Mary Ann aveva quindici anni. Una ragazza semplice, obbediente e studiosa. Nel quartiere di New York dove abitava da pochi mesi, era conosciuta da tutti, e tutti avevano simpatia per lei. Era sempre sorridente e aveva gesti gentili verso le persone che la circondavano. A differenza delle sue coetanee, che andavano in giro, spavalde e provocatrici, ostentando abiti indecenti, lei non indossava mai abiti vistosi o provocanti, mai una minigonna o dei pantaloni troppo attillati che potessero mettere in mostra le sue curve. Era una bella ragazza, gia donna per la sua giovane età, formosa, occhi neri, capelli scuri, un viso delicato che s’illuminava di luce ogni volta che sorrideva. Frequentava la chiesa ed era corista del piccolo coro che accompagnava la messa domenicale. Aveva una voce celestiale, cristallina e a sentirla cantare sembrava di ascoltare la voce di un angelo. Il parroco in breve tempo, da semplice corista, la promosse solista del gruppo e man, mano, dalle sole funzioni religiose riuscì ad organizzare delle vere e proprie serate musicali. La gente accorreva per ascoltarla. Erano estasiati da quella voce così pura e meravigliosa. La fama si stava allargando; veniva gente anche da altri quartieri della città. Ogni domenica la messa delle undici era piena di gente, molti non trovavano posto all’interno e aspettavano fuori. Dopo la messa, s’intratteneva nel giardino e nel sagrato della chiesa, proprio per ascoltare il canto della ragazza. Lei non si tirava indietro, era sempre presente. Con il coro cantava le lodi al Signore con un'intensità, che riusciva a commuovere i presenti, era un vero angelo.
Venne il periodo di Natale e, nella chiesa, fervevano i preparativi per la cerimonia della vigilia. Quella sera, a mezzanotte, alla nascita di Gesù, era previsto uno spettacolo, una rappresentazione della Natività dove lei, vestita da angelo, doveva benedire la folla e, a seguire, doveva cantare un repertorio di canzoni natalizie. Tutta la comunità era in fermento, specie il parroco che già prevedeva un pienone. La parrocchia, in genere poco affollata, adesso era piena in ogni occasione. Le fortune della piccola chiesa erano in rialzo, con lo spettacolo di Natale, il pastore contava di far soldi a sufficienza per comprare un organo nuovo e restaurare l’edificio. La continua e assidua presenza di persone d'altri quartieri l’obbligava a rendere l’ambiente confortevole, così da aumentare l’interesse e il confort del pubblico. Quella ragazza era stata la sua fortuna, in tanti anni di sacerdozio non aveva mai incontrato una voce così incantevole in una ragazzina e, inoltre era anche una perla di virtù. Devota e timorata di Dio, conduceva una vita irreprensibile, non creava mai problemi, né ai genitori, né a scuola e tanto meno in chiesa o agli amici. Tutto procedeva come previsto, ogni giorno le ragazze del coro e Mary Ann facevano le prove delle canzoni da presentare, i canti si udivano anche da fuori la strada e tutti a quel suono si fermavano ad ascoltare. Era il ventitrè dicembre e la mattina, come il solito, la ragazza si recò in chiesa per le ultime prove, ormai si era affiatata con tutte le sue amiche, conoscevano i brani a memoria e formavano un gruppo molto compatto e preparato. Entrò in chiesa e dopo diverse ore, quando fu tempo di andare a pranzo lei non si vide. Passò ancora del tempo e il prete preoccupato si mise a cercarla. Le ragazze del coro erano andate via, la chiesa era deserta, gli addetti alle scene erano a pranzo, di lei nessuna traccia.
Telefonò a casa della giovane per assicurarsi che fosse tornata a casa, ma ebbe risposta negativa dalla madre, nessuno l’aveva vista. Agitato il parroco convocò altre persone per mettersi alla ricerca della ragazza. Fu un urlo prolungato che mise fine alle ricerche. La trovarono in uno sgabuzzino che era usato come spogliatoio delle ragazze, quando dovevano cambiarsi d’abito. Fu il sagrestano che andò a sbirciare la dentro e la vide per terra. Era distesa a faccia in giù con la schiena scoperta, l’abito da angelo che indossava, era calato fino alla cintola, aveva tutta la schiena nuda e al posto delle scapole aveva due orrende ferite. Come se qualcuno avesse tentato di tagliare la carne intorno alle spalle, due tagli profondi e slabbrati che avevano provocato un’emorragia inarrestabile. Il suo sangue era sparso per terra e l’abito bianco sul quel rosso scuro, risaltava sinistramente. La polizia dopo aver rimosso il cadavere si mise subito ad indagare per scovare il colpevole. Sapeva bene che, se l’avessero trovato prima gli altri, nessuna forza al mondo lo avrebbe salvato dal linciaggio. Durante le indagini, in un cestino degli attrezzi usati per costruire la scena dello spettacolo, furono rinvenute un paio di forbici, quelle grandi da sarta, nonostante i tentativi di ripulirle, le macchie di sangue confermavano che era stata quella l’arma del delitto. Da lì a scoprire l’autore dell’efferato crimine il passo fu breve, infatti, poco dopo si videro due poliziotti che trascinavano una donna scarmigliata e urlante che continuava a scalciare e a urlare. Era una sarta, una santa donna, dicevano in giro, devota e legata alla chiesa, oltre al suo mestiere di sarta aiutava spesso il parroco, quando questi aveva bisogno di una costumista per le sue recite.
- “ voi non capite, ho dovuto farlo, non era possibile, lei non è un angelo, era impossibile, non poteva essere un angelo. Non potevo permettere che, una come quella, rappresentasse un angelo del cielo e dare la benedizione a tutti noi. Lei è solo una sporca negra, era come una macchia d’inchiostro su quell’abito candido da angelo che io stessa avevo confezionato, come osava fare la parte di un angelo di Dio, gli angeli non sono negri, ho dovuto tagliarle le ali per non farla volare più, è una negra, capite una negra!!! “
Le sue parole ossessive si ripercuotevano per la strada rimbalzando da palazzo a palazzo. La sua furia sembrava non placarsi, continuava a urlare in preda ad un raptus emotivo. Chissà cosa era scattato nella mente di quella donna, forse l’assurda convinzione di essere lei un angelo vendicatore e sostituirsi al Signore che stava permettendo ad una ragazza di colore di interpretare un angelo.
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