in diretta dall’America, il loro duetto da il ritmo giusto alla trasmissione che altrimenti, data l’ora farebbe sbadigliare.
Arriva finalmente il primo dei momenti indimenticabili
Tito Stagno: «Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare»
Ruggero Orlando: «No, non ha toccato!»
Tito Stagno (non ascoltandolo): «Signori, sono le 22.17 in Italia, sono le 15.17 a Houston, sono le 14.17 a New York. Per la prima volta un veicolo pilotato dall’uomo ha toccato un altro corpo celeste. Questo è frutto dell’intelligenza, del lavoro, della preparazione scientifica; è frutto della fede dell’uomo. A voi Houston»
«Qui ci pare che manchino ancora 10 metri».
Ora ho oltre 60 anni, queste immagini sfocate sono dei bellissimi ricordi del passato remoto. A proposito, l’orario ufficiale è stato: ore 22, 17 minuti e 40 secondi: da quel momento l'uomo è arrivato sulla Luna, il mondo si fermò!
Ma torniamo ad allora.
Per molte ore non succederà null’altro, infatti hanno messo un film di fantascienza «ne approfitto per lavare i piatti, altrimenti mi addormento»
mia madre si dirige risoluta al lavello, cioè a tre metri da noi, la casa era grande, ma la vita si svolgeva prevalentemente in cucina, anche il televisore era stato messo lì per vederlo mentre mangiavamo.
Non torno nella mia camera, mio fratello si è addormentato, ancora della Luna non gl’importa nulla, vado in terrazza per guardare la vera Luna, ho letto che solo il 29, a fine mese sarà piena, adesso posso guardarne solo uno spicchio. Chissà se loro sono nel punto che posso vedere, punto il mio LEM sulla superficie bianca, ho un impulso improvviso, lancio la navicella verso il cielo, la vedo immergersi nel Tevere sottostante, nel buio non sono sicuro, forse all’improvviso si è rialzata ed è volata via. Bravo Comandante!
Rientro, gli astronauti stanno iniziando la discesa dalla scaletta, alle 4:56 di mattina Neil posa il piede e pronuncia la frase, subito tradotta, «è un piccolo passo per l’uomo, un gigantesco balzo per l’umanità».
Tito Stagno rivela che i nostri eroi lasceranno una targa con la scritta “QUI UOMINI DEL PIANETA TERRA PER PRIMI POSERO PIEDE SULLA LUNA, LUGLIO 1969 D.C. SIAMO VENUTI IN PACE PER TUTTA L’UMANITA’
Fra un’ora sorgerà l’alba, non riesco a resistere, mi addormento sul tavolo.
Ciao Luna!