-Marioo, sei svejo? Daje che tè stò a venìì a pjà, sbrighete fatte trovà sotto ar portone che mò arivo!

Vi state chiedendo chi è Mario? Oggi intervisteremo e porteremo a spasso pè Roma Mario Schifano er famoso artista.

Mario Schifano (Homs, 20 settembre 1934 – Roma, 26 gennaio 1998) grazie al  padre archeologo e restauratore l’arte diventa il suo pane quotidiano, a venticinque anni la prima mostra a Roma, il suo carattere esuberante lo porta a rompere gli schemi dell’arte classica tutta tavolozza e cavalletto per sperimentare l’informale, l’astrazione e tutto ciò che è nuovo, la tecnologia e la modernità esalta la sua immaginazione, l’artista è una forza della natura e così poco più che trentenne sbarca negli States è troppo facile non venirne ispirato e condizionato ma la sua genialità sarà personale, originale senza limiti.  il formato delle sue opere è extralarge, la sua opera di grandi dimensioni è fatta per far sentire attratto l’osservatore e farlo godere del colore così pieno di energia, inoltre Mario Schifano è attento e impegnato su alcune tematiche sociali nella condivisione e nella consapevolezza che l’arte è uno degli strumenti migliori per fare luce sugli errori della nostra società, purtroppo morirà troppo presto nel cuore di Trastevere lasciando a tutta l’umanità un patrimonio artistico di enorme valore.

-Walterino devi aspettare n’momentino!

-D’accordo ho capito, daje che annamo prima a fà colazione a Piazza Esedra.

Mario esce dar portone  e indossa un maglione rosso Ferrari e un pantalone nero.

-Oh! Mà chè è questa? Mica sarai matto?

-E’ una Vespa sidecar nun tè piace?

-Ma io preferisco le biciclette, nun cè l’avevi nà bella bici da corsa?

-Mario non fare il difficile, Christo nun s’è lamentato come tè, sappi che è veramente comoda e poi nun vedi quant’è bella?

-Daje partimo e famo st’intervista veloce che cjò dà lavorà, cè l’hai nà sigaretta?

-No lo vuoi n’cioccolatino?

-Senti ma adesso n’dò annamo?

-Sei pronto a dire la verità?

-Cè posso provà, sì vabbè ma n’dò annamo?

-Ecco adesso da piazza Esedra scennemo pè Via Nazionale, breve curva pè via Cavour poi via di Fòri a sinistra lassamo er Colosseo giramo a destra direzzione piazza Venezia, n’saluto doveroso  ar milite ignoto je giramo dietro poi n’discesa verso via del teatro Marcello e ecchece quà sulla sinistra alla bocca della verità.

-Oh! ma cè stà a’ fila!

-Nun tè preoccupà mentre aspettamo, parcheggiamo e parlamo dè arte, i lettori dè Suite Romana sò curiosi dè sentitte parlà.

-Lo riconosco è stata nà bella passeggiata, n’zomma io a Roma sò molto legato e sai perchè?

-Lo immagino ma mè piace sentittelo dì.

-Roma è rimasta n’dietro ner tempo, lo ammetto a mè, mè piace tutto quello che è moderno ma devo ammette che poi aritornamo sempre ar punto dè partenza, l’umanità nun pò e nun deve esse schiava della tecnologia, noi sèmo geniali nella nostra naturalezza, nella nostra spontaneità è allora che dàmo er meglio, tutto quello che sembra vecchio è così pieno di fantasia e poi er còre, er còre stà potenza che muove tutto, senza er còre la modernità che farebbe? L'intelligenza artificiale mica tiene re còre! Ma eccoci quà, Roma è antica ma troppo bella per esse considerata vecchia.

-La tua arte è sempre uscita dagli schemi.

-Naturalmente la sperimentazione serve proprio a questo, uno prova, studia, analizza, tenta nuove strade, mica tutti potemo parlà la stessa lingua, sai che noia!

-Mario questa intervista sarà molto fantasiosa puoi parlarci della tua “chimera” in piazza Santissima Annunziata a Firenze?

-Che grande esperienza!

-Grande come le dimensioni dell’opera?

