LA VALANGA
Con soli dieci minuti di ritardo, il grande bus color argento si fermò davanti l’ingresso dell’hotel Edelwaiss. I turisti cominciarono ad uscire con lentezza, senza fretta, chi si soffermava per osservare il posto, chi andava sul retro per prendere i bagagli e recarsi all'accettazione. Gli ultimi ad uscire furono quattro giovani, tre ragazzi in tenuta da sciatori e una ragazza imbacuccata in una tuta nuova di zecca. I quattro si sgranchirono le gambe poi, con calma, andarono a prendere i bagagli. Volevano essere gli ultimi, per farsi notare il meno possibile. Espletate le formalità di registrazione e avuta la chiave delle loro camere si ritrovarono in quella dei due fidanzati. Uno dei tre maschietti, infatti, era il ragazzo della donna e avevano preso una camera matrimoniale, gli altri due una stanza a due lettini.
Riuniti in camera si assicurarono che nessuno venisse disturbarli e diedero inizio ad un intenso conciliabolo. Chi parlò per primo fu proprio Carlo, il fidanzato della ragazza.
- Ragazzi, sapete tutti perché siamo arrivati fin quassù, non vi fate notare e comportatevi bene. Come vi ho già spiegato, più volte, il piano è perfetto, non ci sono rischi di nessun tipo. Facciamo le cose come si deve e vedrete che ce ne andremo un po’ più ricchi di prima
- Carlo stai tranquillo, sappiamo cosa dobbiamo fare, ho solo qualche dubbio sul dopo, sei sicuro che potremo portar via la roba senza controlli da parte della polizia. Sai che quelli frugano dappertutto.
- Io vorrei divertirmi un po’, se possibile, siamo in una località di montagna, se non lo facciamo potrebbero pensare chissà cosa, dobbiamo partecipare alla vita d’albergo, non credi.
- Certo, siamo giovani venuti per divertirsi, facciamolo allora, importante però e che non vi facciate male, con questi attrezzi non ci vuole molto per rompersi una gamba. Noi non siamo degli sciatori provetti, per una stupidaggine, potremmo mandare tutto a monte. Scegliete cose che potete fare senza rischi, qualche discesa con lo slittino, qualche palla di neve, per il resto partecipate a quello che organizzeranno all’interno dell’albergo, giochi al coperto senza problemi, ci siamo capiti
- Ora voi due andate nella vostra camera e restateci fino ad ora di pranzo, Luisella ed io ci riposeremo, ho bisogno di stendermi, le gambe che mi fanno male, non sono mai stato tanto tempo seduto, senza potermi muovere.
Erano appena arrivati e dovevano restare calmi, il colpo lo dovevano fare il giovedì notte successivo, in modo da mettere in difficoltà le autorità, non potevano tenere fermi in albergo i turisti oltre il sabato previsto. In quei pochi giorni di tempo che avevano dovevano studiare la situazione e controllare: la cassaforte, eventuali allarmi e il personale di sorveglianza. Carlo l’ideatore del piano era convinto che in un albergo di quella fama, nessuno avrebbe mai pensato di mettere guardie a tutela degli uffici. La sera, dopo cena, lui e la ragazza si recarono presso la reception e chiesero al direttore di poter depositare qualche gioiello nella cassaforte, andare a sciare e lasciare preziosi in camera non era consigliabile, l’albergo assicurava per questo un servizio di prim’ordine.
- Capisce direttore, - Luisa stava cercando di spiegare che, pur essendo giovani, sapevano i rischi che si correvano e quindi lei voleva assicurarsi che quelle poche cose che aveva di prezioso, fossero salvaguardate – mi perdoni, so bene che sembrano sciocchezze, ma mia madre me le ha date per farmi fare bella figura, il vostro hotel è rinomato e voleva che fossi all’altezza.
- Per carità signorina, lei è molto gentile, facciamo del nostro meglio, per fornire un servizio adeguato a tutti i nostri clienti, non si preoccupi, le gioie di sua madre saranno al sicuro nella nostra cassaforte. Qui non corrono nessun pericolo. Pensi a divertirsi, siete giovani e qui troverete certo il modo di passare delle splendide giornate.
- D’accordo direttore, mi affido a lei, voglio seguirle fino a, quando non le avrò viste al sicuro dietro la porta blindata.
- Come desidera signorina, - rispose sorridendo, ma spazientito il direttore – guardi lei stessa.
