Bambini
Mani appoggiate ad una rete metallica
Piccole dita che a stento riescono ad afferrarla
Altissima
Sembra una grande ragnatela d’argento
Con i loro grandi occhi, guardano con curiosità oltre
Non hanno mai visto da vicino quelli della rete di fronte
Anch’essi appoggiati, a volte appesi
Hanno tutti logori cappottini e grandi speranze
Adulti
Un giorno qualsiasi hanno perso la loro consapevolezza
Sotterrato quei cappottini
Insabbiato la purezza
Ed indossato abiti di guerra
Fucili di legno soppiantati da moderni linguaggi di morte
Acquistato discordie e tessuto reti
Ed i loro volti sono diventati cupi e minacciosi
Gli altri
Osservano filmati mandati in onda ad ora di cena
Niente di meno probabile che un ronzio percepito
La non comprensione del perché o una scelta di non voler sapere
Messico
Ungheria
Israele
Per dirne solo qualcuno
Eccidi di una politica sconsiderata
La speranza
Che un canto di quei bambini
Quelli di fronte l’uno all’altro
Possa sollevarsi al cielo
E che possa giungere a tutti
Come miele dolce da assaggiare
Che gli si avvicini e smorzi in un abbraccio tensioni e volti
Che i proiettili si rifiutino di uccidere
Che venga fuori l’umano dentro ognuno di noi
Una umanità mai andata via
Solo da risvegliare e voler rivedere
Come quei cappottini tolti dalla vista, perché scomodi
E far divenire tutto, solo labili frontiere