Io
Ginocchia sbucciate
E la curiosità del mondo
Occhi luccicanti
Ed un sorriso che allarga il cuore
Giochi
Rincorrersi in prati di margherite
E sottrarsi alla vista dei compagni
Entrare
In quella vecchia casa di mattoni gialli
Tra giardini, folti di rami, allungati per cercare la luce
Che la hanno ormai completamente abbracciata a se
Stanze vuote
Echi lontani e odori sulle pareti
Una porta dipinta a mano, con colori ad olio
Chiusa alla vista e al suo ingresso
Una chiave arrugginita, appesa, ma spezzata dal tempo
Fermo
Davanti alla porta a pensare cosa fare
L’occhio che nota quella crepa
In basso, sul suo lato destro
Le ginocchia a terra
L’occhio che appoggia al quel passaggio
Vedere
L’occhio che si deve abituare alla penombra
La prima forma
Un Pinocchio di legno
Un trenino di latta
Il bambino
Un suo quadro
Sorride
Ha abiti curiosi
Mai visti
Anche i suoi capelli hanno qualcosa di strano
Domanda
Dove sarà andato
Come si chiamava
Quanti anni aveva
Ritraggo la testa
La crepa
Lei non me lo rivelerà mai
E’ solo uno squarcio temporale
Uno sguardo tra passato e presente
Chissà come sarò io da grande
Forse qualcuno vedrà anche dove vivevo io
In fondo, in fondo, se pensi ad una crepa pensi a qualcosa di rotto
A me sembra più di avere unito
Il tempo lo dirà
Torno a giocare con i miei amici