per scelta, in questa notte un po’ fredda, me ne starò da solo a ruminare parole e tempo, senza nessuno in giro per la casa, in una stanza piccola, incavata, in un paesello tra due colline e un corso d’acqua assetato, inaridito, asciutto, con troppi libri a caso sparpagliati tra mensole sui muri e la mia musica, ed ovviamente un bicchiere banale da svuotare e riempire, fino a stancarsi la bocca, ed un camino acceso con i ceppi presi dalle mie mani, nella vecchia baracca di un giardino umido, pieno di arance spruzzate e di limoni gonfi, sotto una roccia a conca, con pochi arbusti disseminati in alto e terra incolta a corona, nella cima brulla 


l’olivo in tronchi, nel frattempo, scoppietta allegramente tra le fiamme ed ho la pipa accesa, in un contesto profetico, compatto, eppure scisso in duttili baleni gravidi di memoria, disabitata dalle somiglianze, e indubbiamente ci vorrebbe, discinta e docile, una femmina densa e cedevole, su questo letto a scaglie intiepidite, dalla mia solitudine in custodia, attigua al viso che si scompone a gocce stupefatte, di tracotanza e stupore


ti piacerebbe, non negare, scorgere la lingua rossa della fiamma malferma, ardere verso l’alto, come un’immagine occulta, rarefatta, emersa tra le nostre iridi porose e stanche, un po’ stordite dalle situazioni, ammucchiate dal tempo, ed il silenzio spargersi in frammenti, racimolati sugli occhi che a fior di labbra ridono, e finalmente insieme, se solo tu potessi farti folle e smettere quel segno inutile di impertinenza, a ricercarci nel clamore duttile dell’atto tenero dei sensi scarmigliati, negligente all’offesa, e forse un tocco lieve, sotto le ciglia a cingere il ricordo, in un distacco congiurato e complice, di confidenza, di intimità irrisolta, inadeguata, profuga, ad assopirsi


e tuttavia non reggeresti a lungo il vaneggiare di questa bottiglia indulgente, tu che scompaginata impari, nella tua indolenza dissipatrice, al tocco diffidente, i cenni impercettibili della mia stolta ragionevolezza, scorsa alla svelta da occhi testimoni e smodati, del mio cercare l’accordo nella feccia, e so che rimarresti appiccicata a questo flebile scricchiolare d’eterno, e d’immanenza che mi assomiglia, e ti raggiunge in luoghi inconfessati, come decadimenti ingentiliti, come scelte accidiose del delirio, eppure appoggeresti sui polpastrelli increduli il mio dire, inospitale di spelonca e bastione, e il mio narrare impazzito, tracimato, tra le risate inammissibili che spudorate si versano su questo esistere monco che ci ha ingannato


a tratti percepisco la tua assenza e me ne faccio una ragione avventata, eppure vorrei che in questa sera, di nostalgia scandalosa e di mancanza, quando l’assurdo accanito metterà insieme le sue predilezioni alla mia mente disfatta, il tuo corpo venisse qui a narrarsi, senza pretese, centellinandosi nelle sue movenze intiepidite, nelle sue occasioni mitigate, a disgelarsi, a togliersi, a sostare


non farà fronte a lungo per fortuna questa chiarezza illogica, questo bagliore impulsivo che suddivide il disincanto ostinato in tante parti amorevoli, disgiunte, come codici mimici tracciati in una maschera senza alcun volto, che ci accomuna, in quell’altrove magico di silenzio incantato, di acquitrino e bonaccia, d’inconsistenza e coesione, di vuoto e pieno, di mare e di scogliera


e finalmente cogliere, di sfuggita, il tocco trascurato della tua mano a conca, come in una supplica manchevole di dolcezza, strappata alla violenza, all’idiozia, alla replica e non avere più il ricordo, sminuzzarsi, nell’ebbrezza lasciata scivolare nello spazio assente dell’anima disincagliata, libera, prosciolta


eppure non posso fare a meno di provare un tepore di tenerezza sottile che si dirada a mucchietti accurati, e nel suo paradosso inquieto si infittisce, per il tuo guizzare di realtà scomposta, copiosa d’ironia nell’affannarsi a reggere, con gli occhi scuri che s’incupiscono a tratti, nell’intimità arrendevole di un bagliore avventato d’irrequietezza, nel tuo barricarti spudorato di ostinazione, in un altrove desiderato, che solamente sguardi disseminati, in conche piene d’irreale impudico fatte scorgere prima da nature incorporee, nell’ intervallo antico della reminiscenza, senza principio né fine, possono aver captato nel loro dispiegarsi intorno al mondo, per un possibile accostamento, per un gioco impazzito di rimando, per un’allusione sospesa, da un lessico tacitamente consenziente, spezzettato da una mano vuota, non presente a sé stessa, dimenticata, chiosa inservibile di una rientranza benevola, sorvegliata dall’indolenza, dal torpore accolta


perciò senza fretta mi alzo e appoggio un altro ceppo nel cavo caldo del camino, rendo pieno un bicchiere e mi trastullo in questa solitudine, copiosa come un fiume sotto un nubifragio che mette a soqquadro i sensi, di tracotanza sconcia, sfrontata al dire ed al pensare oscena, da troppe idee disfatta, tramortita, e nel mio sogno intingo l’immaginario irrequieto, in questa pausa, silente ed inattesa, del mondo, degli uomini e delle femmine vive, tratte in inganno dalla mia strafottenza e dal mio caos che sa anche apparire oasi di leggerezza mozartiana, pensosa, divertita, calma, senza sgomento, inavvertita, ironica, nella sua assenza di speranza tersa, in questo urto sboccato di ogni giorno, immancabile, paradossale, illogico, sempre ignoto a sé stesso, inattuale

 

Tutti i racconti

3
8
17

L'Avvento II

08 April 2025

Dalla finestra della cucina scorgo il mio guardiano cromato fuori in attesa. Non entrano in casa, chissà perché. Dall’arrivo degli orribili V’jtors siamo tutti in pericolo e restii a uscire. Sì gli “angeli” ci proteggono, viviamo tuttavia prigionieri. [NdA: sequel de “L'Avvento”, pubblicato su [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Ondine: Sì hai ragione, non si deve sempre spiegare tutto. Ci sono anche scrittori [...]

