La storia è forse tra le più semplici al mondo
Quattro amici: Riccardo, Savina, Viviana e Walter e la voglia di viaggiare
Vedere il mondo tutti insieme
E anche se non tutto li accomuna, basta un cenno, uno sguardo un po' più deciso e i trolley sono già pronti dalla partenza precedente
Quell’estate dell’anno 2023 qualcosa non andò come al solito
Faceva molto caldo, ma improvvisamente accadde qualcosa che li spiazzò
Una nebbia mentre erano in procinto di partire avvolse il mondo intero, come
volesse celare un qualcosa che stava per accadere
I treni smisero di correre sui binari e gli aerei riposarono le ali su piste troppo battute
Anche le navi che fino allora avevano trasportato villeggianti chiassosi, divennero silenziose e i delfini percorsero quei tratti di mare da soli
La televisione annunciò che tutti i viaggi per il mondo intero erano stati sospesi, per un tempo che non era stato definito, che quella nebbia come un gas soporifero, indusse a rinunciare a tutto
Dopo essersi guardati i quattro amici con uno scrollo di spalle si salutarono, con la promessa di rivedersi a presto
La notte per ognuno di loro fu agitata ma piena di avvenimenti
La causa si immaginarono il giorno dopo, fosse stata una cena più lauta del solito o quella nebbia birichina che aveva accantonato i sogni di milioni di uomini
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Ricky sognò la Reggia di Versailles, che era in pieno fermento per i preparativi di partenza per l’Italia, esattamente a Caserta nella Reggia Vanvitelliana
La prima Reggia aveva sentito parlare della seconda per un puro caso, ricordava ci avessero girato un film di fantascienza, ambientandoci diverse scene e vedendo quelle scalinate, quelle stanze la cui luce illuminava rendendo tutto più vivo, se ne era innamorata
Non è dato sapere se ci fosse competizione, invidia o solo la voglia di trasgredire.
D’altronde, Versailles, aveva visto molto di tutto questo, ma potrebbe anche essere vero che volesse solo del puro svago
Pensandoci bene, nessun turista era più arrivato a visitarla, e si sentiva davvero sola.
Che occasione migliore era questa per viaggiare, divertirsi, innamorarsi
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Il sonno di Savina non fu punto turbato da quell’improvvisa sospensione di traffico a livello mondiale. Le era giunta notizia recente da fonti specializzate che i monumenti sparsi nel mondo da tempo erano in contatto tra di loro a livello cyberspaziale. Avevano da raccontarsi le proprie gioie e i propri disappunti nel sentirsi oggetto di visite da ogni dove, senza che nessuno si fosse mai domandato cosa diavolo potessero loro, invece, desiderare almeno una volta tanto.
Da un documento TOP SECRET che giunse fino a lei inaspettato risultò evidente che il Qutub Minar, il minarete o “torre della vittoria” che sfrecciava nel cielo di New Delhi si fosse invaghito e avesse stretto amicizia con la Tour Eiffel a Parigi, nota anche come “la dama di ferro”.
I 250 metri di altezza che separavano i due monumenti (323 per la Tour Eiffel e 73 per il Qutub Minar) non erano certo un problema: Il Qutub Minar - fiero nell’aver saputo preservare l’integrità fisica dei suoi 73 metri nonostante le calamità naturali, sapeva di essere una costruzione in pietra, più pulsante di vita della Tour Eiffel carica di 8000 tonnellate di ferro, anche se quest’ultima molto più visitata.
E fu proprio in quel giorno di sospensione di traffico che configurazioni cosmiche eccezionali permisero la realizzazione di quel sogno. Bastarono 24 ore al Qutub Minar per osservare incuriosito e compiaciuto il numero di visitatori intorno alla Tour Eiffel e a quest’ultima di godere della presenza di tale affascinante ospite di riguardo che la faceva sogare di un’altro mondo! Non ci fu dato di sapere chi altro, a parte i due monumenti in questione, si accorse di qualcosa!
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Intanto anche a Roma le antenne di Viviana, avvertita telepaticamente nel corso della notte dagli amici, erano al top dell’allerta. Non le fu difficile captare che il famoso Castel Sant’ Angelo ricco di segreti e storie di amore passionali che echeggiavano ancora sulla terrazza nelle note della Tosca, pensava che fosse arrivato il momento anche per lui di farsi un giretto.
Quell’immobilità non gli donava più: ormai il mondo era fluido e anche lui voleva mettersi al passo con i tempi.
Pensò allora di programmare un viaggetto ai castelli della Loira.
Ben più magri ma non meno altezzosi rispetto a lui ma di sicuro più imbronciati… perché ragazzi miei non ci dimentichiamo che Castel Sant’Angelo fa parte della città eterna e non c’è castello che tenga. I castelli della Loira sono parecchi e fu ricevuto ovunque con eleganza e rispetto, ma un piccolo castello in particolare lo attirava, quello di Clos-Lucé ad Amboise dove aveva vissuto e dove morì il nostro grande
Leonardo da Vinci. Solo dopo avergli reso omaggio si sentì soddisfatto della sua vacanza e tornò a troneggiare al suo posto di sempre.
LA BOCCA DELLA VERITA' SE NE VA
Ma poi ritornerà, assicura Walter
“Erano secoli che ero lì immobilizzata e ferma su una parete sempre la stessa, sempre e per sempre al servizio curioso del turista che in fila aspettava il proprio turno per ficcarmi in bocca la mano e ricevere la conferma, salva la mano, di aver detto la verità, poi una foto e via. Lo ammetto sono tutte cose ovvie è lo scotto da pagare alla notorietà se almeno potessi ridere la mia giornata sarebbe meno noiosa e statica e così amici miei ho preso finalmente una decisione, state pensando che chiuderò la bocca? Credete che potrei iniziare a parlare? State immaginando che cambierò colore alla mia bella faccia? Cambierò espressione? Cambierò atteggiamento accettando leccornie da mangiare in modo che anch'io possa godere al posto di assaporare milioni di mani sparpagliate? Macché farò di meglio, per un giorno, solo per un fottutissimo giorno me ne andrò in vacanza e lascerò vuota la parete, tranquilli non se ne accorgerà nessuno, al mio posto metterò un manifesto con su scritto “ chiuso per ferie” , dove andrò? Pensavo di andare a vedere il mar Atlantico in Portogallo e poi a Lisbona fare su e giù per tutto il giorno su un coloratissimo tram, oh! Tranquilli di me nessuno se ne accorgerà vado in incognito sotto metafora e poi dopo secoli di storia ho il pass dà per tut.
Ora conterò fino a tre, voi chiudete gli occhi e per un giorno non mi rivedrete ma prima ditemi una vera verità, quando siete in auto ancora vi mettete le dita dentro il naso? 1, 2, 3, au revoir….”