Prese la collana e due anelli, che la ragazza aveva portato, e si diresse verso l’interno dell’ufficio dove una mastodontica e antica cassaforte troneggiava sulla parete di destra, il direttore l’aprì e depose in uno dei tanti cestini i preziosi mettendo all’interno anche una targhetta con il nome del cliente e il numero di stanza. Carlo che era al fianco di Luisa, ma che non era intervenuto nella discussione tra i due, prese visione di tutto e mentalmente già assaporava il momento in cui avrebbe aperto quell’ammasso d’acciaio. Lui era uno specialista in materia e quel modello antiquato era facile da aprire. Il colpo prometteva bene, la sbirciatina che aveva dato era stata sufficiente per vedere un discreto numero di vaschette contenenti gioielli.
I due giovani uscirono all’aperto decisi a godersi i pochi giorni a disposizione.
La breve vacanza stava per terminare, il giorno tanto atteso, era arrivato. La notte fra giovedì e venerdì, il colpo fu messo a segno. La mattina del venerdì, quando scesero per la colazione, i ragazzi notarono una gran confusione nei pressi degli uffici. Dietro il banco, il direttore era in preda al panico, cercava con ogni mezzo di calmare i clienti che venuti a conoscenza del fatto insolito stavano reclamando a gran voce. Luisa su indicazione del fidanzato si unì al coro di chi protestava.
- Lo sapevo, si mise ad urlare – avevo ragione a temere il peggio, direttore cosa mi dice adesso, per colpa sua non potrò mai più uscire, che dirò a mia madre, che sono una distratta, che ho perso le sue gioie. Noi non siamo ricchi che possiamo comprarne delle altre, quelli erano tesori di famiglia, direttore cosa intende fare adesso, noi dobbiamo andar via, pensa di trovarli per domani!.
Il povero direttore stava sudando ed era in preda allo sconforto totale, aveva già avvisato le forze dell'ordine che stavano per arrivare, disperava però che potessero fare qualcosa. Aveva ragione la ragazza, non poteva trattenere, tutta quella gente. Per sua fortuna, a sirene spiegate, arrivò la polizia e riuscì a calmare un po' gli animi. Radunò tutti gli ospiti in una sala e fece perquisire tutti gli appartamenti e i bagagli. Dopo ore, finalmente i clienti furono lasciati liberi di muoversi. Gli inquirenti ipotizzavano che i ladri fossero scappati verso il confine poco lontano, gli ospiti erano i derubati non potevano sospettare di loro. Le forze dell’ordine perlustrarono la zona fino a sera, ma ogni ricerca fu vana. Il mattino successivo, il bus argentato era già pronto nel piazzale, in attesa degli ospiti. La polizia restò sul posto e all’ultimo minuto fermò tutti i partenti per controllare ancora una volta i bagagli, nella speranza di trovare qualcosa. L’esito fu negativo ancora una volta e tutti si accomodarono ai loro posti. L’autista stava facendo manovra, quando dalla macchina della polizia, schizzò fuori un agente facendo larghi segni all’autista per farlo fermare.
- Ferma. Ferma – urlava sbracciandosi – non si può partire. C’è stata una valanga lungo la strada, è tutto coperto dalla neve, ci vorranno giorni per liberarla.
La rabbia, e l'angoscia di dover trascorrere ancora dei giorni sotto l'occhio della polizia, s’impossessò dei turisti e dei quattro giovani, ci fu molta confusione, mentre scendevano dal bus per rientrare in albergo. Non ci fu molto da aspettare, per fortuna, il servizio di elicotteri entrò in funzione quasi subito e un gruppo alla volta i clienti furono trasferiti a valle, dove con un altro bus messo a disposizione dall'organizzazione poterono riprendere il viaggio. Molti ritrovarono il buonumore per il fuori programma e per l’esperienza di un volo in elicottero. I quattro ragazzi,invece non furono affatto contenti, anzi erano furiosi, non poterono recuperare il bottino e, in più ci rimisero i gioielli che avevano usato e anche le spese per la vacanza. Un pensiero tormentava Carlo, chissà, si chiedeva, se in primavera, quando la neve sarebbe scomparsa chi avrebbe trovato presso un albero nei pressi della stazione di servizio, ad un chilometro dall'albergo, uno zainetto con un piccolo tesoro all’interno.