Pochi momenti mi dividono dall'alba, il vento mi sussurra un nuovo modo di fischiare. L'umidità è forte da queste parti e la pioggerella insistente di certo non aiuta a cominciare bene la giornata.
Forse dovrei cambiare rotta.
Ma non ne vale la pena, ormai non mi va più di pormi domande esistenziali che mi complicano la vita.
I colori rosati e perlacei di questo nuovo inizio si vedono appena oltre la nebbia.
Io devo andare.
Di nuovo e con lentezza mi incammino verso l'auto.
Il mio alito crea spirali come impronte digitali impresse nell'aria primaverile.
Guido a lungo e arrivo stanca, forse non ho voglia di scendere.
Ormai certe occasioni sono parte integrante di me.
Certi gesti,certe parole non le lascerò mai.
Anche se mi tormentano.
Ma mi danno la voglia di combattere.
Io amo le giornate invernali, fredde e spartane di gennaio.
Quelli come me li riconosci subito, stanno col bavero alzato a guardare il mare in inverno, anche se c'è la tempesta. Sono schiavi, ma sanno amare davvero.
Lo fanno con gentilezza.
Io amo i cieli limpidi dopo le tempeste, me li sono guadagnati con rabbia.
Sono un pirata, che solca cieli nuvolosi con la sua nave di nuvole e speranza.
E finalmente scendo dall'auto.
E ti vedo lì piccolo e indifeso, che spicchi con la tua cresta arancione e sembri fissarmi.
Basta un secondo oltre la nebbia.
Basta quell'attimo di colore intenso a cambiarti.
Un'upupa.
Piccola e indifesa che vola con sicurezza.
Già.
Sarà una bella giornata.
Oltre le nebbia dell'upupa.