Le nostre case non erano distanti dai noccioleti
Distese sconfinate di alberi
Si correva lì per giocare
A volte per ritrovarsi, anche se eravamo molto giovani per capirlo cosi intimamente
Le colline
Ne ho un ricordo molto vivo in me
Tutto così in movimento
E pieno di colori
Prati verdi e distese di grano erano alla loro base
E su, in alto, gli alberi che sembravano ciuffi di capelli di giganti verdi e paffuti
Eravamo felici
Accavallavamo le gambe e guardando tra le foglie e gusci verdi di nocciole, vedevamo anche l’azzurro del cielo
E si fantasticava su tutto
L’energia che scorreva dentro non era visibile a tutti
Con i sassi schiacciavamo quelle nocciole ancora acerbe a volte
Ma quando le avvicinavi alla bocca, sentivi i sapori di quella terra
I nostri volti elargivano sorrisi
Vivendo la propria età in pieno
Piansi quando qualche anno dopo con la famiglia si partì
Altra città, altri colori, altro dialetto
Mi girai più volte come fossi ubriaco
Le colline non c’erano più
Le fabbriche si rincorrevano tra loro e il sole spesso spariva tra nuvole ostili
Il primo bar che frequentai lo ricordo ancora
Avevo già qualche anno in più
Dei vecchi ci sfidarono a se c’è l’avessi fatta a bere un intera bottiglia di birra
Vinsi
E vinsi ancora altre volte
Mi sentivo un uomo
Avevo il pieno controllo della cosa
Quando stramazzai al suolo, non sentii più le voci
Mi domandai se fossi morto vedendo dei camici bianchi che sembravano angeli
Il medico fu perentorio
Basta bere
Avevo giurato a me stesso non sarebbe mai più accaduto, fino a quando non successe ancora una volta, e poi un’altra e poi un’altra ancora
Quando lei passò in ospedale e mi raccontò di centri che mi avrebbero potuto aiutare, ero molto più preso dalle sue gambe
Lunghe
Affusolate
Ma un buffetto sul viso mi fece tornare sulla terra
Martedì disse
È il giorno che ci riuniamo
Questo è l’indirizzo
Pensai molto prima di andare
Mi dicevano che ero malato e io rifiutavo il sol pensiero
Volevano aiutarmi e io pensavo fossi forte
Quando varcai il portone lo feci con diffidenza
Mi sedetti e aspettai di sapere cosa fare
Come un paziente ascolta il medico
Sentii molte storie
Di vita intensa e di disgrazie che superavano le mie
Ma con una forza e voglia di vita che mi fece subito ritornare in mente l’infanzia
E tutto ciò che mi aveva reso felice e poteva riuscirci ancora
Quando arrivò il mio turno le prime parole vennero fuori con semplicità
Ciao. Mi chiamo Massimo, e adoro le nocciole