-Si grande n’tutto, 10 metri dè lunghezza e 4 dè altezza, era l’anno 1985 e mè l’avevano chiesta pè l’innaugurazione dell’anno dè L’Etruschi, la tela l’avevamo messa a tèra, pè facilità er trasporto, l’avevamo divisa in dieci parti dè 2 metri pè 2 e ho cominciato a lavorà cò dentro nà passione n’finita, volevo fà tutto cò nà notte, tutto era stato organizzato e mè sentivo gasato perchè era tutto dar vivo, pure la gente n’torno era viva, ce nè era n’sacco, perbacco sì era viva, facevano nà caciara pure fastidiosa, mè stàvano addosso quasi a tòccàmme.

-Non ti sentivi a disagio?

-Macchè, mica lì sentivo e poi a ditte la verità dentro le orecchie m’aribombava tutto e più sentivo er botto e più mè divertivo, non sentivo la fatica, nè la paura, ero tutto mè stesso con lì colori e cò la mia fantasia, stà grande massa dè colori prendeva forma come pè magia.

-Una grande massa dè colore nella quale la gente cè sè pòteva tuffà dentro?

-No al contrario era l’arte, la mia arte che abbracciava la gente, è la bellezza dell’arte che tè viene n’contro come dentro a n’sogno, la rappresentazione che stavo realizzando occupava lo spazio e con amore entrava in sintonia con tutti quelli che erano presenti, un amore fatto dè materia potente, er bianco era pieno dè luce e come n’sipario naturale da esso facevo uscire le chimere in una danza vorticosa verso la parte blu miscelata còr verde, scura come la notte, dolce come la poesia e poi dè sotto tutto rosso, rosso e giallo, rosso che diventa arancio e poi pennellate forti dè n’verdone, era la tèra che cjavemo sotto ai piedi, nun la senti  come brucia de passione e come dà sotto tera la storia dèr monno cè ricorda n’dò stàmo, chì siamo, chè volemo?

-E poi? 

-E poi quanno avèmo arzàto l’opera in piedi la gente nun cjaveva più parole, tutti n’silenzio, tutti zitti perchè l’arte aveva messo tutti d’accordo e così ho fatto montà n’trabbattello, sò salito sopra e ho fatto l’urtimi ritocchi, ho visto er colore còlare verso er basso e cò le mani lo amalgamavo, lo m’pastavo e danzavo n’sieme alle chimere ner mondo della fantasia, gli spettatori pensavano che ero un fenomeno, macchè io ero solo uno dè loro còr privilegio dè esse nato artista.

-Mario sei stato più genio o sregolatezza?

-Sinceramente mè sento più genio, sregolato è solo n’impressione, io la pittura la faccio mia, je dò dentro, l’energia cè fà bene, cè fà sentì vitali e in armonia cò la natura che cammina poi  và de corsa, lo vedi come passa er tempo e io nun mè sò mai annoiato, genio sì, sregolato no.

-Mario sei pronto?

-A fà chè?

-A mette la mano nella bocca della verità, daje tocca a noi.

-Prima mettila te, per esempio dì la verità ma davèro stà Vespa sidecar è vera oppure è nà tua n’venzione? 

-Mario la mano lì dentro cè la metto senza probblema ti assicuro che è tutta verità e poi chiedi a Picasso che nà vòrta ha guidato lui e ha pure sgommato.

-E la prossima volta chi cè porti?

-Tè l’ho detto, prossimo appuntamento cò Christo e andremo a vedè via Veneto e le mura, daje adesso tocca a te.

-Giuro che cò la fantasia ho detto tutta la verità.

E dopo che sfilando la mano, la bocca della verità  ci ha risparmiato è giunta l’ora der ritorno alla base.

-Mario ti ringrazio questa intervista è stata bella.

-Daje metti n’moto che cjò fretta l’arte e er futuro nun possono aspettare.

 

Tutti i racconti

1
0
6

LA STORIA DI MAMMUT - 1/3

17 May 2024

Era una magnifica giornata di inizio settembre, il sole entrava dalla finestra della cucina in un largo fascio di luce obliqua, accendendo il pulviscolo dell’aria e anche il viso di mia moglie mentre guardava fuori dalle persiane appena socchiuse. «Il postino ha imbucato della posta, vado fuori [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

0
0
9

Essenza Di Vita

17 May 2024

Sotto il celato drappo dell'essere incostante ove il chronos urge e fluisce incessante, si dispiega una danza di affetti e aspirazioni, come vortici di penombre e chiarori da tessere in boccioli che sbocciano lenemente per divenire. E in questa complessa trama di intrecciati fati, si nasconde [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
0
8

