La fase di decollo era cominciata quasi all'imbrunire, più di 4 ore di attesa l'avevano un po' stancata, una leggera sonnolenza la pervadeva, la giornata, piovosa al mattino era ancora uggiosa, flebili nubi intorno. In breve, prendendo quota, tutto si schiarì, il cielo e anche la mente. Ancora giovane nell'aspetto, seppur inoltrata nell'argentea età, Michaela viveva momenti alterni di euforia e di lieve stasi emotiva, tornava da un viaggio gioioso, un nipotino aveva dato nuova linfa alla sua famiglia che da troppo tempo, seppur allietata nel tempo da eventi gioiosi, aveva vissuto una fase di stallo. Il lavoro di docente per lei, la scuola e la ricerca di un lavoro stabile e soddisfacente per i figli, il tutto su un substrato di un lungo e profondo lutto che aveva colpito più di vent'anni prima la famiglia di Michaela. Una breve e grave malattia aveva portato via suo marito, giovane ed entusiasta della vita. Per quasi quindici anni Michaela si era dedicata ai figli, unica sua ragione di vita. Però, da qualche anno, dalle macerie della sua anima, essendo i figli ormai cresciuti, stava nascendo una nuova persona, o forse stava rinascendo la stessa di prima, quella di quando era giovane, quando vedeva la vita in salita eppur, senza indugi, affrontava il domani. Adesso, scriveva e scriveva, disegnava, colorava, dipingeva, leggeva. Questo pensava Michaela nel sedile dell'aereo, a migliaia di metri di quota. Guardava fuori dal finestrino, che meraviglia, le catene montuose, i ghiacciai perenni, l'orizzonte lontano, l'azzurro infinito. In questo scenario, il pensiero di Martin suscitò nel volto di Michaela un luminoso sorriso. Il suo bel nipotino, il primo, tenero e dolcissimo, neanche un mese di vita, aveva spazzato via tante nubi, tante malinconie, tanti vuoti. Per questo era andata ad Amburgo, dove viveva suo figlio. Martino L'aveva resa nonna, fase più alta e più completa della vita. Guardò ancora fuori dal finestrino, il mare, il sole, la sua casa. Tornava felice a casa, Michela, in attesa di un nuovo viaggio!