  • Rubrus: Vedo che è la seconda parte di una trilogia. Ricordo bene i Visitors,- [...]

3
6
16

Un eventuale inizio.

08 April 2025

Il livello dell’acqua si alzava a vista d’occhio e in un attimo capì che doveva mettersi in salvo e correre dall’altra parte. Non aveva nulla con se e correndo si voltava per vedere ciò che stava lasciando. Ma la persona a cui pensava non era affacciata alla balconata. C’era una donna però, lei [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Buongiorno Vally, breve e intenso ma per fortuna solo un sogno ansiogeno, di [...]

  • Vally: Grazie amici lettori per tutti i Vostri commenti. Effettivamente il pensiero [...]

5
6
30

La guarigione

07 April 2025

“Non si disperi, signor P. Nel giro di qualche giorno la terapia inizierà a fare effetto, e tra un paio di settimane dovremmo dimetterla. Se continuiamo così andrà tutto bene, non c’è nulla di cui preoccuparsi. La guarigione è un processo che ha bisogno di tempo, dopotutto.” Questo è quello che [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rossozzo: Grazie a tutti per aver letto il mio racconto!
    Per Dario: grazie mille [...]

  • Lawrence Dryvalley: Benvenuto, in questa stazione troverai sempre qualcosa da leggere, un lettore [...]

3
3
16

VESPE COL MAKE-UP

07 April 2025

Erano tutte elaborate: non c’era Vespina 50 che non avesse qualche archibugio nel motore in grado di garantire qualche km/h in più. Poi era obbligatorio salirci in due, con una zavorrina preferibilmente, perché le distanze si annullavano e si cominciava a prendere confidenza con le forme femminili [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

3
5
20

Dal Giappone con furore (e anche qualcosa d'altro)

06 April 2025

Mia zia era sempre stata una persona con tante buone intenzioni. Ricordo che uno dei suoi pallini era proprio l'ospitalità: vagabondi senza un posto fisso con condotta nomade, senzatetto occasionali, gente comune raccattata qui e là e persino esuli stranieri. Quella volta tuttavia aveva superato [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

1
3
17

Vite rubate

06 April 2025

Luca14 anni: “Nonna, mi racconti quando il nonno piangeva mentre dormiva? La nonna di Luca accennò un sorriso, poi diventò seria. “Sapevo che prima o poi tua madre te lo avrebbe raccontato”. “E’ successo tanto tempo fa. E’ stato per caso. Un giorno mentre rassettavo casa, il nonno era steso sul [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

9
22
55

6 aprile 2025

06 April 2025

Ed oggi sono 50. Non voglio feste spumeggianti, tra coriandoli di parole che volteggiano intorno, e bollicine che frizzano nei bicchieri appannati. La mia festa, molto privata, è tutta qui… tra le pagine scolorite di questo album dei ricordi, dove ritrovo i volti di tutte le persone che, più o [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

8
12
43

Lo scherzetto

05 April 2025

Può sembrare un hotel 5 stelle superior con tanto di Spa, in mezzo ad un giardino molto curato disseminato di panchine. Entro con passo incerto, accolto da una musica d'ambiente soffusa e da un delicato profumo di vaniglia presente ovunque, perfino nelle pulitissime toilette dove anche la stessa [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

3
6
23

Una voce

05 April 2025

Il silenzio era denso, quasi palpabile. Chiara si mosse a disagio nella vecchia poltrona di velluto, le dita aggrappate al libro aperto, ma non letto. La casa dei suoi nonni, sempre così accogliente, quella sera sembrava respirare un’aria diversa, pesante e inquietante. Improvvisamente, una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
7
30

Ispirato al quadro di Hopper "Chair car" (1965)

Esercizio di scrittura per "Ad un palmo dal mio libro" (Facebook)

04 April 2025

Pietro guardava dall'altra parte del grande specchio trasparente, gli ultimi arrivati. Tra qualche minuto sarebbe stato il turno di Ernesto, quello seduto in prima fila, arrivato alle 8 del mattino. Era un signore distinto, sulla quarantina... 43 anni, 3 mesi e 5 giorni. Si recava al lavoro. Il [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • zeroassoluto: Grazie a tutti!
    I quadri di Hopper generalmente mi ispirano storie... è [...]

  • Rubrus: I quadri di Hopper sono fonte di ispirazione per molti sriventi; da una personalissima [...]

5
8
29

Certificato ISTAT

04 April 2025

Io non ho niente da dire. Forse lo aveva Pasqualina, che è morta con gli occhi dolci di una vecchina di 90 anni, che ricorda la fragilità della vita umana anche ai giovani, in un letto di ospedale, in mezzo ad estranei. Al medico che l’ha guardata spirare è venuto in mente che magari Pasqualina, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

7
7
29

I ricordi del becchino : Maria, la nonna della campagna.

03 April 2025

Fragile e rannicchiata così mi appari Maria. Sei nata in un freddo giorno di fine Febbraio imbiancato dalla galaverna. La morte ti ha colto in una tiepida mattina di Giugno rallegrata dal richiamo delle rondini. Sfilandoti la camicia da notte e lavandoti il corpo, martoriato dai segni provocati [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su