L'ometto

Racconto ispirato al quadro di Böcklin "L'isola dei morti"

17 May 2024

Herr Staub, come ogni sera, stava aspettando l’ometto. La faccenda era cominciata due settimane prima. Quel tizio si era fatto vivo verso l’ora di chiusura e si era piazzato davanti alla vetrina, immobile, insensibile al freddo, al vento, ai passanti che lo spintonavano. Muto, rigido, quasi cadaverico. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

1
2
10

Sedoka 6

16 May 2024

Su calda sabbia vuote conchiglie bianche dopo l'alta marea dolce stupore del barbaglio nel mare tra pesci si confonde Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

2
5
19

Lupin III

Ciclo dei miei ricordi di infanzia

16 May 2024

Ormai entrato di diritto nell’immaginario collettivo e nella cultura pop moderna, Arsenio Lupin ha segnato più di una generazione con le sue avventure da ladro gentiluomo. Sorrisi gengivali. Gambe secche, bianco latte e con peli al naturale. Giacca rossa, ma che cambia colore a seconda delle [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Patapump: leggo che nell 87' hanno trasmesso in Italia le prime puntate
    ..ero [...]

  • Lo Scrittore: di serie ne hanno fatte tante e ogni serie è coposta da tot episodi. [...]

3
5
15

sas Janas

16 May 2024

sas Janas nel cuore della terra esse vivono e nella millenaria roccia scavata risiedono piccole, poco più che un palmo di mano ma l’occhio che le cerca lavora invano il loro mantello è un diaspro rosso e per quanto possa sembrare un paradosso la loro pelle, narrano le leggende, è di luna [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

1
4
15

Scelte Di Vita

15 May 2024

Nel tumultuoso crogiolo dell'adolescenza, emergeva un trittico di personalità, un trio di giovani anime che si affacciavano al precipizio dell'ignoto. Le loro vite erano intrecciate in un quadro di esistenza variegato e vivido, ognuno incarnando un unico tassello nel mosaico delle giovinezze. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lo Scrittore: Più che un racconto potrebbe essere una esposizione filosofica della [...]

  • Laura Lapietra: Grazie a tutti per aver gradito il mio piccolo testo, certamente ho voluto [...]

1
2
18

ADDIO

solitudine

15 May 2024

Datemi un bicchiere di vino rosso asciutto e forte come il sangue della terra. Un bicchiere di vino per togliere dalla bocca quel sapore dolciastro delle parole d’amore pronunciate in una notte senza luna nel silenzio di due anime che si stavano allontanando su strade diverse. Parole appena [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Al tuo addio rumoroso, mi è molto gradito questo verso. La struttura [...]

  • Patapump: il vino, meditazione di vita 🍷

2
2
13

il tempo cercato.

Aspettando il momento giusto...

15 May 2024

La sera, come al solito mi sorprende mentre scorre il flash-back della mia giornata....incontri, lavoro, affanni, problemi e poi discorsi, progetti per il giorno dopo e sorrisi...giovani sorrisi. In questo contesto mi accorgo che sto pensando... A qualcosa?....a qualcuno! E aspetto!? ... Ti aspetto.....! [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Riflessione amara, trasmette una malinconia e la paura di aver lasciato perdere. [...]

  • Patapump: 🙏👌🚃

3
8
20

Pigro!

15 May 2024

Sono tornato sul luogo del misfatto. Tutti tornano sulla scena del crimine, si sa. Io però pensavo di essere diverso. Ho superato senza patemi gli anni di scuola, avvantaggiato da una faccia che non incuteva timore e spingeva il prossimo a un’istintiva fiducia nei miei confronti. Scoprii molto [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

0
4
17

Haiku

14 May 2024

haiku wagasa aperto sul yukata fiorato - lieve sospiro Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Laura Lapietra: Avete ragione, do sempre per scontato che tutti sappiano delle poesie haiku, [...]

  • Walter Fest: Ohhhhhhhh! Finalmente lo hai capito! Brava ora mi piaci di più!!!....Nonostante [...]

15
18
104

Zombie

14 May 2024

Orde di famelici zombie spuntano da ogni dove. Le armi e le trappole riescono a malapena a contenerli, oltretutto risultano sorprendentemente veloci e imprevedibili. «Li mortacci loro e di chi nun li ammazza!» diceva spesso Walter, fino a quando non è diventato un non morto. Ciò che è rimasto [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su