Alle sette precise del settimo giorno, della settima settimana, del settimo mese, Antonio balzava giù dal letto e, per sette volte, girava intorno ai muri della sua stanza recitando giaculatorie che comprendeva solo lui.
Antonio non era più giovane ma non era ancora vecchio.
Aveva un’età indefinita che hanno certi uomini senza tempo.
Antonio era una persona importante, era stata una persona veramente importante.
“La linea è ferma, chiamate Antonio….”, “….non è arrivato il materiale, sentite Antonio”, “….il cliente importante, vuole solo Antonio…..”.
Poi piano piano le cose cambiarono.
“Antonio hai dato tanto, perché non ti prendi un po’ di riposo….?”
“Goditi la famiglia….”
E così fu: Antonio si riposò a casa coccolato dalle cure dei suoi cari.
I figli e la moglie.
La moglie non lo lasciava mai, lo seguiva sempre, attenta, premurosa.
Non lo lasciava mai solo, tranne una volta, quando Antonio sbagliò autobus e si trovò dall’altro capo della città in una zona che non conosceva.
Leggeva molto Antonio, leggeva il giornale tutti i giorni e poi allineava le copie sulla credenza una sopra l’altra, le ultime sette copie degli ultimi sette giorni.
Sette camicie, sette paia di mutande, sette paia di calzini di sette colori diversi che, ogni tanto, si divertiva a scambiare…..
Quando qualcuno gli chiedeva il perché di tanto ordine, il perché di questa ricorrenza del numero sette, lui rispondeva con espressione meravigliata: ”Ma come è la Bibbia!”, “È il Signore che parla: Non dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette…” .
Poi lo convinsero ad andare da un dottore per un controllo, l’età avanzava ed era meglio controllarsi.
Ma lui continuava a non capire il perché di queste visite.
Visite, in effetti questo dottore non lo visitava ma continuava a fargli domande.
Domande strane, sulla sua vita, sulla sua infanzia, sui suoi genitori…..
Una domenica il figlio maggiore gli fece un discorso: “Papà, abbiamo pensato che meriti una vacanza. Hai lavorato tanto. Abbiamo trovato un bel posto in collina con la vista sul lago. È spettacolare e se potessi mi fermerei anche io.”
E così Antonio andò in vacanza in collina.
“ Buon giorno dottore, papà? Come va?”
“Direi bene. Certo non possiamo aspettarci cambiamenti significativi, ma è tranquillo e, a parte qualche piccola mania, sembra sereno.”
“Grazie dottore, se posso vado a trovarlo per un salutino….”
Il lungo corridoio era silenzioso e si sentiva una gradevole frescura nonostante il caldo afoso dell’estate.
Si avvicinò alla porta, l’aprì……
“Ciao papà, buon giorno e buon compleanno……”